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Aldo Tonti

Aldo Tonti è un attore italiano, fotografo, è nato il 2 marzo 1910 a Roma (Italia) ed è morto il 7 luglio 1988 all'età di 78 anni a Roma (Italia).
Nel 1961 ha ricevuto il premio come miglior fotografia a colori al Nastri d'Argento per il film Ombre bianche [2].

Dotato di un ottimo mestiere e di una tecnica duttile e raffinata, aperto alle più varie sperimentazioni artistiche, Aldo Tonti può essere considerato uno degli operatori italiani più interessanti e significativi del nostro cinema, tanto che la sua opera ha certamente contribuito a conferire validità artistica e successo a numerosi film italiani del dopoguerra. Dopo avere esercitato la professione di fotografo, Tonti iniziò nel 1934 la sua attività nel mondo del cinema, con la qualifica di aiuto-operatore. Nel decennio 1934-44 ebbe un periodo di lavoro particolarmente intenso, che gli permise di conquistare una notevole abilità tecnica e di affinare i propri mezzi espressivi. Gli eccellenti risultati di questo tirocinio professionale si rivelarono con indubitabile chiarezza nel 1943, quando, insieme a Domenico Scala, lavorò come direttore della fotografia ad uno straordinario film di Luchino Visconti, Ossessione. Ma fu soprattutto nel dopoguerra che Tonti poté esprimere nel modo più completo le proprie doti; ebbe infatti la possibilità di collaborare con i nostri migliori registi, in particolare con Alberto Lattuada, a una serie di film di notevole livello artistico e culturale, alcuni dei quali aderivano alle scelte estetiche del neorealismo, mentre altri presentavano caratteri più letterari e calligrafici. In quegli anni, le grandi capacità professionali di Tonti e la sua non comune sensibilità estetica si espressero al meglio in numerosi film; ricordiamo, in proposito, la fotografia scabra ed essenziale de Il bandito (1946) e di Senza pietà (1948), in assoluta coerenza con lo spirito dei film, entrambi diretti da Alberto Lattuada. Allo stesso periodo appartengono le straordinarie immagini de Il sole sorge ancora (1946, Aldo Vergano) e i meravigliosi sfondi paesaggistici de Il mulino del Po (1949, Alberto Lattuada); i delicati mezzi toni e, per contrasto, le improvvise illuminazioni coloristiche che accendono la fotografia de Il delitto di Giovanni Episcopo (1947, Alberto Lattuada) e di vari altri film di quel periodo, fra i quali Roma città libera,(1946, Marcello Pagliero, ed. 1948]) ed Europa '51 (1952, Roberto Rossellini). Il progresso tecnico, che portò all'uso del colore e alla proiezione delle immagini su maxi-schermo, permise a Tonti di ottenere risultati artistici ancora più notevoli, immuni da estetismi fine a se stessi o da cedimenti ad una spettacolarità gratuita. Pensiamo ad esempio alla profonda efficacia drammatica e all'eccellente valore figurativo e coloristico delle immagini di Guerra e pace (1956, King Vidor), in cui Tordi collaborò con Jack Cardiff; a quelle de La tempesta (1958, Alberto Lattuada), o alla mirabile rappresentazione del gelido mondo polare di Ombre bianche (1960, Nicholas Ray e Baccio Bandini), in cui lo splendore delle immagini riuscì ad esaltare al massimo il valore e i contenuti delle opere stesse, dando vita ad una straordinaria sintesi estetica, drammatica e visiva.

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