Dal ruolo di Spadino in Suburra a protagonista di Guarda in alto di Fulvio Risuleo.
di Fabio Secchi Frau
Si potrebbe dire che gran parte del lavoro di Giacomo Ferrara viene da Giancarlo De Cataldo. È dalla penna del magistrato, romanziere e sceneggiatore pugliese che infatti vengono ben due dei personaggi che questo giovane attore italiano ha interpretato. Con il violento e crudo Il permesso - 48 ore fuori, diretto da Claudio Amendola, che era alla sua seconda regia dopo La mossa del pinguino, Ferrara è diventato uno dei quattro ragazzi che ottengono due giorni di permesso fuori dal Carcere di Civitavecchia.
Mentre con Suburra, si trasforma in Spadino, l'omosessuale capo di una gang che cerca il controllo di Roma tra politica, mafia, sesso, crimine e Chiesa. Un ruolo che Ferrara ritroverà anche nella sua versione televisiva, grazie a una miniserie prequel prodotta da Netflix. Così, se una trentina di anni fa, Michele Placido conquistava tutto il mondo nella pelle del commissario Cattani in La Piovra, ora grazie a fenomeni come Gomorra e Suburra, lo stesso mondo segue le gesta di quei cattivi che sono proprio come il suo Spadino.
Giacomo Ferrara deve tutto a questo personaggio, che ha in fin dei conti un'universalità narrativa ben inquadrata, anche se calata in un contesto particolare come quello dell'antico quartiere penale della Capitale.