Sex Education

Film 2019 | Commedia, Drammatico +13 45 min.

Regia di Kate Herron, Ben Taylor (II), Runyararo Mapfumo, Dominic Leclerc, Alyssa McClelland, Sophie Goodhart, Alice Seabright, Krishna Istha, Laurie Nunn. Una serie con Emma Mackey, Asa Butterfield, Gillian Anderson, Ncuti Gatwa, Connor Swindells. Cast completo Titolo originale: Sex Education. Genere Commedia, Drammatico - USA, Gran Bretagna, 2019, Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 STAGIONI: 2 - EPISODI: 16

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Ultimo aggiornamento lunedì 25 settembre 2023

Un adolescente vive con sua madre che di lavoro fa la sessuologa. Il ragazzo allora, grazie anche ai consigli della madre, si allea con un suo compagno di classe intelligente e tagliente e aprono una clinica del sesso segreta a scuola. La serie ha ottenuto 1 candidatura a Critics Choice Award,

Consigliato assolutamente no!
n.d.
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CRITICA
PUBBLICO 2,97
CONSIGLIATO N.D.
Un'adolescenza complicata.
venerdì 14 dicembre 2018
venerdì 14 dicembre 2018

Un adolescente vive con sua madre che di lavoro fa la sessuologa. Il ragazzo allora, grazie anche ai consigli della madre, si allea con un suo compagno di classe intelligente e tagliente e aprono una clinica del sesso segreta a scuola.

Episodi: 8
Regia di Ben Taylor (II), Kate Herron, Runyararo Mapfumo, Sophie Goodhart, Alice Seabright.

Un finale esaustivo e coerente per una serie che ha fatto dell'inclusività e della completezza i suoi cavalli di battaglia

Recensione di Silvia Guzzo

È l'inizio di un nuovo anno a Moordale ed Eric e Otis si trovano a fare i conti con una scuola molto diversa dalla precedente. Al Cavendish Sixth Form College gli studenti si autogestiscono, le giornate cominciano con una sessione di yoga nel giardino comune, la popolarità va di pari passo con la gentilezza e tutto è all'insegna della sostenibilità e dell'inclusione. Eric non ha nessun problema ad ambientarsi e tuttavia deve fare i conti con un profondo conflitto interiore; mentre Otis si sente minacciato dalla presenza di una misteriosa terapista di successo. Nel frattempo, Maeve sta iniziando gli studi in America ed Aimee è alla ricerca di un'ispirazione artistica. Anche tra i genitori i problemi non mancano, a cominciare da Jean, che dopo la nascita di Joy non si sente più la stessa.

Per la sua ultima stagione Sex Education regala al pubblico un mosaico di storie articolato e ricco di sfumature, capace di abbracciare le tematiche più disparate senza scadere nella superficialità. A tratti didascalica e retorica, la serie riesce comunque a chiudere in modo coerente le sue molteplici linee narrative.

Nel corso di quattro stagioni Sex Education è riuscita a mantenere la sua qualità consolidando di anno in anno un'identità unica e ben riconoscibile, soprattutto da un punto di vista estetico. Basta vedere un solo fotogramma della serie per capire immediatamente che si tratta di Sex Education: colori, costumi, scenografie e ambientazioni hanno con il tempo creato un immaginario di successo che non potrà che influenzare altri prodotti di intrattenimento indirizzati ai teenager.

Per il gran finale, Sex Education chiude le storie dei suoi personaggi più iconici e ne introduce di nuovi, in un'aspirazione all'inclusività sempre più marcata ed evidente. L'elemento corale è, infatti, ai suoi massimi livelli: i personaggi sono tantissimi e le loro vicende personali si intrecciano in un mosaico articolato e ricco di sfumature. Proprio in questo risiede la forza e la debolezza di questa stagione: se da una parte la grande quantità di storyline consente alla serie di affrontare le tematiche più disparate e care agli adolescenti (ma non solo), dall'altra alcuni snodi narrativi si trovano a essere risolti in modo un po' affrettato e sbrigativo.

Ciononostante, Sex Education si dimostra comunque capace di portare avanti tutte le sue linee narrative con equilibrio, riuscendo a conferire una certa tridimensionalità a tutti i suoi personaggi e alle loro vicissitudini. Inoltre, a differenza di molti altri teen drama, non manca mai di approfondire il rapporto che lega i protagonisti e i genitori, che non vengono mai relegati a un ruolo eccessivamente marginale o macchiettistico. Il rapporto tra genitori e figli, in tutte le sue declinazioni, è infatti uno dei temi centrali di questa stagione ed è anche uno di quelli che riesce a toccare maggiormente l'emotività dello spettatore.

