La promesse
Lasciata la provincia di Seraing per la più metropolitana Liegi, i fratelli Dardenne tornano al cinema con una storia di ordinario sfruttamento ai danni di una giovane emigrata albanese, che accetta un matrimonio d'interesse con un giovane belga tossicodipente per garantirsi la cittadinanza e poi riciclarla a fini di lucro. Come Rosetta, Lorna è una persona che esiste ma non si vede, diversamente da Rosetta Lorna ha il sogno dell'integrazione, di un bar e di un futuro da gestire "in libertà". Ancora una volta i Dardenne scelgono un tema urgente eppure poco stimato dai programmi politici della comunità europea. Ancora una volta scelgono una storia ordinaria su una realtà che, proprio perché così quotidiana, finisce con l'apparire ormai normalizzata e metabolizzata. Per farlo i Dardenne pongono la macchina da presa ai margini della società, lontani dal sensazionalismo dei reportage televisivi e da qualsivoglia forma di spettacolarità. Al centro del film c'è Lorna, una giovane donna che vuole entrare dentro la società e che vuole essere riconosciuta come persona. Fedeli alla poetica di un'osservazione ravvicinata e rigorosa del dolore e della dignità del vivere, gli autori hanno però rinunciato ad usare la macchina a mano e hanno girato in 35 mm, concentrandosi sul corpo, sul volto e sullo sguardo di Lorna fino ad aprirsi alla realtà sociale abitata dalla protagonista. Il matrimonio di Lorna è alieno dal saggio o dal film "a tesi", anzi è tanto più eloquente quanto più fa del silenzio la propria misura. Celebrando il matrimonio bianco di Lorna, i Dardenne fotografano la morte della morale e la regressione antropologica che mostra l'uomo contro l'uomo ma promettono anche il risveglio della coscienza con un atto d'amore e dentro un bosco "fiabesco". Nascosta tra gli alberi c'è la casetta incantata dei Grimm, dove Lorna si rifugia col suo enfant rêvé, promettendo di tradire la sua "normalità" e di allargare il proprio orizzonte culturale e morale.

Sommerse e salvate
C'è qualcosa che lega profondamente le creature femminili dei Dardenne, qualcosa che lega Lorna a Rosetta. Hanno entrambe un lavoro, un amico e una vita normale. Una favola destinata a finire nonostante l'animalesca ostinazione nel raggiungimento della meta. Sembrano non avere emozioni, concentrate come sono dall'immanenza della loro condizione, quello che gli preme di più è avere i soldi per comprare il pane quotidiano o il sogno di diventare belga. Il denaro nei film dei Dardenne raggiunge lo status di personaggio ed è il motore delle azioni delle loro opere, unica forma di scambio tra le persone: rubato senza scrupoli, conservato in una busta, nascosto sotto terra, stropicciato o appallottolato nelle tasche. Lorna e Rosetta non sanno cosa sia l'amicizia perché la miseria le costringe ad essere carogne fino al punto di truffare e tradire chi in fondo è come loro: delicato e rabbioso come un animale ferito. Le protagoniste dei film dei Dardenne disobbediscono alle regole della comune morale sociale e interpretano il tradimento come resistenza e ribellione, giocata nei termini di una lotta per la sopravvivenza (Rosetta) o nei termini di un processo di crescita e di responsabilizzazione (Il matrimonio di Lorna). In opere dove tutto ruota attorno alla truffa, alla contraffazione e al "seppellimento" di ciò che intralcia l'esistenza delle protagoniste, i Dardenne scelgono di salvare Lorna e Rosetta da un destino tragico indotto da una società tragica. Le giovani donne, invase dal fuoco della sopravvivenza, impareranno a guardare un altro e a vederlo come essere umano. Sono donne-soldato che adesso possono permettersi di guardare al futuro, facendo attenzione a non farsi uccidere nella guerra per la ricerca di un posto nella società.