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Busan, parlano gli italiani

Soldini, Mordini e D'Alò raccontano l'esperienza del BIFF 2012.
di Paolo Bertolin


lunedì 8 ottobre 2012 - Incontri

È uno spettacolo. Il paragone che mi viene da fare, per la partecipazione fortissima del pubblico, è con il Festival di Sanremo. C'è una marea di gente che t'insegue. Nei nostri festival cinematografici, a Venezia o anche a Cannes, mi sembra che la partecipazione sia molto più intellettuale, un po' più filtrata. Qui vedi proprio il pubblico, la folla che partecipa. Ci piacerebbe vederlo anche in Europa", così Enzo D'Alò riassume la sua prima esperienza al Busan International Film Festival. D'Alò presenta qui in prima internazionale, dopo la partecipazione alla Mostra di Venezia, il suo Pinocchio. E la sua è la voce di tutta la nutrita comitiva italiana che anche quest'anno partecipa al più importante evento cinematografico del continente asiatico. Oltre alle prime asiatiche dei film di Bellocchio e Comencini passati in concorso a Venezia, Busan offre al suo pubblico il Reality di Garrone premiato a Cannes, Acciaio di Stefano Mordini, anch'esso presentato a Venezia, alle Giornate degli Autori, e addirittura, per la prima volta, la prima mondiale di un film italiano, Il Comandante e la Cicogna di Silvio Soldini.

"Quando fai un film, in qualche modo pensi sempre ad un pubblico potenziale o possibile. Di solito, hai, però, dei riferimenti che sono molto tuoi. Tendi a pensare a te stesso come spettatore, oppure a tua madre. Mia madre capirebbe? Poi finito il tuo film, ecco che viene preso e mandato in Corea e ti chiedi cosa comprenderà del tuo film il pubblico locale", si domanda Soldini a proposito dell'esperienza di proporre in prima mondiale il proprio film ad un pubblico in Asia. "La cosa diviene anche più complessa se il film, come nel caso del mio, ha dei riferimenti culturali o storici precisi", continua l'autore milanese, "Nel mio film si parla, per esempio, di Garibaldi. Ma qui uno conosce Garibaldi? Come per noi con la Corea, è facile che qui niente si sappia dell'Italia. E quindi mi domando, al di là dell'immediato, della risata di fronte al momento di commedia, che cosa arrivi del mio film al pubblico coreano".

Meno preoccupato pare Stefano Mordini; il suo secondo lungometraggio, Acciaio, concorre nella sezione Flash Forward, sperando di ripetere l'exploit dell'anno scorso di Là Bas di Guido Lombardi che vinse il premio di sezione. "Il mio film in realtà è molto più universale rispetto a tematiche che magari puoi incontrare in un film più territoriale", argomenta Mordini "Perché si tratta del coming of age di due ragazzi all'interno di un contesto molto chiaro, quello della fabbrica in un piccolo paese, con i loro sogni, le difficoltà familiari. Mi sembra che sia un film di facile lettura. E ho avuto un riscontro in tal senso, perché ho visto che le domande fatte dal pubblico qui nel Q&A sono proprio quelle che mi attendevo".

Per D'Alò la presentazione del suo Pinocchio nello spazio open air del festival e stata addirittura "emozionante, perché c'erano 4,000 persone davanti a me". L'autore de La gabbianella e il gatto e di Momo continua notando che, "Non ce li abbiamo questi cinema in Italia. E fa un po' impressione vedere tutta questa gente". D'Alò rileva anche che "Il film d'animazione non è un genere facile quando è sottotitolato, perché ha un ritmo di lettura molto più veloce, quindi spesso o si legge il sottotitolo o si guarda il film. Eppure ieri sera c'era un pubblico soprattutto di bambini, ma c'erano pure molti giovani. Ho pensato che sarebbe stato difficile comprendere e invece ho visto che hanno seguito il film, ridevano al momento giusto e quindi sono molto contento di questa presentazione. La presenza così numerosa dei giovani è quello che manca un po' in Italia in queste occasioni. E anche dopo il film molti giovani sono venuti a salutarmi a ringraziarmi, a stringermi la mano e a chiedermi l'autografo. Mi hanno persino fatto firmare un iPad".

