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Film nelle sale: da Cannes all'Italia

In uscita i film di Marshall, Malick e Dardenne.
di Robert Bernocchi

In foto Johnny Depp e Penelope Cruz, i protagonisti di Pirati dei Caraibi - Oltre i confini del mare di Rob Marshall.

mercoledì 18 maggio 2011 - News

Dopo lo sbarco a Cannes, oggi arriva anche in Italia Pirati dei Caraibi - Oltre ai confini del mare. Forse è meglio parlare di un'invasione (di cinema), visto che saranno più di mille gli schermi coinvolti, quasi sicuramente un record per il nostro Paese, dovuto sia all'enorme interesse commerciale di questo prodotto che alla povertà di titoli forti in circolazione.
La fonte della giovinezza che è al centro di questo film forse è anche quella che i produttori tentano di (ri)trovare con il quarto episodio, dopo che il terzo capitolo ha lasciato molti fan insoddisfatti. Per riuscirci, ecco arrivare alcune new entry. La più importante è il regista di Chicago Rob Marshall, che sostituisce Gore Verbinski. Sullo schermo, invece, c'è Penelope Cruz, utilissima per riempire paginate di gossip, grazie alla sua bellezza e allo stato di gravidanza in cui si trovava durante le riprese.
Come spesso succede, l'utilità del 3D è più legata al sovrapprezzo del biglietto che a 'fondamentali' ragioni artistiche, ma almeno in questo caso circa metà delle sale offrono la pellicola in 2D e non costringono gli spettatori a una scelta obbligata. Insomma, nessun dubbio su chi sarà a finire primo al box office in questo periodo...

L'albero della vita secondo Malick
Decisamente un altro mondo quello di The Tree of Life di Terrence Malick. A Cannes ha diviso ferocemente la platea tra sostenitori e critici, mentre in Italia i primi sembrano essere in netta maggioranza. Ma qualsiasi sia il 'partito' di appartenenza, è indubbio che ogni pellicola di questo regista rappresenti un evento a sé, da scoprire e giudicare da soli, visto quanto l'esperienza sia soggettiva.
In questo caso, forse più che per altri prodotti, sembra indispensabile la visione al cinema per godersi al meglio questo titolo. Difficile riassumere un'opera così personale, divisa tra la storia di una famiglia texana degli anni Cinquanta (ma con dei flash forward nel futuro di uno dei figli) e la spettacolare nascita (e fine) del mondo. Se i continui paragoni con 2001: Odissea nello spazio sono probabilmente esagerati (per esserne sicuri, dovremo riparlarne tra trent'anni, non c'è fretta), sicuramente siamo di fronte ad alcune delle immagini più belle dell'ultimo decennio, che confermano anche l'enorme talento del direttore della fotografia Emmanuel Lubezki, forse il più bravo al mondo in questo momento. Certo, il grande pubblico preferirà navigare nei Caraibi con Jack Sparrow e in effetti le poco più di cento sale per Malick fanno pensare alla ricerca di una buona media per copia, in attesa magari che dalla Croisette arrivi un premio importante. Ma questa non è certo una sorpresa...

Il realismo sentimentale dei Dardenne
Altro titolo d'autore che esce oggi è Il ragazzo con la bicicletta dei fratelli Dardenne, una delle poche certezze del cinema europeo e mondiale degli ultimi quindici anni. Con il loro stile, imitato da molti ma quasi mai con gli stessi risultati brillanti, continuano a raccontarci storie apparentemente semplicissime, ma straordinariamente complesse.
Basta mettere in scena un adolescente che fa di tutto per vivere con il padre, che invece di lui non ne vuole sapere, e poi pedinarlo con ostinazione, fino a sviscerare la sua personalità in maniera forte e commovente. Sulla carta, sembra facilissimo, ma in realtà dietro c'è un lavoro certosino che pochi autori hanno la pazienza di fare. Forse non un capolavoro come altri loro film, ma comunque un'opera che sa come costruire i propri personaggi evitando sentimentalismi e banalità.

Dilemmi e castori
Da venerdì invece arrivano in sala due prodotti difficili e che non hanno avuto molta fortuna in patria. Si rifaranno da noi? Non sarà semplice. Il dilemma sembra tutto tranne che un film di Ron Howard. Il regista che ha portato sul grande schermo (con ottimi risultati dal punto di vista commerciale, molto meno da quello artistico) i romanzi di Dan Brown, presenta una strana commedia drammatica su due amici e il loro rapporto molto stretto, che viene messo in discussione da una scoperta che fa uno di loro.
Forse, proprio questa difficoltà nel catalogare la pellicola in un genere preciso ha creato problemi alla pellicola in patria. Non era facile neanche promuovere Mr. Beaver, che vede Jodie Foster tornare dietro alla macchina da presa e che si pensava potesse ottenere molto di più. Ma dopo che Mel Gibson è tornato agli onori delle cronache per motivi poco edificanti, l'uscita della pellicola è stata rinviata e i produttori si sono ritrovati nella difficoltà di lanciare un film con una star ormai detestata dal grande pubblico.
Non c'è dubbio che anche i più feroci detrattori di Mel Gibson lo preferiranno in Mr. Beaver che nella vita reale. D'altronde, meglio parlare sfruttando un pupazzo a forma di castoro che diventare manesco e urlare insulti razzisti, giusto? Sarebbe stato bello che anche nella vita reale l'attore australiano avesse risolto così brillantemente i suoi demoni interiori...

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