Advertisement
Il cinema in movimento

Passione documentaria.
di Roy Menarini

In foto Gianfranco Rosi con il Leone d'oro vinto per Sacro GRA.
Gianfranco Rosi 1964, Asmara (Eritrea). Regista del film Sacro GRA.

lunedì 9 dicembre 2013 - Focus

Che cosa è Il cinema in movimento? Una rubrica dedicata alle trasformazioni del cinema nell'epoca dei new media e alle riflessioni che si possono trarre dalle novità in atto.

Qual è il genere - se di genere si può parlare - che ha maggiormente tratto beneficio dall'epoca della multiprogrammazione nelle sale cinematografiche? Non c'è dubbio: il documentario. E i posteri dovranno capire se, per esempio, i premi inattesi ricevuti da Sacro GRA alla Mostra del Cinema di Venezia e da Tir di Alberto Fasulo al Festival di Roma (due documentari a dir poco ibridi nella loro natura, sospesi tra cinema del reale e intorbidimento della finzione), sono già il frutto di questa mutata condizione oppure no.

Certo che il documentario ne ha dovuta fare di strada, per accreditarsi presso il pubblico. E non mancano addetti ai lavori (vedi le dure dichiarazioni di Pupi Avati contro il Leone d'Oro a Gianfranco Rosi) o critici che a loro volta rinfocolano l'assurdo pregiudizio per cui il documentario è qualcosa "che non è del tutto cinema".

E invece oggi si potrebbe anche dire che è il genere più prodotto in Italia, e che tra poco potrebbe anche essere il più programmato, almeno per ciò che concerne i dati numerici. Il documentario è poi vasto come il regno animale. Così come lo studioso Felice Cimatti, nel suo "Filosofia dell'animalità", afferma che è impossibile pensare a una categoria come quella di "animali", che comprenda, accumulandoli, pesci e zanzare, orsi e zebre, cani e dromedari, serpenti e rondini, e propone dunque che si parli di "altre forme di vita" (ognuna diversa dall'altra, compresi noi umani), lo stesso vale per il documentario. Inchiesta, invettiva, found footage di montaggio, militante, home movie, etnico, antropologico, di documentazione, satirico, mockumentary, rockumentary, naturalista, e mille altri rivoli ne costituiscono l'infinita ricchezza.

I palinsesti delle tv se ne nutrono - ma non abbastanza - mentre altri soggetti editoriali ne distribuiscono a man bassa. Esistono collane di DVD dedicate al cinema del reale, magari abbinate a libri; il digitale terrestre e satellitare, che necessita di molto materiale per riempire le 24 ore, ne acquista parecchio; le sale, da cui in fondo abbiamo cominciato, sembrano non averne mai abbastanza.

Eppure, l'offerta sopravanza sempre la domanda. E anche in questo mondo ci sono gli indipendenti e i mainstream; gli autarchici e i protetti; i finanziati dal basso e i pagati dall'alto. Non tutto il documentario è scomodo, anzi capita persino che serva a lavarsi la coscienza per un'oretta e tornarsene a casa più virtuosi.

Eppure, con tutto quello che si può dire di critico nei confronti di questa forma espressiva, rimane il fatto che meriterebbe più spazio. Ma non lo dobbiamo chiedere alle istituzioni, che certo farebbero bene a dargliene di più. Lo dobbiamo chiedere a noi stessi, anche quando non c'è un Leone d'Oro a pompare pubblicità o un successo americano a fungere da stimolo (vedi Michael Moore qualche tempo fa).
Ci avviciniamo a un mondo migliore, in ogni caso, se è vero che persino a Natale, nei listini (per qualche esercente coraggioso) compaiono i documentari, e non pensati per le famiglie - niente oceani né safari, insomma, bensì opere complesse come Pussy Riot - A Punk Prayer o Bert Stern: L'uomo che fotografò Marilyn. Questa volta siamo avvertiti.

Gallery


{{PaginaCaricata()}}

Home | Cinema | Database | Film | Calendario Uscite | MYMOVIESLIVE | Dvd | Tv | Box Office | Prossimamente | Trailer | Colonne sonore | MYmovies Club
Copyright© 2000 - 2024 MYmovies.it® - Mo-Net s.r.l. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione anche parziale. P.IVA: 05056400483
Licenza Siae n. 2792/I/2742 - Credits | Contatti | Normativa sulla privacy | Termini e condizioni d'uso | Accedi | Registrati