"La cosa che più mi fa ha fatto piacere, un piacere immenso, è vedere l'attenzione che il pubblico dimostra a prescindere dai film" chiosa Maricla Affatato, produttrice di Pinocchio e direttrice del casting, nonché voce della Volpe. "È stato molto bello ieri vedere come tutte le famiglie, compresi i bambini piccolissimi, seguissero immobili un film che oltretutto era in italiano - quindi non leggendo, perché di fatto erano bambini di quattro, cinque anni. Mi hanno colpito la compostezza e la loro capacità di seguire e partecipare. È una cosa che ti fa impressione: bambini che ridono, perché evidentemente riescono a capire il messaggio".

Affatato commenta ulteriormente "L'animazione qui la producono e c'è un'attenzione, un rispetto che in Italia non abbiamo. È un peccato perché dovremmo essere più convinti e consapevoli che il primo mezzo educativo o didattico che i bambini seguono con piacere sin da piccolissimi è proprio l'animazione. È una questione di grandissima attualità in un momento in cui le mille applicazioni di computer, smartphone e tablet si basano sull'animazione come mezzo esteso di trasmissione del contenuto".

La questione della fruizione del prodotto cinematografico e audiovisivo tra festival internazionali, mercato delle sale in crisi e nuove tecnologie interessa pure Soldini e Mordini: "Mi chiedo che spazi ci siano oggi in Corea per un film italiano o, di converso, per un film coreano in Italia. Guardate il caso del film di Kim Ki-duk Pietà che ha pure vinto il Leone d'Oro di Venezia. È uscito in settanta copie, che non sono molte per un Leone d'Oro veneziano. E quante persone l'hanno visto? Poche migliaia", nota l'autore di Pane e Tulipani, aggiungendo, "E poi il film non arriva nemmeno in tutto il paese. I multiplex questi film non li programmano e le sale d'art et essai cittadine stanno scomparendo. Mi domando quindi che tipo di circolazione potrebbe avere un film come il mio dopo la presentazione a Busan, nel caso fosse acquistato per questo paese: che sale lo programmerebbero? quante persone lo vedrebbero?"

Il regista di Provincia Meccanica invece crede nel formato proposto dal BIFF, "il festival avviene in ed è organizzato come un centro commerciale: dentro le sale i film, fuori c'è un concerto o un altro evento, quindi si creano molti poli di aggregazione. Ci sono una serie di cose, e ciò va benissimo, e c'è anche il cinema. Se non si sviluppano queste forma si rischia la scomparsa, come un po' per il teatro - cosa che ovviamente mi spiace e spero che non muoia mai". Mordini rileva anche la diversità del prodotto in mostra a Busan, "nel concorso Flash Forward metà dei film sono stati prodotti con 300,000 euro. Qui puoi trovare produzioni d'autore dure, estreme la rilettura in animazione di un classico come Pinocchio, la commedia e un film da 1.2milioni di euro come il mio, mettendo in relazione un cinema in trasformazione; modi di produzione e approcci diversi". Mordini teorizza anche acutamente come l'entusiasmo genuino del pubblico coreano per il cinema e per tutto il cinema in programma a Busan sia dovuto al fatto che "questo è un popolo che sta vivendo un po' i nostri anni Sessanta cioè un momento di boom, di grande sviluppo. Sono pieni di entusiasmo, e questo si porta dietro un fenomeno come il divismo - che noi ovviamente abbiamo abbandonato, perché stiamo vivendo un periodo di grande depressione. Qui c'è l'idea che il sogno è possibile. E gli attori lo rappresentano, come i registi. Il mondo dello spettacolo in generale lo rappresenta in assoluto. Questo mi sembra molto chiaro, ed è anche molto bello riscontrarlo. C'è entusiasmo e questo dà anche grande forza".

E l'entusiasmo coreano per il cinema italiano ha portato fortuna al Pinocchio di Enzo D'Alò. Il film è stato acquistato per il mercato coreano e "il distributore si è davvero entusiasmato e voleva fare uscire il film subito o a Natale. Ma siccome l'uscita italiana è prevista per inizio 2013, abbiamo chiesto loro di frenarsi", rivela Maricla Affatato.

C'è da sperare, quindi, che la crescente partecipazione italiana al BIFF porti ulteriori frutti e apra ancor di più al cinema di casa nostra le porte dei mercati sempre più ricchi e diversificati (sala, video, VOD on line) dell'Estremo Oriente.

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