Il documentario affronta un ampio spettro di questioni, legando la Storia economica degli Stati Uniti a quella professionale di Robert Reich, che è stato il Segretario del lavoro dell'amministrazione Clinton oltre che autore del libro omonimo e impegnato in un tour promozionale, che lo mette di fronte a pubblici e interlocutori diversi. Il tutto corredato da grafici illustrativi dei dati citati e materiali di repertorio, per affrontare temi come i rapporti tra i liberi mercati internazionali, le concentrazioni di capitale e la regolamentazione governativa, giudicata ampiamente insufficiente da Reich.

Ho scelto questo titolo perché volevo essere provocatorio. Molte delle persone con cui ho parlato durante il tour promozionale del libro, che si dicevano conservatori o repubblicani non amavano il titolo perché suggeriva che c'era qualcosa di sbagliato nel capitalismo. Molti liberal e progressisti non lo amavano invece perché non volevano salvare il capitalismo. Per cui era ovviamente il titolo perfetto!

Reich, che alle ultime primarie democratiche è stato un sostenitore di Bernie Sanders, attacca le concentrazioni di capitale e la crescente sperequazione del reddito, tra una piccolissima fascia oscenamente abbiente e una larga fascia in crisi. Più che guardare alle cause del problema, ossia a quanto sia connaturato al capitalismo stesso, suggerisce misure lenitive come nuove leggi e interventi governativi ad attenuare la tendenza attuale. In fondo si tratta di una posizione assolutamente moderata, ma nell'attuale e tesissimo clima politico americano, il suo sforzo di trovare punti comune tra chi era dalla parte di Trump e chi da quella di Sanders per portare a un movimento di riforma - per quanto modesta - sembra una battaglia quasi sovversiva e contro i mulini a vento.