Il Macao Film Festival dedica la retrospettiva In Focus all'attrice che ha trasformato il girl power in atto filmico concreto.
di Emanuele Sacchi
La prassi per un'attrice dell'Estremo Oriente è quella di ritirarsi a vita privata intorno ai quarant'anni scarsi, se non già dopo i trenta. Tra le pochissime eccezioni alla regola c'è un volto (e un corpo) che in più occasioni ha ribadito la propria peculiarità. Michelle Yeoh (55 anni compiuti quest'anno) è diva sia per bellezza che per carisma, un'eroina action che non fa mai sentire la mancanza di uno sparring partner maschile. Anzi, che ha ribaltato il canone del cinema d'azione e trasformato il girl power da concetto astratto in atto filmico concreto. Il volto di Yeoh negli anni si è adattato a ruoli eterogenei, volti a sottolinearne i tratti di vulnerabilità o di durezza inaudita, ma accomunati dalla capacità della diva di attirare su di sé la macchina da presa e varcare la fatidica quarta dimensione.
L'occasione per tornare sulla carriera di Yeoh è regalata dalla sezione In Focus dell'International Film Festival & Awards Macao (8-12 dicembre), dedicata all'attrice e a una retrospettiva dei suoi lavori.
Che sono perlopiù produzioni hongkonghesi e cinesi, benché l'attrice sia nata in Malaysia. Come per molti attori emersi tra gli anni '80 e '90, infatti, anche Michelle Yeoh è stata adottata da Hong Kong e dalla sua cinematografia, in quegli anni geniale e incontenibile. I primi ruoli a donarle visibilità, a soli 22 anni, sono al fianco delle "stelle fortunate" Jackie Chan e Sammo Hung. Qualche mese dopo Yeoh è già protagonista nel poliziesco Yes, Madam di Corey Yuen, in una parte che la rende "ragazza con la pistola" per eccellenza. Gli stunt incredibili di Supercop - in cui si aggrappa a un furgone nelle strade di Kuala Lumpur o salta dal sellino di una moto al tetto di un treno in corsa - o di The Heroic Trio, fantasy affidato alla mano di Johnnie To, sono il viatico per l'interesse di Hollywood.
007: Il domani non muore mai (1997) non è certo il titolo più memorabile della saga di James Bond, ma Michelle Yeoh va ben oltre il canone "decorativo" della bond girl, e tiene testa all'agente britannico con il suo kung fu. Nel 2000 torna in Oriente per prendere parte a La tigre e il dragone di Ang Lee nel suo ruolo più iconico: Yu Shu Lien non è solo una straordinaria combattente, è una donna innamorata e ferita, che ha sacrificato i suoi anni migliori inseguendo un ideale.
Il lato malinconico e romantico di Yeoh la rende attrice a tutto tondo, come conferma La congiura della pietra nera (2010) di Su Chao-pin e John Woo, altro wuxia dal respiro epico e dai tratti prossimi al fantasy.
Infine, nel 2011, Yeoh si spoglia una volta per tutte dei panni action per interpretare per Luc Besson il ruolo più ambizioso della carriera: quello di Aung San Suu Kiyi, premio Nobel per la pace e leader dell'opposizione birmana al sanguinario regime militare. Il film è The Lady - L'amore per la libertà, che divide la critica e non consegue gli incassi sperati, ma il plauso all'impegno e alla dedizione profusi da Yeoh è unanime. Negli ultimi anni l'attrice spazia tra i generi, con un memorabile fugace cameo persino per la Marvel, in Guardiani della Galassia vol. 2.