The Seed of the Sacred Fig

Film 2024 | Drammatico 168 min.

Regia di Mohammad Rasoulof. Un film Da vedere 2024 con Soheila Golestani, Missagh Zareh, Mahsa Rostami, Setareh Malek, Niousha Akhshi. Cast completo Genere Drammatico - Iran, 2024, durata 168 minuti. - MYmonetro 3,91 su 9 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento sabato 25 maggio 2024

Un dramma che da familiare diviene sociale nell'Iran delle proteste giovanili di piazza. Il film è stato premiato al Festival di Cannes,

Consigliato assolutamente sì!
3,91/5
MYMOVIES 4,00
CRITICA 3,81
PUBBLICO
ASSOLUTAMENTE SÌ
Un'opera estremamente coraggiosa che segna un fondamentale passo. È un megafono per dare voce a chi la vede soffocare nel sangue.
Recensione di Giancarlo Zappoli
sabato 25 maggio 2024
Recensione di Giancarlo Zappoli
sabato 25 maggio 2024

Amin ha finalmente ottenuto, dopo due decenni di lavoro, la promozione che attendeva: è ora addetto agli interrogatori e spetta a lui rinviare dinanzi al giudice gli accusati per una condanna che poi sarà certa. Ha una moglie devota e due figlie che studiano. La maggiore ha un'amica che viene gravemente sfigurata durante una manifestazione. Come aiutarla senza farlo sapere al capo famiglia? Per di più l'arma che e stata consegnata ad Amin al momento della promozione scompare da casa e lui rischia il carcere se non la si trova.

Un film militante dall'estremo coraggio che fa tesoro della lezione del cinema di impegno.

Sgombriamo subito il campo dal fatto che il regista sia riuscito a fuggire dall'Iran dopo una pesante condanna (che non era la prima) e che abbia potuto essere presente alla prima mondiale del film al festival di Cannes. Tutto ciò, che è indubbiamente importante, potrebbe costituire un filtro emotivo comunque distorcente rispetto al valore dell'opera in sé che invece c'è ed è molto elevato.

Perché Rasoulof realizza indubbiamente un film militante che fa del cinema un megafono per dare voce a coloro che la vedono soffocare nel sangue come accadeva nella seconda metà del secolo scorso, ad esempio dal cinema di Costa Gavras celebrato proprio a Cannes, ma fa molto di più.

Sin dalla prima inquadratura, in cui in dettaglio vediamo consegnare una pistola e delle pallottole, ci troviamo inseriti in una condizione di pericolo imminente che pervaderà con diverse valenze tutto il film. Perché di lì a breve quella realtà, quelle persone che Amin è chiamato a giudicare appellandosi a una legge divina che ritiene di poter interpretare ed applicare con rigore, inizieranno a sua insaputa ad entrare nella sua vita.

Le tre figure femminili al centro della narrazione, la madre e le due figlie, rappresentano, con i tratti della più assoluta verosimiglianza, le dinamiche che intercorrono tra generazioni. La madre, figlia di un uomo poco raccomandabile, ha trovato nel marito e nel rispetto dell'ordine un suo status che ora vede messo in discussione dalle figlie (in particolare da quella maggiore). Ma questo è solo l'inizio perché questo è un film in cui i nascondimenti fanno parte della necessità.

Amin non racconta alle figlie il suo mestiere di fornitore di teste al boia, la madre vuole tenerlo al riparo dalle loro turbolenze ed esse cercano, finché è loro concesso, di mediare con i genitori. Ma ciò che fa essere quest'opera cinema tout court è la disseminazione di segni che rimandano ad entità di potere invisibili quanto però onnipresenti.

Abbiamo visto in un recente passato Kafka a Teheran. Qui proseguiamo nel viverlo in una dimensione resa dall'attualità ancora più cogente e pervasiva (vedasi le riprese clandestine con i telefonini diffuse sui social che però al momento opportuno possono essere disattivati).

Chi detiene un potere ha sopra di sé qualcuno che, invisibile in un ufficio costellato di cartonati, lo controlla a sua volta. La fede cieca serve da alibi così come il timore della divinità si fonde con quello che nasce da una uno squillo di campanello al citofono a cui nessuno dà risposta.

Rasoulof sa portare sullo schermo l'oppressione quotidiana, e la supposta necessità del compromesso che le nuove generazioni non vogliono più accettare sapendola anche trasferire simbolicamente in tutta la parte finale del film in un villaggio abbandonato, novello 'castello' in cui interrogarsi sulle distorsioni di un Potere che reclama la propria onnipotenza.

