Sezione femminile |
|
||||||||||
Un film di Eugenio Melloni.
Documentario,
durata 82 min.
- Italia 2018.
- R2 Production
MYMONETRO
Sezione femminile
valutazione media:
3,50
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
|
|||||||||||
|
|||||||||||
|
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Donne in itineredi Cristina MalviFeedback: 105 | altri commenti e recensioni di Cristina Malvi |
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
giovedì 6 dicembre 2018 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
mi è piaciuto molto perché restituisce un'immagine di carcere diversa da quella che normalmente si ha, risulta un luogo più aperto e più positivo di quello che avevo in testa. Sembra dire che la gente può farcela se viene aiutata. Osservo che nel film il tempo non trascorre velocemente e ci sono tempi di riflessione riempiti dalla musica che è ben collocata e ben scelta. Come se nella vita del carcere il tempo lento e vuoto possa essere riempito da pensieri ben collocati, non assordanti, ma utili a riempire i vuoti delle relazioni che quella condizione di prigionia fa perdere
Nei momenti in cui le comunicazioni sono disturbatissime come nei collegamenti al cellulare dentro-fuori dal carcere ti viene da pensare a come devono essere difficili le comunicazioni fra i due mondi interno ed esterno
le immagini sui rami corrosi dalla salsedine e sulla spiaggia sono a volte sfuocate come i ricordi ma anche aperte a contrastare gli spazi chiusi della prigionia. Azzardo un’interpretazione delle immagini sull'ospedale S.Anna: ci sono luoghi di guarigione che hanno subito percorsi successivi di adattamento e hanno dovuto essere ripuliti loro stessi, come succede nella vita, alle persone Sono una guida fondamentale le righe iniziali sul senso di dovere di chi entra in carcere con la cinepresa (es. verso le vittime), queste frasi devono essere lette assolutamente perché gli spettatori devono essere accompagnati. Non tutti sanno che i luoghi e le persone, compresi i lavoratori del carcere non possono essere ripresi direttamente per motivi di sicurezza, di protezione e di rispetto. Rispetto infatti sembra essere il filo conduttore del film che non cade mai nel giudizio e nel pietismo anche se fin da subito si comprende che ci sono persone che cambieranno e persone che non saranno in grado di farlo. E ancora che ci sono persone che continuano ad aspettarsi cose dagli altri nonostante l'esperienza negativa vissuta o temono di non farcela mai da sole. La parte finale della lettera rende il senso della condivisione del dolore e delle scelte educative verso di sè e verso gli altri: insieme le persone possono costruire una morale collettiva, riconosciuta, che permette al singolo di riappacificarsi con i propri cari e con la società. Mi è piaciuta da ultimo la delicatezza con cui si è trattato l'argomento del sesso, molto difficile, ma tema di cui credo che non si possa fare a meno in un tale contesto di privazione, anzi è giusto metterci l'accento ed è stato trattato in modo adeguato. Mancava tutto questo nel panorama dei film sulla prigionia che avevo incrociato
[+] lascia un commento a cristina malvi »
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Ultimi commenti e recensioni di Cristina Malvi:
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||