Il suicidio è sempre un paradosso.
Con Titanic , James Cameron aveva tentato di uccidere il fare cinema, affogandolo nell'oceano.
La ricostruzione di una nave storica e il suo annientamento peraltro avvenuto nella realtà.
Il suo distruggere il cinema coincideva con la tragedia della realtà.
Con Avatar , Cameron risorge e tenta , anzi , ottiene, il suicidio definitivo del mezzo cinema.
Avatar distrugge ciò con cui si fà. Cameron uccide il cinema proprio portandolo alla sua massima espressione tecnologica.
Inventa un intero mondo questa volta, con il cinema , un mondo puro, innocente, incontaminato, proprio dove la tecnologia non deve esistere...In Titanic la nave era una protesi del corpo umano con cui superare spazi palesemente impossibili al passo umano, quì in "Avatar" un ragazzo ha bisogno di una protesi per fuggire dalla sua realtà di disabile.
Egli vorrebbe, come Cameron, staccare la spina della connessione una volta in "Avatar".
James cameron sarebbe un perfetto Robinson Crosue, non chiederebbe di meglio,la sua disgrazia è usare tutta la tecnologia possibile al fine di distruggere il progresso medesimo.
Con Avatar ha inventato un nuovo congegno distruttivo con cui disintegrare il mondo totale per-tutti, per portarlo in Avatar, cioè nel suo.
Cameron soffre perchè non è Dio e il suo mestiere, a questo livello, gli permette di esserlo per un miliardo di persone che nel suo mondo ci entrano.
In fondo James è il ragazzo guerriero che per un incidente non può più esserlo in un certo modo, così schizofrenicamente crea un mondo per cui lottare e in cui lottare.
Da questa parte c'è la realtà che dispera il marine e James Cameron, il primo per le gambe , il secondo per la noia.
Questo cineasta è un grande visionario , che pecca gravemente nei dialoghi.
Vede un mondo ( e grazie a Dio può farcelo vedere ) che non sa cantare con una lirica abbastanza alta, che anzi utilizza una retorica banale,la quale entra in conflitto con il meraviglioso visivo.
E' un pittore ignorante che parla un volgare dialetto e che con questo non sa far versi.
Peccato...sarebbe stato il muto più bello della storia del cinema.
E la trama doveva essere la seguente:
Marine mutilato per disgrazia per dimenticare la sua tragedia si costruisce una macchina con cui sognare fino a morire .
Un "Vanilla Sky" oltre il quale non vi sono le incertezze del paradiso.
Acquerelli musicali...il silenzio azzurro in cui cantano le fiabe.
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