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Storia "poconormale" del cinema: puntata 95

Una rilettura non convenzionale della storia del cinema.
di Pino Farinotti

Claudia Cardinale (Claude Joséphine Rose Cardinale) (86 anni) 15 aprile 1938, Tunisi (Tunisia) - Ariete. Interpreta Angelica Sedara nel film di Luchino Visconti Il gattopardo.

venerdì 17 dicembre 2010 - Focus

Il sociale
L'evoluzione politica, sociale, generale dell'Italia nel decennio sessanta ha un suo anno esemplare, il 1963. In chiave politica la Dc è sempre il partito e l'idea leader del Paese, ma danno segnali importanti i poli opposti, la sinistra e i liberali. Un'idea che trova un approdo ufficiale, un precedente autentico nel dicembre di quell'anno, quando Aldo Moro forma il primo governo organico di centro-sinistra. Il nuovo vento progressista porta a segnali anche nella cultura, anzi, nelle culture. Un'indicazione perentoria, quasi violenta arriva da Lucio Fontana che con i suoi Tagli, riforma il concetto di spazio e di superamento delle estetiche e dei contenuti. In letteratura nasce un movimento importante, con qualche piccola eco anche internazionale, il Gruppo 63, appunto. Ne fanno parte autori come Arbasino, Eco e Sanguineti. Natalia Ginzburg pubblica per Einaudi il suo "Lessico famigliare", semplicemente la storia della sua famiglia, raccontata come una cronaca, pura realtà senza inserti fiction. La Natalia Ginzburg riprende lo stile americano alla Truman Capote e lo riproduce secondo la nostra cultura. Il libro vince lo Strega. In quello stesso '63 nasce a Venezia il Premio Campiello.

Riforma
In questo generale contesto di evoluzione e riforma il cinema non è da meno. Dico subito che in quell'anno l'Italia si aggiudica tutti e tre i Grandi Premi. L'Oscar con 8 e mezzo di Fellini, la Palma d'oro di Cannes con Il gattopardo di Visconti e il Leone d'oro di Venezia con Le mani sulla città di Rosi. Con 8 e mezzo Fellini è al suo terzo Oscar. Ne vincerà un quarto con Amarcord (1973) e un quinto alla carriera. Cinque Oscar, significa che Hollywood, che comunque va sempre intesa come "prima opzione lo spettacolo", riconosce all'artista italiano il primato assoluto del cinema. Fellini è il cinema. Per definire 8 e mezzo, autentica opera-culto del mondo ecco uno stralcio del "Farinotti".

"... Qui tutto si compie, tutti i misteri vengono identificati. Il mondo del regista si evolve da (più o meno) reale che era, sale di dimensione per diventare tutto. Tutto incredibilmente nella sua prima persona,come una sorta di paradiso-inferno efficaci, onnicomprensivi: il cinema di Fellini è complice, misterioso e ruffiano, blasfemo e religioso, è puttaniere e crea disagio, è eroico e vigliacco, uomo e donna, qualunquista, apolitico, periferico, olimpico e provinciale. Ma la soglia della fantasia, magia e sortilegio è la più alta, raggiungibile solo da Fellini..."

Segnale
La Palma a Visconti è un altro segnale importante. Comincia con l'essere un segnale di differenze. Fellini è un artista generale, riottoso di fronte all'opera di un altro. Se si applicava a un testo, al "Satyricon", per esempio, non ne usciva Petronio, ma Fellini. Certo non va inteso come limite, tutt'altro, va inteso come identità di artista, che pone prima di tutto se stesso come modello. Ma se affidavi un'opera a Visconti, come il Gattopardo, l'opera assume una doppia paternità dove l'una non prevale sull'altra.
E infatti, il romanzo di Lampedusa accorpa la doppia identità, quella della letteratura e quella del cinema, in un autentico unicum. Forse nessun'altra opera doppia è così perfetta. Così Visconti diventa narratore impareggiabile, e a sua volta, come Fellini, artista generale. Cinema e arte generale, appunto. E la sequenza del valzer di Verdi col principe Salina-Lancaster che balla con Angelica-Cardinale, è un'estetica di puro cinema alla De Mille e un affresco di pura arte alla Delacroix. Mai Palma fu più opportunamente attribuita.

Puro
Nel quadro del sociale di quell'anno, così ricco, articolato e intenso non poteva mancare un'opera di puro sociale. Il Leone di Venezia viene attribuito a Le mani sulla città, di Francesco Rosi. Il soggetto: crolla un palazzo a Napoli, il costruttore non solo se la cava ma, con le sue amicizie politiche, diventa assessore all'edilizia. Una vicenda del 1963, ma di tutte le epoche. Davvero ricorda qualcosa. Rosi, col suo film duro e triste, quasi violento, annunciava un movimento che sarebbe arrivato non molti anni dopo.
1963: facciamo il "triplete", come si dice. Più titoli in quell'anno che negli ultimi quindici. Mi sembra un segnale forte.

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