Una rielaborazione contemporanea degli horror depalmiani, immersa nel gelo norvegese. Recensione di Emanuele Sacchi, legge Veronica Bitto.
di A cura della redazione
Thelma ha ricevuto una rigida educazione cristiana: quando finalmente si affaccia al mondo degli uomini, l'impatto è complicato. Dopo una violenta crisi, apparentemente epilettica, viene avvicinata dalla bella Anja, che la aiuta a integrarsi coi propri coetanei.
L'approdo al soprannaturale non corrisponde a un mutamento di pelle per Joachim Trier. I temi restano quelli cari al regista: un'adolescenza difficile e l'ardua integrazione nella società.
A tratti sembra di vivere un mash-up dei classici di Brian De Palma, come Carrie o Sisters. Ma se il contenuto è dichiaratamente derivativo, lo stile visivo è totalmente nuovo. La collocazione tra i fiordi norvegesi esalta silenzi ed ellissi, rendendo imperscrutabile il processo interiore della protagonista. Un'opera così cool da rasentare la freddezza, che nasconde improvvise vampate, anche fuor di metafora.
In occasione dell'uscita al cinema di Thelma (guarda la video recensione), in sala dal 21 giugno, Veronica Bitto interpreta la recensione di Emanuele Sacchi.