A dire il vero, sono molti i momenti in cui la serie si dimostra capace di strappare qualche lacrima, a volte in modo delicato e profondo - si tratta infatti di una stagione dolceamara e piuttosto malinconica - altre volte con un po' di artificio e retorica. Con il passare degli episodi, infatti, il tasso glicemico comincia ad alzarsi, sfiorando il limite della stucchevolezza: nelle ultime puntate si assiste così a una corsa disperata al lieto fine, che rende gli epiloghi di alcune storie fin troppo banali e prevedibili. Anche il tono didascalico utilizzato appare a tratti eccessivo, anche se pur sempre in linea con il target di riferimento e con l'aspirazione educativa che da sempre caratterizza la serie, e che viene richiamata fin dal titolo.

Da questo punto di vista, si tratta di un prodotto molto coerente, che persegue sino alla fine i suoi obiettivi di educazione sessuale, e soprattutto sentimentale, cercando di abbracciare più problematiche possibili senza mai risultare ripetitivo o ridondante. Un manuale di buone pratiche per le relazioni con sé stessi e con gli altri che gode di un comparto tecnico di qualità e di cast sempre all'altezza della situazione. Un plauso speciale va alla performance di Gillian Anderson, che ha donato al personaggio di Jean sfumature inedite e commoventi.

Insomma, le lezioni di Sex Education sono terminate e non possiamo di certo dirci insoddisfatti.

Episodi: 10
Regia di Ben Taylor (II), Kate Herron, Sophie Goodhart, Alice Seabright.

Una stagione contro l'oscurantismo, per sfatare nuovi tabù

Recensione di Claudia Catalli

È un nuovo anno alla Mordale, Otis e i suoi compagni di scuola sono cresciuti e proseguono nelle loro esperienze sentimentali e sessuali, con nuove scoperte, nuove lezioni di vita, nuove avventure. Ma anche una nuova preside e un nuovo modo di stare a scuola tutto da imparare.

Torna per la terza stagione su Netflix la serie più interessante mai girata sul mondo sessuale degli adolescenti, quella Sex Education che vede nella goffaggine e nello sguardo innocente del suo protagonista (Otis, alias Asa Butterfield, baby prodigio lanciato da Martin Scorsese ai tempi di Hugo Cabret) il Caronte perfetto per traghettare lo spettatore nel variopinto quanto sconosciuto mondo della sessualità adolescenziale.

La terza stagione si apre confermando subito almeno tre aspetti distintivi della serie: il linguaggio esplicito, l'attenzione ai corpi e alle diversità degli orientamenti, la determinazione ad essere più inclusivi possibile. Allora ecco una sequenza, la prima, in cui ritroviamo tutti i protagonisti delle stagioni precedenti, più alcune new entries, ovviamente intenti a fare sesso. Ognuno a modo suo, con il/la suo partner, da solo/a o magari con un visore. A seguire otto nuove puntate piene di sorprese e colpi di scena.

Tra quelli che siamo autorizzati a svelarvi, la coppia Eric (Ncuti Gatwa) e Adam (Connor Swindells) ufficializzano finalmente la loro relazione, mentre alla Moordale fa il suo ingresso la nuova preside Hope (interpretata da un'ottima Jemima Kirke), una fintoprogressista che si rivelerà molto più rigida e antidemocratica e oscurantista dei suoi precedenti. Ritroviamo uno dei personaggi in assoluto più amati dalla serie, la sessuologa Jean interpretata da Gillian Anderson, visibilmente divertita in un ruolo che le consente uno sfoggio di ironia e autoironia raro, è incinta. Se Otis, con tanto di baffetti, si diverte a fare sesso occasionale con la più cool della scuola (Mimi Keene) - altro stereotipo da rovesciare, dopo il bullismo di Adam che celava un'omosessualità repressa-, Maeve (la sempre più convincente Emma Mackey) approfondisce la conoscenza con il suo amico e vicino disabile pittore Issac (George Robinson, impeccabile). Tra le new entries più interessante, da segnalare è l'ingresso dell'artista Dua Saleh nel ruolo di Cal, nuovo studente non binario.

