"La commedia italiana non morde più. Escono troppi film e sempre con gli stessi attori", Carlo Verdone è lapidario sullo stato di salute della nostra commedia. Atteso stasera al porto di Ostia dove presenterà Divorzio all'italiana del maestro Pietro Germi, per l'inaugurazione alla rassegna del Piccolo Cinema America, il regista, sceneggiatore e attore che ha segnato un'epoca del cinema italiano, è implacabile sulla commedia italiana, il momento di crisi che attraversa e la nostra mentalità.

"Se la commedia non morde è inutile (...) Oggi in Italia le commedie sono senza spessore, cioè non scaturite dall'osservazione impietosa della realtà o addirittura dall'indignazione", spiega Verdone. Una tendenza lassista che deriva da un atteggiamento generale alla vita e che non riguarda solo il cinema. "Non ci stupisce più niente (...). Chi sgarra viene perdonato o perfino portato in trionfo (...) Ed è difficile per il cinema denunciare o fustigare".

Consapevole dei magri guadagni al botteghino dei recenti film italiani, Verdone è convinto che "ne escono troppi e la gente fatica a distinguerli. E, come se non bastasse, sono interpretati sempre dagli stessi attori (...) Io, al contrario, cerco sempre attrice e attori sconosciuti".

Nonostante la lunga e brillante carriera, Verdone, dunque, non smette di rinnovarsi e reinventarsi. "Dopo aver cavalcato il realismo per oltre tre decenni, voglio inaugurare uno stile nuovo aggiungendo un pizzico di fantasia alla mia storia. Senza rinunciare a graffiare (...)". Quello di Verdone, dunque, è un cinema che fa riflettere sulla società ma che rimanga evasione dalla realtà come dimostra il suo ultimo film, Benedetta follia (guarda la video recensione): "Il cambiamento politico lo metterei solo sullo sfondo (...) La gente si è rotta le palle dei politici e non vuole certo ritrovarseli al cinema".

Sono purtroppo lontani i tempi di Il medico della mutua, Amici miei o La terrazza. Debole e vana appare oggi la commedia italiana che avrebbe un gran bisogno di una ventata d'aria fresca.