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Laceno d’oro, un programma da 80 film quanto mai pieno e fluido su MYmovies

Il festival si reinventa e arriva in streaming dal 6 al 13 dicembre. 
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venerdì 4 dicembre 2020 - mymovieslive

Tocca reinventarsi sempre. Se il mondo è in trasformazione, anche un festival di cinema non può tirarsi indietro. Soprattutto un festival che ha sempre fatto della riflessione sul mondo il centro della sua vocazione. Idea “politica”, certo, ma ancor più espressione di un desiderio di lavorare sul concreto delle relazioni a partire dalle visioni, da immagini che raccontano e riflettono il nostro rapporto con gli altri, con lo spazio in cui ci muoviamo, la città, il paesaggio. E siccome viviamo in un tempo forzatamente “immateriale”, la 45ª edizione del Laceno d’Oro non può che essere un modo per agganciarsi e ragionare su questo flusso, streaming o scia d’amore, questo terremoto (40 anni dopo!) di immagini e voci che si espandono e si moltiplicano, si sovrappongono e si confondono. Per questo l’idea di base è quella di un festival quanto più possibile “esploso”, capace di rimodulare la sua prospettiva sulla base delle nuove modalità di fruizione del cinema (a cui non è detto che corrispondano ancora nuove modalità di produzione e diffusione). 
Che tipo di film ha senso far vedere in streaming oggi? Che cinema si vuole proporre e difendere, cosa cercare di portare alla luce, anche a fatica? La risposta, forse, non può che tradursi in un programma quanto mai pieno e fluido. 
Aldo Spiniello


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Più di 80 titoli da ogni parte del mondo in streaming dal 6 al 13 dicembre. A partire dal concorso lungometraggi Laceno 45, con l’anteprima assoluta di La casa è di chi l’abita di Luis Fulvio, sguardo “dall’interno” sulle occupazioni abitative romane, la tenerezza infinita di Giorno di scuola di Mauro Santini, la provocazione di Eumenidi di Gipo Fasano, più altre visioni di quest’anno difficile: For the Time Being di Salka Tiziana, Red Moon Tide di Lois Patiño, Bad Roads di Natalya Vorozhbit, Identifying Features (Sin señas particulares) di Fernanda Valadez. 

Nel concorso DOC, si presentano opere di vario formato e di varia durata, tutte con un approccio diverso rispetto al discorso sul reale. Si va dai 4’ di Revision di Mikhail Zheleznikov, indagine sulle modalità di lettura e sul senso di un’immagine ai 93’ di Strike or Die di Jonathan Rescigno. Tra i film in concorso Dissipatio di Filippo Ticozzi, lucida e sofferta riflessione sull’impasse del presente, Irregular World di JingLuo, potentissima perlustrazione spaziale di un pronto soccorso cinese, The Forest di Lo Thivolle, regista che ha fatto della fragile indipendenza la cifra di un cinema lucido e personalissimo, già omaggiato l’anno scorso dal festival con una piccola retrospettiva.
Nella sezione corti, da anni il vero e proprio laboratorio del Laceno d’Oro, quest’anno 30 film da ogni parte del mondo.

Premio alla carriera di quest’anno è Carlos Reygadas, che presenta il suo ultimo, ipnotico film Nuestro Tiempo (2018). Tre gli omaggi, il primo riguarda Corso Salani, a 10 anni dalla scomparsa, indimenticabile autore e protagonista di un cinema “puro”, libero e indipendente. In collaborazione con l’Associazione Corso Salani, verranno proposti cinque titoli di e con Corso a partire dal primo giorno di festival: Palabras (6 dicembre), Occidente (7 dicembre), Imatra (8 dicembre), e due film di Mauro Santini Dove sono stato e Dove non siamo stati (9 e 10 dicembre). 

Altra piccola retrospettiva è dedicata al presidente della giuria lunghi di quest’anno, Antonio Capuano, con la proiezione dell’ultimo film, Il buco in testa, e con Bagnoli Jungle e L’amore buio (proprio con Corso Salani tra i protagonisti). 

L’ultimo omaggio è a Franco Maresco, uno degli sguardi più urgenti e incontenibili del cinema italiano contemporaneo. Enzo, domani a Palermo, film del 2010 diretto insieme a Daniele Ciprì, e ApocalypseEver – Franco Maresco, di Luis Fulvio, personalissimo dialogo del regista con i suoi fantasmi, che si materializzano nella voce e nelle idee di Maresco

Molto ampio il panorama dei film fuori concorso, che tenta di compiere un percorso sul cinema degli ultimi mesi. Tra le altre cose, verranno riproposti, dopo l’anteprima veneziana, In Between Dying di Hilal Baydarov, presidente della giuria cortometraggi, e Nel mondo di Danilo Monte, in giuria DOC. In Spazio Campania, infine, uno sguardo sulle ultime produzioni della regione. Perché la terra è sempre la terra. 


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