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Edoardo De Angelis e le sue fughe per la libertà

Il regista napoletano dirige Il vizio della speranza. Dal 22 novembre al cinema.
di Fabio Secchi Frau

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mercoledì 14 novembre 2018 - Celebrities

Il cinema italiano contemporaneo, quello di Virzì, Genovese, Rohrwacher, Garrone, Sorrentino e Sollima, sta parlando al mondo. E il mondo, con le orecchie tese, lo sta ascoltando. Ma in questo coro di voci, alcune addirittura impreziosite da prestigiose onorificenze mondiali, ce n'è anche una giovanissima, e non per questo meno ipnotica, ricca di toni, timbri, colori. È la voce di Edoardo De Angelis.
Gli è bastata una manciata di titoli per mettere in chiaro il suo stile. Fin dall'inizio e con risultati molto significativi ed entusiasmanti. Un neonato corpus artistico che è già forte rappresentanza di una nuova settima arte nostrana.
Piace il suo coraggio da sceneggiatore. Perché ci vuole della sconsiderata audacia anche solo per pensare di poter presentare come protagoniste due gemelle siamesi partenopee, sfruttate dal padre per la loro disabilità, che si ribellano e fuggono alla ricerca di un dottore che aveva promesso di separarle. Una realtà nella quale Viola e Daisy hanno due voci benedette dal Signore e la condanna meno angelica di un'intera vita da condividere nello stesso corpo. Una realtà nella quale ci vengono descritte anche le ardenti pulsioni amorose, il bisogno di indipendenza e l'abitudine mentale a una vita non-simbiotica, che si riesce a malapena a immaginare da divise. Ma c'è pure la commercializzazione, le ferite inconsce e fisiche, la profonda relazione tra le due ragazze e le immagini di sante martirizzate e sofferenti madonne di strada. La stessa aura religiosa che troviamo anche nella partoriente Maria de Il vizio della speranza.

Anche qui, una storia al limite che forse nessuno avrebbe mai avuto il coraggio di proporre al pubblico e che invece arriva nelle nostre sale, dando lucentezza e vigore a un'emarginata che, in compagnia di un cane e con il cappuccio della felpa calato sulla testa come fosse un velo, compie un lungo pellegrinaggio verso un luogo sicuro nel quale mettere al mondo un figlio.
Fabio Secchi Frau

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