Ad Apulia, la città più tranquilla d’Italia, il crimine non paga: l’ultima infrazione l’ha commessa una mucca, scappando per le vie del paese, e nemmeno l’autovelox dà soddisfazione agli agenti, inutilmente in attesa lungo carreggiate deserte.

In un mondo in cui il crimine non esiste tutto sembra andare per il verso giusto. Almeno finché quella stessa tranquillità non diventa un problema per chi, il crimine, dovrebbe combatterlo.

Parte da una premessa originale – quella di un commissariato di polizia pugliese in procinto di chiudere per mancanza di malviventi - Cops – Una banda di poliziotti, la nuova commedia Sky Original diretta da Luca Miniero, coprodotta da Sky e Banijay Italia e trasmessa in due appuntamenti da 90 minuti, il 14 e il 21 dicembre, su Sky e in streaming su NOW TV (anche on demand).

LUCA MINIERO, IL GOLDEN BOY DELLA RISATA
La formula vincente di Cops – Una banda di poliziotti, commedia d’evasione ironica e leggera, è quella del ribaltamento degli steretotipi, strategia narrativa già sperimentata con successo da Luca Miniero nel 2010 e nel 2012, con i suoi film campioni d’incasso Benvenuti al Sud e Benvenuti al Nord.

Anche in questo caso il film è un adattamento (l’originale è Kops, commedia svedese del 2003 diretta da Josef Fares), e ancora una volta Miniero si diverte a mostrare un microcosmo, stavolta quello di un piccolo commissariato di provincia, svelandone vizi, virtù e risorse inaspettate. Dal poliziotto che fuma in servizio marijuana (medica) a quello che va matto per i polizieschi americani, dalla poliziotta che sforna ciambelloni per noia al centralista che sogna la fuga dalla “bieca provincia”, gli agenti “per caso” di Cops – Una banda di poliziotti sono uomini d’azione che, nel film di Miniero, si muovono esclusivamente per reazione: pur di non far chiudere il proprio commissariato sono disposti anche a commettere piccoli crimini, per alzare la curva di pericolosità del paese ed evitare così la cessazione di attività ordinata dal Ministero.

Una commedia di intrattenimento puro, scritta per cercare la risata attraverso situazioni surreali, battute fulminanti e caratteri marcati, con sequenze (una su tutte: il sogno iniziale di Benny) di scanzonato tributo al cinema demenziale alla Mel Brooks.

IL CAST DELLE GRANDI OCCASIONI
Indispensabile, per una commedia che punta alla risata liberatoria, l’impeccabile alchimia nella composizione del cast, qui guidato – come nella “doppietta” Benvenuti al Sud e Benvenuti al Nord – da Claudio Bisio, perfettamente in parte nel ruolo del commissario Valerio Cinardi, trasferito ad Apulia per l’ultimo anno prima della meritata pensione in Costa Rica.

Antagonista di Bisio, in un ruolo che rende merito al suo fascino severo, Stefania Rocca è Margherita Nardelli, donna tutta d’un pezzo decisa a portare a termine la sua missione ministeriale. Ma il cuore comico del film è tutto nella banda dei poliziotti, con Pietro Sermonti perfetto nella maschera dolente e ironica del sovraintendente Nicola, marito depresso della combattiva Maria Crocifissa (Giulia Bevilacqua), e uno scatenato Francesco Mandelli nella parte di Benny, che vive in casa con la nonna, parla come nei film americani e sogna missioni pericolose possibilmente sotto copertura.

Nel cast anche Dino Abbrescia, a suo agio nei panni di Tonino, pugliese doc, gestore di un chiosco di panini e solo apparentemente innocuo, con Guglielmo Poggi giovane e malizioso centralinista e Giovanni Esposito, pericoloso malvivente in crisi di identità.