Proprio il non binarismo è la novità della stagione, che mira a mostrare a chi guarda l'assoluta necessità del rispetto di qualsivoglia identità o scelta personale, sentimentale, sessuale. Sex education continua a confermarsi come un prodotto di altissima qualità, non riferito esclusivamente a un target adolescenziale, ma assolutamente godibile da un pubblico trasversale. Le tematiche affrontate sono sempre più varie, si va dalla fluidità di genere all'alterità multipla, dall'importanza di battersi per i propri diritti e per quelli altrui ai problemi della gravidanza in età matura e della fecondazione artificiale, e più specificamente rispetto al sesso, dal sesso queer a quello etero occasionale, fino al sesso virtuale e "alieno" (con la bravissima Tanya Reynolds nei panni di una studentessa gay fissata, appunto, con gli alieni).

L'episodio più interessante è probabilmente il sesto, in cui Eric va a trovare i parenti in Nigeria: a girarlo è la regista di origini nigeriane Runyararo Mapfumo, firma anche di altri episodi insieme a Ben Taylor. Nello stesso episodio si approfondiscono le persone non binarie, con una battuta memorabile: «C'è troppa forza nell'alterità multipla». Non c'è spazio nella serie per concetti antiquati e inesistenti come la "normalità", tutto è raccontato nella sua quotidiana dignità di esistere, senza retorica e senza pietismi, anche e soprattutto quando si parla di disabilità; è la vera forza del progetto: trattare apertamente argomenti tabù e sfatare falsi miti, in un clima generale di commedia assolutamente godibile e fruibile da un pubblico ampio, scorretta quanto basta per strapparci più di una risata. Specie davanti a un bel vulva cupcake.

Episodi: 8 (45 min.)
Regia di Kate Herron, Ben Taylor (II).

La serie torna ad affrontare i temi tabù con una risata, e con più spazio ai personaggi femminili

Recensione di Claudia Catalli

Otis prosegue la sua crescita insieme emotiva, sentimentale e sessuale tra i vivaci compagni di scuola, gli accesi confronti a casa con la madre sessuologa e le avventure condivise con il suo migliore amico Eric. Alla vigilia della fatidica "prima volta".

Adolescenza fa rima con turbolenza e non è un caso. Lo sa ormai meglio di chiunque altro, avendolo imparato a sue spese, il tenero e sventurato Otis, alias Asa Butterfield - talento scoperto da Martin Scorsese - protagonista formidabile della serie di formazione Sex Education.

La seconda stagione inizia ricalcando in modo speculare il primo episodio della serie: se allora il problema per Otis era non riuscire a masturbarsi o avere un'erezione, adesso accade esattamente il contrario, deve capire come contenersi o quanto meno diminuire frequenza e desiderio. Lo ritroviamo tra le mura della Moordale Secondary School, in cui gli ormoni dei ragazzi esplodono e la voglia di sperimentare ogni tipo di prima volta pervade corridoi e classi varie. Lo sa bene l'esuberante Eric (Ncuti Gatwa, bravissimo) che in questa stagione vivrà una serie di vicissitudine e riscoperte, in primis quella dell'autostima, comprendendo che non è affatto la sua omosessualità il problema, semmai farsi andare bene chi non lo ritiene meritevole di una relazione pubblica.

A proposito di relazioni, Otis si sforza a portare avanti la storia con Ola, simpatica ma meno fascinosa della problematica dark girl Maeve. Emma Mackey, che la interpreta, dimostra una maturità ancora più notevole nel calarsi nei panni di una ragazza così detta difficile, il cui passato tornerà a galla in maniera prepotente in questa seconda stagione, bussando direttamente sulla porta del suo camper. Affronterà a pieno viso il disagio della tossicodipendenza (altrui) e la condizione della disabilità (sempre altrui), nel frattempo proverà a mettersi alla prova tornando a scuola e rientrando nel gruppo degli studenti più meritevoli. La sua relazione con Otis sarà altalenante, ma diversamente dalla prima serie Maeve ha ormai assunto la dignità di personaggio a tutto tondo, con una propria storia personale tutta da esplorare che corre in parallelo con quella di Otis.

La centralità dei personaggi femminili emerge con sempre maggiore evidenza: oltre a Maeve, anche Ola, la sua migliore amica Lily e le altre ragazze della scuola vengono raccontate meglio e con più spazio, senza contare la presenza sempre mastodontica di Gillian Anderson, che in questa stagione si scopre vulnerabile, fallibile, fragile e delusa, ma non perde mai grinta e dignità. È una madre che deve affrontare, oltre all'adolescenza del figlio, i postumi della sua strampalata vita privata: è arrivato il momento di provare a ricostruire una famiglia, o la sua voglia di libertà si trasformerà in una sorta di prigione dorata in cui vivere in solitaria?

