Una vita in passerella
Nei primi anni '90, insieme a Claudia Schiffer, Cindy Crawford, Linda Evangelista, Kate Moss e Christy Turlington, faceva parte delle Big Six, il nome che la stampa aveva dato alla ristrettissima cerchia che annoverava le più famose e rispettate top model del momento. Valentino, Armani, Chanel, Calvin Klein, Versace, tutti i grandi nomi dell'alta moda le volevano al loro fianco per lanciare una nuova collezione, una nuova linea, un nuovo profumo. Ognuna di loro sarebbe entrata nella storia della moda e della cultura pop per una caratteristica; con le sue gambe lunghissime, il suo metro e settantasette d'altezza, la pelle scura e lucida, gli occhi da gatta e le labbra carnose Naomi Campbell vi sarebbe entrata con il nome di Pantera Nera. Da ragazzina aveva avuto come modello Iman – l'indossatrice somala nota anche per essere la moglie di David Bowie – ma in breve avrebbe ispirato a sua volta le giovanissime guadagnandosi, a soli 15 anni, la copertina inglese di Elle. Nessuna modella di colore aveva ancora conquistato una cover tanto celebre e in seguito, in termini razziali, la Campbell sarebbe stata anche la prima ad apparire sulle copertine di Vogue (in Francia e Inghilterra) e del prestigioso Time Magazine. Quanto alle sue numerose apparizioni sulle riviste di gossip, questa è tutt'altra storia. Se in un thriller all'italiana degli anni '80 la modella di turno sotto il vestito indossava niente, con il suo temperamento e la facilità a perdere il controllo, la Campbell ha celato a lungo un corpo da lottatrice. Qualcuno è arrivato a definirla la Mike Tyson della passerella in seguito alle numerose discussioni – avute per lo più con le sue assistenti – finite con tanto di denuncia per insulti e percosse.

Carriere parallele
Nata il 22 maggio 1970 a Streatham, Londra, Naomi Campbell fa la sua prima apparizione nel mondo dello spettacolo all'età di otto anni partecipando al videoclip di Bob Marley Is This Love?. Quasi un lustro più tardi viene scelta per fare la ballerina di fila in I'll Tumble 4 Ya dei Culture Club (in seguito sarebbe stata ricordata per aver sussurrato e ballato per Michael Jackson nel video In The Closet). Nonostante l'esordio in ambito musicale, la carriera da cantante sarebbe rimasta a lungo un sogno nel cassetto. Solo dopo essere diventata una delle modelle più ammirate e pagate di tutti i tempi, Naomi avrebbe avuto il coraggio di dare alle stampe Baby Woman, il primo e unico album della sua carriera (un flop in termini di vendite fuorché in Giappone, dove il brano La, La, La Love Song raggiunge il primo posto delle classifiche). Se la Campbell non ha avuto molto fortuna in ambito letterario – il romanzo Swan è diventato un caso nel momento in cui si è scoperto fosse stato scritto dalla ghostwriter Caroline Upcher – neanche al cinema si è ritagliata un ruolo di spicco. Solo quando ha interpretato se stessa sfilando sulle passerelle di un Prêt-à-Porter altmaniano si è assicurata l'immortalità sul grande schermo.