In Concorso al Festival, un film di grande interesse, fascino e inquietudine. Sfortunatamente, la Holland non sa coglierne le potenzialità.
di Marianna Cappi
1933. Il gallese Gareth Jones è un brillante esperto di questioni internazionali. Tutti hanno letto la sua intervista a Hitler, ma nessuno dà ascolto alla sua preoccupazione riguardo alle mire espansionistiche del fuhrer e alla possibilità di una seconda guerra mondiale. Incuriosito dai progressi industriali dell'Unione Sovietica, Jones trova il modo di raggiungere Mosca con un visto da giornalista, e da lì l'Ucraina, il granaio di Stalin, il suo salvadanaio, da cui i giornalisti vengono sospettosamente tenuti lontani. Scoprirà una carestia disumana, di proporzioni inimmaginabili. Il suo sarà un viaggio dell'orrore, che ispirerà "La fattoria degli animali" di George Orwell. Al ritorno a casa, però, Jones è perseguitato dai servizi segreti russi e dalla crociata negazionista del premio Pulitzer Walter Duranty.
Poche cose al cinema dispiacciono come una bella occasione mancata e il film di Agnieszka Holland è clamorosamente una di queste.