Anno | 2018 |
Genere | Documentario, |
Produzione | Italia |
Durata | 82 minuti |
Regia di | Eugenio Melloni |
Distribuzione | R2 Production |
MYmonetro | 3,28 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 4 marzo 2019
CONSIGLIATO SÌ
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Il film nasce da un laboratorio di cinema tenutosi all'interno di un carcere femminile, vicino a Bologna. Le condizioni della detenzione non sono oggetto di giudizio, piuttosto l'opera indaga e inscena alcune problematiche legate alla prigionia, quali la solitudine, la paura di sparire dal mondo, la vergogna e la difficoltà di raccontare al mondo la verità su di sé nel momento in cui il sé è preda di un errore tanto evidente nella conduzione della propria esistenza.
Sono racconti totalmente e intimamente femminili, non nei contenuti ma nelle modalità. Anche la voce, però, è a suo modo prigioniera, in carcere, e sta dunque all'arte portarla all'esterno.
Il film di Eugenio Melloni lavora in questo senso, escludendo i modelli narrativi tradizionali in favore di una stratificazione di diversi elementi su diversi piani e dimensioni. C'è un'attrice che recita, c'è uno schermo nello schermo, ci sono altre porte da varcare anche una volta entrati in prigione: c'è un cambiamento da raggiungere e un adattamento da sperimentare, nel tempo, come racconta un altro luogo al centro del film, l'antico ospedale Sant'Anna di Ferrara, poi divenuto conservatorio e poi ancora auditorium. In esso le diverse epoche e i diversi usi si sono stratificati, divenendo racconto. Anche le detenute e le volontarie della casa circondariale hanno un passato incancellabile, un presente in attesa e un futuro che porterà le tracce di entrambi e il film mette in scena le tre temporalità: la nuova arrivata, Denise, è infatti il tramite per la presentazione di alcune detenute, cui fa da Virgilio la figura, giunta a fine pena, di Amanda. Ma forse il dialogo tra Amanda e Denise è solo una fantasia, una "proiezione", un'idea della mente e un'idea di cinema.
L'operazione registica di stilizzazione è misurata e efficace: il carcere non è fotografato come un tutto, la visione d'insieme è impossibile; lo si narra per ritagli, visioni parziali, testimonianze di una soggettività che resiste e anzi forse si esaspera e a volte tormenta. Allo stesso modo, la prigione, nel film di Melloni, non è tutta grigia, ha una sua luce particolare, crepuscolare: vista come momento di passaggio, di cambiamento necessario, la reclusione diventa un racconto possibile. La lettera di una detenuta alla figlia, scritta con la collaborazione delle compagne riunitesi attorno ad un tavolo per un vero e proprio brainstorming, è metafora del film stesso, nato da un approccio laboratoriale e inviato all'esterno col tono sentito, ragionato e creativo di una missiva collettiva, consegnata al mondo per mano di un regista.
mi è piaciuto molto perché restituisce un'immagine di carcere diversa da quella che normalmente si ha, risulta un luogo più aperto e più positivo di quello che avevo in testa. Sembra dire che la gente può farcela se viene aiutata. Osservo che nel film il tempo non trascorre velocemente e ci sono tempi di riflessione riempiti dalla musica che è [...] Vai alla recensione »
Sezione Femminile è un film documentario di Eugenio Melloni girato nel carcere femminile di Bologna. Il lavoro è il risultato finale di un laboratorio durato due anni, utile a ripercorrere la storia delle donne, quelle che erano e che le ha portate ad essere rinchiuse. Un lavoro sulla consapevolezza quindi, fondamentale e indispensabile per poter fare dell’esperienza un lavoro di [...] Vai alla recensione »
Il film mi ha emozionato moltissimo, ben scritto e diretto. Una cosa va detta, però, che nessuno dice e non so perchè: scontata e molto coinvolgente la bravura di Donatella Allegro e delle altre due attrici professioniste... ma io sono rimasto molto colpito dalla recitazione e dalla bravura di una detenuta, credo Sonia B., perchè viene messa dopo la Allegro nella titolazione finale.
Il film mi ha emozionato moltissimo, ben scritto e diretto. Una cosa va detta, però, che nessuno dice e non so perchè: scontata e molto coinvolgente la bravura di Donatella Allegro e delle altre due attrici professioniste... ma io sono rimasto molto colpito dalla recitazione e dalla bravura di una detenuta, credo Sonia B., perchè viene messa dopo la Allegro nella titolazione finale.
Il film mi ha emozionato moltissimo, ben scritto e diretto. Una cosa va detta, però, che nessuno dice e non so perchè: scontata e molto coinvolgente la bravura di Donatella Allegro e delle altre due attrici professioniste... ma io sono rimasto molto colpito dalla recitazione e dalla bravura di una detenuta, credo Sonia B., perchè viene messa dopo la Allegro nella titolazione finale.
Il film mi ha emozionato moltissimo, ben scritto e diretto. Una cosa va detta, però, che nessuno dice e non so perchè: scontata e molto coinvolgente la bravura di Donatella Allegro e delle altre due attrici professioniste... ma io sono rimasto molto colpito dalla recitazione e dalla bravura di una detenuta, credo Sonia B., perchè viene messa dopo la Allegro nella titolazione finale.