Un percorso di formazione all’interno di una piccola comunità. Su Netflix.
di Leonardo Magnante, Vincitore del Premio Scrivere di Cinema
Esplicito omaggio al cinema dedicato a una delle festività più celebri in America, Hubie Halloween svela, sin dall’inizio, i due capisaldi a cui maggiormente si ispira: Halloween di John Carpenter, come dimostrato dalla fuga di un misterioso paziente da un ospedale psichiatrico e dall’utilizzo delle soggettive del villain, e il celebre Hocus Pocus di Kenny Ortega, anch’esso ambientato nella cittadina di Salem, globalmente conosciuta per i processi alle streghe e capitale dei lugubri festeggiamenti nella Vigilia di Ognissanti.
Al di là dell’esasperato citazionismo cinefilo piuttosto prevedibile e mediocre, Halloween diventa nuovamente una delle festività favorite per ambientare un percorso di formazione sessuale all’interno di una piccola comunità, da parte di personaggi sessualmente repressi e incapaci di rinunciare alle loro responsabilità, parentali o collettive.
Nonostante i differenti contesti temporali in cui sono inseriti, la Laurie Strode di Carpenter, il Max Dennison di Ortega e l’Hubie Dubois di Brill sono le molteplici facce di una stessa medaglia: in quanto vergini, desiderano un oggetto del desiderio- rispettivamente Ben, Allison e Violet- ma al contempo lo temono, finalizzati o costretti a prendersi cura degli altri e non di se stessi, come sottolineato esplicitamente da Violet nel film di Steven Brill.
In quanto inibiti (Laurie), nuovi arrivati (Max) o ancora ingenui e infantili (Hubie), tali personaggi non riescono a inserirsi nella loro comunità, derisi da amici, compagni di scuola e concittadini e, di conseguenza, costretti a interpretare un ruolo specifico per soddisfare richieste sociali e soprattutto familiari, da cui è difficile allontanarsi alla ricerca della propria autonomia: Laurie, da “brava ragazza” a differenza delle amiche più disinibite e che pagheranno a caro prezzo le loro irresponsabilità, rinuncia ad uscire con altri ragazzi per dedicarsi alla cura dei bambini che accudisce come babysitter; Max, da “bravo fratello”, è costretto a passare la notte di Halloween con la sorellina Dani; Hubie, da “bravo concittadino”, dedica la sua vita a vigilare sulla comunità di Salem, nonostante l’astio collettivo nei suoi confronti.
Nonostante le similitudini, differente è il ruolo che gli antagonisti interpretano nell’evoluzione dei personaggi in questione: il Michael Myers di Carpenter cristallizza la gelosia e la rabbia di Laurie nei confronti delle amiche, punite per premiare la castità e la purezza morale della final girl; le streghe di Ortega provengono dall’inferno, risvegliate dalla verginità di Max, per garantirgli una traiettoria destinata a risolversi mediante la maturazione sessuale e la formazione della coppia; nel film di Brill la risoluzione e il superamento dell’Edipo sono possibili paradossalmente grazie all’intervento materno, che consente la rottura con l’inesistente fidanzata canadese- sostituita concretamente da Linda- nonché l’inserimento effettivo di Hubie all’interno della comunità.