Il cinema tout court (non solo quello iraniano) fa con questo film un fondamentale passo avanti nella fusione tra denuncia e sua rappresentazione sullo schermo.

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STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
venerdì 31 maggio 2024
Peter Bradshaw
The Guardian

Mohammad Rasoulof è un regista iraniano dissidente in fuga dal suo paese, dov'è ricercato, e arrivato a Cannes con un film sfrontato e sorprendente che rende giustizia all'incredibile dramma che sta vivendo personalmente e all'agonia che sta vivendo l'Iran. È un film sulla misoginia e la teocrazia di stato che rende evidente l'angoscia dei cittadini dissenzienti.

martedì 28 maggio 2024
Eddie Bertozzi
Film TV

Dentro: moglie, marito, due figlie. Fuori: una città, Teheran, e un paese, l'Iran, sconvolti da un'ondata di proteste senza precedenti dopo la morte di Mahsa Amini. La paranoia prende in ostaggio la famiglia quando la pistola d'ordinanza del padre, giudice istruttore dalla coscienza pesante, scompare nel nulla. Un film girato in condizioni più che ostili, dal passo ineguale e dalla durata sovrabbondante. [...] Vai alla recensione »

martedì 28 maggio 2024
Massimo Causo
Duels.it

Nella vita di Rezvan e Sana c'è la norma e c'è la normalità: sono le figlie di Iman, che è stato appena eletto giudice istruttore, ed è proprio questa agognata promozione, comunicata alle ragazze con una certa severità dalla madre Najmeh, a cadere sulle loro teste come una scure, che taglia a metà le loro esistenze e trasforma la normalità alla quale sono abituate nell'impero della norma.

sabato 25 maggio 2024
Alessandro Uccelli
Cineforum

Teheran, nelle strade si moltiplicano le proteste e gli arresti in seguito alla morte di Mahsa Amini, la studentessa ventitreenne morta il 16 settembre del 2022. Abbiamo visto da poco Iman (Missagh Zareh) diventare procuratore, dopo vent'anni di carriera fedele alla causa della rivoluzione - verrà poi il sospetto che non sia avvenuto nella più limpida delle maniere -, e lo abbiamo visto opporre una [...] Vai alla recensione »

venerdì 24 maggio 2024
Raffaele Meale
Quinlan

Già nella primissima sequenza di The Seed of the Sacred Fig Iman, il padre di famiglia che ha ricevuto una promozione ed è ora giudice istruttore presso il tribunale rivoluzionario di Tehran mostra a letto alla consorte la pistola che gli è stata consegnata per "difendersi". Chiunque si occupi anche in modo episodico di cinema sa bene che vige la massima secondo la quale se in un film si mostra una [...] Vai alla recensione »

venerdì 24 maggio 2024
Federico Pontiggia
La Rivista del Cinematografo

Il regista e sceneggiatore Mohammad Rasoulof porta in Concorso a Cannes 77 The Seed of the Sacred Fig: "Il regime iraniano può rimanere al potere solo attraverso la violenza contro il suo stesso popolo". Condannato a otto anni di carcere, e passibile di pena aggiuntiva proprio in virtù del film, Rasoulof ha lasciato la patria - la Repubblica Islamica gli ha confiscato il passaporto nel settembre 2017 [...] Vai alla recensione »

venerdì 24 maggio 2024
Aldo Spiniello
Sentieri Selvaggi

Iman ha appena ottenuto una promozione a investigatore presso la procura del tribunale. Il nuovo incarico rappresenta uno scatto di carriera importante, che apre prospettive di una vita più agiata. Ma anche problemi di non poco conte. In termini di coscienza personale. E di sicurezza per sé e la sua famiglia, la moglie e le due figli. Nel Paese sono sempre più accese le proteste contro il regime.

venerdì 24 maggio 2024
Adriano De Grandis
Il Gazzettino

Probabile Palma, perché è un film bello e potente e al tempo stesso vede la presenza del regista (e non la consueta sedia vuota), fuggito dall'Iran e arrivato a Cannes. Poco più che cinquantenne, Rasoulof da almeno una quindici d'anni è costantemente aggredito dalle forze politiche e militari iraniane: censurato, condannato, fustigato, i suoi film non sono mai stati proiettati in patria.

NEWS
CANNES FILM FESTIVAL
sabato 25 maggio 2024
Giancarlo Zappoli

Un'opera estremamente coraggiosa che segna un fondamentale passo avanti. In concorso a Cannes. Vai all'articolo »

winner
premio speciale della giuria
Festival di Cannes
2024
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