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Hubie Halloween, citazionismo cinefilo per una delle feste più celebri d’America

Un percorso di formazione all’interno di una piccola comunità. Su Netflix.
di Leonardo Magnante, Vincitore del Premio Scrivere di Cinema

martedì 15 dicembre 2020 - Scrivere di Cinema

Esplicito omaggio al cinema dedicato a una delle festività più celebri in America, Hubie Halloween svela, sin dall’inizio, i due capisaldi a cui maggiormente si ispira: Halloween di John Carpenter, come dimostrato dalla fuga di un misterioso paziente da un ospedale psichiatrico e dall’utilizzo delle soggettive del villain, e il celebre Hocus Pocus di Kenny Ortega, anch’esso ambientato nella cittadina di Salem, globalmente conosciuta per i processi alle streghe e capitale dei lugubri festeggiamenti nella Vigilia di Ognissanti. 

Al di là dell’esasperato citazionismo cinefilo piuttosto prevedibile e mediocre, Halloween diventa nuovamente una delle festività favorite per ambientare un percorso di formazione sessuale all’interno di una piccola comunità, da parte di personaggi sessualmente repressi e incapaci di rinunciare alle loro responsabilità, parentali o collettive.
 


Nonostante i differenti contesti temporali in cui sono inseriti, la Laurie Strode di Carpenter, il Max Dennison di Ortega e l’Hubie Dubois di Brill sono le molteplici facce di una stessa medaglia: in quanto vergini, desiderano un oggetto del desiderio- rispettivamente Ben, Allison e Violet- ma al contempo lo temono, finalizzati o costretti a prendersi cura degli altri e non di se stessi, come sottolineato esplicitamente da Violet nel film di Steven Brill

In quanto inibiti (Laurie), nuovi arrivati (Max) o ancora ingenui e infantili (Hubie), tali personaggi non riescono a inserirsi nella loro comunità, derisi da amici, compagni di scuola e concittadini e, di conseguenza, costretti a interpretare un ruolo specifico per soddisfare richieste sociali e soprattutto familiari, da cui è difficile allontanarsi alla ricerca della propria autonomia: Laurie, da “brava ragazza” a differenza delle amiche più disinibite e che pagheranno a caro prezzo le loro irresponsabilità, rinuncia ad uscire con altri ragazzi per dedicarsi alla cura dei bambini che accudisce come babysitter; Max, da “bravo fratello”, è costretto a passare la notte di Halloween con la sorellina Dani; Hubie, da “bravo concittadino”, dedica la sua vita a vigilare sulla comunità di Salem, nonostante l’astio collettivo nei suoi confronti. 

Nonostante le similitudini, differente è il ruolo che gli antagonisti interpretano nell’evoluzione dei personaggi in questione: il Michael Myers di Carpenter cristallizza la gelosia e la rabbia di Laurie nei confronti delle amiche, punite per premiare la castità e la purezza morale della final girl; le streghe di Ortega provengono dall’inferno, risvegliate dalla verginità di Max, per garantirgli una traiettoria destinata a risolversi mediante la maturazione sessuale e la formazione della coppia; nel film di Brill la risoluzione e il superamento dell’Edipo sono possibili paradossalmente grazie all’intervento materno, che consente la rottura con l’inesistente fidanzata canadese- sostituita concretamente da Linda- nonché l’inserimento effettivo di Hubie all’interno della comunità. 
 


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