Sono tanti i temi più o meno taboo affrontati da questa nuova stagione, divertente e drammatica a seconda dei momenti, senza mai essere didascalica. Dall'importanza di denunciare le molestie sessuali all'omosessualità nelle forze dell'ordine, dall'asessualità alla pansessualità, dalle conseguenze della repressione sessuale a quelle della ninfomania, tutti approfonditi con la giusta introspezione psicologica mai privata di una sana dose di ironia e autoironia.

La cifra vincente di questa serie sta esattamente in questo: evitare i toni pruriginosi e torbidi (non si tratta di Baby e neanche di Elite) e puntare tutto sulla bellezza della goffaggine, dell'imbranato che conquista, della femme fatale che sbaglia puntualmente ogni mossa, della tenerezza delle nuove generazioni che si affacciano al mondo senza avere la più pallida idea di chi siano e che cosa il destino abbia in serbo per loro. È il senso del crescere, come insegna Otis, una grandiosa e mai facile scoperta del mondo e di se stessi.

Episodi: 8
Regia di Kate Herron, Ben Taylor (II).

Utile e ben riuscita, una serie tv che supera un servizio pubblico ancora bloccato - almeno in Italia - dallo spauracchio del tabù

Recensione di Ilaria Ravarino

Figlio di genitori separati, entrambi affermati terapeuti sessuali, Otis a 16 anni non ha mai baciato una ragazza, non riesce a masturbarsi e non ha idea di cosa si provi ad avere un orgasmo. La situazione è paradossale considerato che sua madre Jean, autrice di best seller sulla vagina e protagonista di tutorial sulla fellatio, è abituata a parlare e agire senza inibizioni, e lo ha educato nel rispetto della più completa libertà sessuale. Otis, tuttavia, ha un dono: essere figlio di due guru del sesso, e avere un'ottima predisposizione all'ascolto, lo rendono un confidente credibile per chi, tra i suoi compagni di scuola, ha qualche problema con l'eros.

Con l'aiuto di Maeve "la ribelle", e il sostegno dell'amico di sempre Eric, Otis mette in piedi tra i banchi del liceo una vera e propria clinica del sesso. Un servizio di consulenza a pagamento che funziona a una sola condizione: che nessuno scopra che Otis è "ancora" vergine.

Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso (ma la tv generalista non ha mai osato dire), lo spiega con abbondanza di particolari Netflix, in uno dei sui original più irriverenti e brillanti sugli adolescenti. Sorta di contraltare felice alle oscurità di 13 e ai tormenti di Baby, la serie ideata dall'outsider Laurie Nunn, e diretta da Ben Taylor e Kate Herron, tiene insieme i classici archetipi del teen drama (l'outsider e la cattiva ragazza, il bullo e il "bello", la perfida e la svampita) rinnovando la ricetta con un ingrediente piccante: il sesso.

Desiderato, temuto, praticato, sofferto, imposto, sbagliato, piacevole o sognato: il sesso in Sex Education è mistero da svelare per entrare nella vita adulta, ignoto in cui avventurarsi "per non restare indietro", è gioco e competizione, ossessione, sperimentazione. Un fatto per natura intimo che l'adolescenza di ieri trasformava in fatto sociale totale, e quella di oggi, spesso, considera fatto social da comunicare per condividere - ma anche deridere. E di sesso, in Sex Education, ce n'è davvero tanto. Tantissimo. In questo Nunn non tradisce le aspettative, aprendo quasi ogni puntata (specialmente nella prima metà della serie, la più riuscita) con una sequenza di sesso, declinata di volta in volta secondo modalità diverse - incluso il fumetto. Mai volgari, mai triviali, le puntate sfiorano raramente l'estremo (vedi alla voce: fellatio di gruppo) evitando trappole pecorecce e provocazioni gratuite: mettendo in scena la nudità il meno possibile, Sex Education riesce con grazia a coprire, almeno con le parole, gran parte del campionario sull'argomento.

