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Venezia 2010: incontro con Danis Tanovic

Se Fellini fosse stato vivo, probabilmente avrebbe girato lui Cirkus Columbia.
di Luisa Ceretto

Il ritorno in Bosnia
Danis Tanovic (55 anni) 20 febbraio 1969, Zonica (Bosnia-Herzegovina) - Pesci. Regista del film Cirkus Columbia.

martedì 7 settembre 2010 - Incontri

Il ritorno in Bosnia
Autore pluripremiato, noto per il suo folgorante esordio, No Man's Land, vincitore dell'Oscar per il miglior film straniero, Danis Tanovic è presente al festival di Venezia col suo quarto lungometraggio, Cirkus Columbia, in programma nella sezione, "Giornate degli Autori". Dopo aver girato Triage, un film sulla guerra in Kurdistan, Tanovic fa ritorno in Bosnia, riavvolgendo il nastro della Storia, agli inizi degli anni novanta…
In occasione della sua presenza alla Mostra, gli abbiamo rivolto alcune domande.

Nel suo cinema la guerra è un tema ricorrente, ce ne vuole parlare? Esiste un modo per filmare la guerra?
Non c'è un modo preciso per filmare la guerra, è un argomento talmente complesso da affrontare. Si può parlare di combattimenti, ma si può parlare anche raccontare il dolore della perdita di un caro, del desiderio di uscire per strada, di uccidere, di fare sesso… Io ricordo che durante la guerra in Bosnia si faceva l'amore forse come non mai… Ho accennato ad una trilogia, perché finora ho realizzato tre film sulla guerra (No man's land, Triage, Cirkus Columbia, ndr) ma potrebbe anche divenire una quadrilogia, o anche più…
La guerra è qualcosa che segna profondamente un percorso esistenziale, ora ne sono convinto, credevo di poterne uscire illeso, ma non è così… è impossibile dimenticare e del resto se lei guarda ora la situazione mondiale, quel che accade nel mondo, in Iraq, in Pakistan, o anche solo quel che accade in questi giorni in Francia con Sarkozy che scaccia i Rom…

Nel film c'è un'idea forse un po' nostalgica di un Paese, la Jugoslavia, che non esiste più…
Credo sia un segno di senilità, sfortunatamente. La nostalgia pare che sia un sentimento che provano le persone che invecchiano e sentono il tempo che passa… si vedono le cose forse con un occhio diverso, con maggior benevolenza e così le cose di un tempo sembrano migliori... Temo di aver perso quello sguardo un po' naif e felice sul mondo. Anche se guardo e ancora oggi mi meraviglio del blu del cielo, ad esempio…

Il film evidenzia con grande efficacia il meccanismo per cui d'un tratto due amici per la pelle, si trasformano in acerrimi nemici…
Ma è vero, è accaduto qualcosa di simile anche a me… Potrei raccontarle storie terribili, anche della mia stessa vita. Ricordo, ad esempio, che abitava vicino a me, Boris, un mio compagno di scuola. Davanti a me, nella mia stessa classe c'era, invece, Radan. Con la guerra, di Radan, che era serbo, per un certo periodo non abbiamo più avuto notizie… Ci siamo ritrovati dopo diverso tempo a Parigi… amici… ma un tempo nemici. Loro due hanno cominciato a ridere, a piangere e a ridere nuovamente… non si sapeva più come comportarsi, in effetti… erano amici, ma poteva accadere che in tempo di guerra uno potesse uccidere l'altro…

Stereotipi e cliché
Il protagonista maschile rientra dalla Germania dopo una ventina d'anni e fa il suo ritorno trionfale, come se l'avesse preparato da una vita... una sorta di stereotipo dell'uomo che ha raggiunto il successo...
Sì, si parla sempre di cliché, ma che cos'è, al fondo? Un cliché è una verità detta forse troppe volte. Mi fa piacere che abbia notato questo aspetto. In fondo, potrebbe anche trattarsi di un film italiano. Io son cresciuto con l'immaginario del cinema italiano…Non voglio fare confronti, ma per esempio Novecento parla di un secolo e Cirkus Columbia ne racconta l'epilogo. Abbiamo tutti pensato che il socialismo e il comunismo potessero creare un Mondo Nuovo, purtroppo abbiamo visto dove siamo andati a finire…ed il risultato è soltanto quello della Ex Jugoslavia! Non mi sembra di poter essere molto ottimista, ho l'impressione che prevalga ormai il pessimismo. Ma comunque la Storia segue un ciclo e chissà…vi sono corsi e ricorsi…

Cirkus Columbia è tratto da un romanzo, ce ne vuole parlare?
Forse il testo è stato tradotto anche in italiano, si tratta di un romanzo breve, di un'ottantina di pagine, si svolge in un arco temporale di dodici anni; il mio film ha una stesura di più di cento pagine e si svolge nell'arco di tre settimane…Come vede, ho solo preso qualche spunto…Quando ho letto il libro mi sono detto che se Fellini fosse ancora stato vivo, avrebbe certamente fatto un film. C'è qualcosa nel testo che rimanda al suo cinema e alle sue atmosfere. Sì, mi è venuto in mente Fellini… e non nascondo che forse è proprio una delle ragioni per cui ho girato il film…

I colleghi
Il protagonista è magistralmente interpretato da Miki Manojlovic, che ha dato il volto a molto cinema della Ex Jugoslavia, a partire dai film di Emir Kusturica, Papà… è in viaggio d'affari
Sì, è vero, Manojlovic è davvero uno dei più grandi attori. Del resto avevo già lavorato con lui sul set di L'enfer.

E con Mira Furlan?
No, anche se la conoscevo, ora abita ad Hollywood. Ma sa, il film è pieno di attori importanti …diciamo che li ho ritirati fuori dalla naftalina, si tratta di vecchie glorie del cinema jugoslavo, che ormai da tempo non calcano le scene…
Ad esempio, il sindaco (Milan Strljic, ndr), è da tanto che non recita, ma è un bravissimo e noto attore. E' considerata una star da tutti noi cineasti … Ho voluto lavorare con lui e con altri interpreti perché sono magnifici e il fatto che la Jugoslavia non esista più beh…non importa…siamo tutti un unico popolo, c'è solo questa sfortuna di religioni così tanto diverse, è terribile... In realtà siamo simili, abbiamo la stessa lingua, ascoltiamo la stessa musica, viviamo la stessa Storia…

Il film dov'è stato girato?
Vicino a Mostar… La Bosnia è un bel paese, ancora molto naturale, selvaggio, molto diversa ad esempio dall'Italia. Qui (in Italia, ndr) lei se si mette in viaggio troverà sempre qualche abitazione …in Bosnia lei può percorrere intere zone e non trovare nulla, montagne, fiumi e null'altro…
Se lei esce da Sarajevo, è sufficiente percorrere una ventina di chilometri per essere in mezzo al nulla…la strada finisce e cominciano le montagne…

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