Hereafter |
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Un film di Clint Eastwood.
Con Matt Damon, Cécile De France, Joy Mohr, Bryce Dallas Howard, George McLaren, Frankie McLaren, Thierry Neuvic.
continua»
Drammatico,
durata 129 min.
- USA 2010.
- Warner Bros Italia
uscita mercoledì 5 gennaio 2011.
MYMONETRO
Hereafter
valutazione media:
4,09
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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La rete di Hereafterdi Toro SgualcitoFeedback: 1567 | altri commenti e recensioni di Toro Sgualcito |
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mercoledì 12 gennaio 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il soggetto del film è ad alto rischio di banalizzazioni e inoltre commercialmente è un tema forte perché il mistero com’è noto attira molte persone e questo aggiunge ulteriori pericoli di ritrovarsi in una rete per ampie platee. Bene, cosa è successo allora? E’ successo che dal suo Hereafter il capitano Eastwood ha calato una rete bella grossa segno evidente che l’obbiettivo della pesca non erano le perle. Il film tratta il tema dell’Aldilà, cioè quello che potrebbe esserci dopo la morte e per parlarci di questo Hereafter ci mostra tre personaggi che vivono in tre nazioni differenti, le cui vite giungeranno ad incrociarsi a Londra. Una è la vita di George (Matt Damon) che è un sensitivo e che vorrebbe smettere di farlo. Un’altra è quella di Marie (Cécile De France), una giornalista che vuole scrivere un libro sulle esperienze di persone che hanno “vissuto” momenti di morte e l’ultima è quella di Marcus (George McLaren) un bambino ferito presto dalla vita e reso ostinato da un suo bisogno molto importante. La storia purtroppo rimane molto “meccanica” e schiacciata da parecchi cliché ma il girato è sempre di buon livello: adeguati gli attori, buona la fotografia, musica non originale ma dignitosa e puntuale. Tutto piuttosto giusto e anche troppo. Il buon Eastwood poi, a modo suo, non rinuncia alla predilezione per il sociale. Infatti due dei tre personaggi principali appartengono alla lower class: George sceglie di fare l’operaio e Marcus è figlio di una tossicodipendente. Il film sfiora anche il tema dei licenziamenti per la crisi economica e ci dà un’immagine positiva dei servizi sociali londinesi. Però questo non basta e Hereafter rimane un film piuttosto piatto. Ci sono anche momenti emozionanti ma sono più il frutto di maneggiare bene il grande mestiere del cinema che di profondi coinvolgimenti negli eventi. Matt Damon poi m’è parso avere un range espressivo un po’ stretto, ma credo sia uno stile: quella sorta di mezzo broncio permanente alla Di Caprio. Un apparizione breve ma in qualche modo intensa è quella di Melanie (Bryce Dallas Howard). Insomma se capita di vederlo sconsiglio grandi aspettative. Eastwood sa fare film migliori.
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