Problemi di erezione, abuso di Viagra, fobia del pene, frigidità, polluzioni notturne, fantasie, prime volte etero e omo, sesso anale, sesso orale, travestitismo, coming out sono solo alcuni dei temi che vengono affrontati dai ragazzi nelle "sedute" della clinica. Clinica che non è che un semplice stratagemma narrativo, niente più che una miccia utile a innescare la carica dirompente trattenuta nei copioni.

La forza di Sex Education non è infatti nell'occasione narrativa "orizzontale" (serve una certa sospensione dell'incredulità per accettare che l'intera scuola consegni a Otis le sue confidenze intime), ma nella gestione verticale delle puntate. Nella scrittura felice e divertita, nelle sue battute fulminanti, in quell'umorismo a tratti caustico che può allungare stoccate violentissime al conformismo, al pensiero bigotto, alla morale e persino alla religione. "Cosa si regala a chi sta per abortire?", chiede Otis a una militante pro-life nel terzo episodio, a ridosso di una delle sequenze più toccanti (ed eversive) della serie. "Crema solare, le servirà all'inferno", risponde la manifestante un attimo prima di strappargli un consiglio sulla sua - incredibilmente attiva, per una illibata - vita sessuale.

Già definita "una serie instagrammabile", nata per essere condivisa (quante gif scaturiranno dalle ghiotte linee di dialogo di Jean?), commentata ed "esplorata" in tutti i sensi (anche quello musicale: da vedere rigorosamente con Shazam a portata di mano), Sex Education deve molto anche al suo cast. Volti nuovi che lasciano il segno, Emma Mackey come l'"aliena" Tanya Reynolds, volti in ascesa come quello di Butterfield, che accetta un ruolo sconveniente e lo trasforma così nella mossa più intelligente della sua rapida carriera. E ancora Gillian Anderson, che trova finalmente il ruolo capace di disintegrare, fin dai primi 50 minuti di Sex Education, il broncetto e i tailleur di Dana Scully: la sua apoteosi della milf perennemente in vestaglia di seta, accento british e caschetto platino, è l'idea che trasporta la serie dal territorio dei buoni prodotti a quello dei cult.

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RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
lunedì 4 febbraio 2019
savixy

Bella serie, peccato proprio per il finale che risulta una m****, sarà difficile iniziare a guardare la seconda stagione, probabilmente non la guarderò nemmeno, davvero troppo, potrei guardarla solamente per vedere se cambia qualcosa nella situazione sentimentale di quel ragazzo. poverino. mi dispiace per lui.

STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
lunedì 5 agosto 2019
Gianluca Vignola
Sentieri Selvaggi

Nel sempre più sconfinato processo meiotico che è la divulgazione di teen-trama su Netflix varrebbe la pena di spendere due parole su una serie in particolare: Sex Education. La storia è quella di Otis, un comune adolescente britannico (interpretato da Asa Butterfield) figlio di una avvenente sessuologa di fama nazionale (Gillian Anderson). Come nelle migliori complicanze edipiche, Otis è ossessionato [...] Vai alla recensione »

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giovedì 6 luglio 2023
 

Regia di Kate Herron, Ben Taylor (II). Una serie con Emma Mackey, Gillian Anderson, Asa Butterfield, Chaneil Kular, Alistair Petrie. Dal 21 settembre su Netflix. Guarda il trailer »

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mercoledì 8 settembre 2021
 

Regia di Kate Herron, Ben Taylor (II). Una serie con Emma Mackey, Gillian Anderson, Asa Butterfield, Chaneil Kular, Alistair Petrie. al 17 settembre su Netflix.  Guarda il trailer »

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lunedì 28 giugno 2021
 

Un adolescente vive con sua madre che di lavoro fa la sessuologa. Il ragazzo apre una clinica del sesso segreta a scuola. Vai all'articolo »

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martedì 11 febbraio 2020
 

Regia di Kate Herron, Ben Taylor (II). Un film con Emma Mackey, Gillian Anderson, Asa Butterfield, Chaneil Kular, Alistair Petrie. Prossimamente su Netflix.  Guarda il trailer »

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mercoledì 8 gennaio 2020
 

Regia di Kate Herron, Ben Taylor (II). Una serie con Emma Mackey, Gillian Anderson, Asa Butterfield, Chaneil Kular, Alistair Petrie. Dal 17 gennaio su Netflix.  Guarda il trailer »

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martedì 26 novembre 2019
 

Un adolescente vive con sua madre che di lavoro fa la sessuologa. Il ragazzo allora apre una clinica del sesso segreta a scuola. Vai all'articolo »

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