Poco dopo la telefonata a casa per reperire il libretto ferroviario che ha poi comprovato l'assoluta estraneità di Pinelli a un qualsiasi fatto correlato con piazza Fontana, Giuseppe Pinelli "cadde" dalla finestra dell'ufficio di Calabresi nella Questura di Milano. Suicida, dissero. Tanto che l'allora questore Marcello Guida, nel comunicare la notizia alla stampa, si affrettò anche a dire che questo atto estremo nient'altro sarebbe stato che una definitiva ammissione di colpevolezza, salvo poi ritrattare la propria baldanzosa dichiarazione di fronte alla dimostrazione incontrovertibile dell'alibi di ferro di Pinelli. Questo film è un'accusa verso le psicosi dello stato, che sembra far prevalere sempre la necessità di avere un colpevole per placare l'opinione pubblica. Un'accusa verso le versioni ufficiali, le coperture e le menzogne.