Titolo internazionale | The Order of Things |
Anno | 2017 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia, Francia, Tunisia |
Durata | 112 minuti |
Regia di | Andrea Segre |
Attori | Paolo Pierobon, Giuseppe Battiston, Valentina Carnelutti, Olivier Rabourdin Fabrizio Ferracane, Yusra Warsama, Roberto Citran, Fausto Russo Alesi, Hossein Taheri, Hossein Taheri, Mohamed Badissy, Domenico Ciaramitaro, Abo Khraisse Khalifa, Natalia Magni, Ralph Palka. |
Uscita | giovedì 7 settembre 2017 |
Tag | Da vedere 2017 |
Distribuzione | Parthénos |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,48 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 18 maggio 2021
Un interrogativo universale: tentare di cambiare gli squilibri inaccettabili della società o salvaguardare egoisticamente i propri privilegi? Il film ha ottenuto 1 candidatura ai Nastri d'Argento, In Italia al Box Office L'ordine delle cose ha incassato 328 mila euro .
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CONSIGLIATO SÌ
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Corrado è un alto funzionario del Ministero degli Interni con una specializzazione in missioni internazionali legate al tema dell'immigrazione irregolare. Viene scelto per un compito non facile: trovare in Libia degli accordi che portino progressivamente a una diminuzione sostanziale degli sbarchi sulle coste italiane. Le trattative non sono facili perché i contrasti all'interno della realtà libica post Gheddafi sono molto forti e le forze in campo avverse con cui trattare molteplici. C'è però una regola precisa da rispettare: mai entrare in contatto diretto con uno dei migranti.
Andrea Segre prosegue il suo viaggio attraverso le condizioni esistenziali di chi migra e di chi si trova a confrontarsi con il fenomeno. Questa volta però sposta in modo considerevole il punto di vista. Non più la comunità lagunare di Io sono Li o quella montana di La prima neve (solo per rimanere ai film di finzione) ma un emissario (ex poliziotto) del Ministero impegnato a trovare una soluzione all'afflusso di migranti dal continente africano.
Per una di quelle coincidenze che accadono solo quando entra in gioco un elemento di ponderata preveggenza, lo stesso giorno in cui il film è stato presentato alla 74. Mostra d'Arte Cinematografica di Venezia, l'Ansa riportava una dichiarazione del Ministro della Difesa Pinotti soddisfatta dei "dati molto confortanti per quanto riguarda gli afflussi sia di luglio sia di agosto". Dati, ovviamente, che davano gli sbarchi in consistente diminuzione. Questo significava forse che il numero dei migranti fosse 'miracolosamente' mutato in consistenza? Assolutamente no. Significava solo che gli stessi avevano iniziato ad essere bloccati dalle forze libiche in cambio di consistenti esborsi di denaro. Il rispetto dei diritti umani faceva parte del prezzo pagato? Con un'alta dose di probabilità no.
È quanto ci racconta, attraverso la complessa figura di Corrado, Andrea Segre. Ci viene presentato come una persona estremamente attenta all'ordine, anche a quello personale. Forse proprio per questa ragione lo si manda a cercare di risolvere situazioni intricate in cui regna il caos. Di fronte a funzionari che hanno capito come muoversi senza urtare suscettibilità armate (il personaggio affidato al sempre efficace Battiston) Corrado è colui che deve imporre tattiche diverse. La sua azione è simile a quella della tanto praticata (e amata) scherma. Saper attaccare ma anche saper ritrarsi al momento giusto per potere (anche in questa seconda condizione) assestare la stoccata vincente. Il problema nasce però quando l'avversario non è più coperto dalla maschera protettiva del 'numero' di migranti ma diventa una persona della quale si finisce con il conoscere il vissuto e le speranze. A quel punto bisogna decidere quale sia la risposta da dare. Innanzitutto a se stessi. Da un lato c'è la ragion di Stato e la propria posizione all'interno delle istituzioni. Dall'altro la propria appartenenza al genere umano che chiede che si conservi all'aggettivazione 'umano' un significato che non ne svuoti il senso originario.
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Se si guarda al messaggio principale del film, l'impressione è che il regista, documentarista, Andrea Segre, esperto di tamatiche migrazioniste, sia stato equilibrato e problematico nell'affrontare un tema attualissimo ed estremamente complesso. Il governo italiano (del film) richiede risultati tangibili (riduzione degli sbarchi in Italia) a un super poliziotto incaricato di trattare [...] Vai alla recensione »
E' evidente che Segre si è documentato per raccontarci questa storia, che risulta, a mio avviso, quasi un docu-film: una storia che racconta una realtà dei nostri giorni, con dentro l'intreccio umano per meglio coinvolgere lo spettatore. Una onesta operazione commerciale, insomma: potrebbe sembrare. Invece io trovo che sia un film straordinariamente innovativo per il suo contenuto "cattivista".
Che nessuno ci disturbi nelle nostre serene faccende, che venga rispettatoL'Ordine delle Cose, noi del mondo “sviluppato” impegnati a tagliar l'erba del nostro prato, a tenere in ordine ed eleganti le nostre abitazioni, allineare i bidoncini dell'umido se c'è il porta a porta, gioire del tempo libero coi nostri giochi e i nostri sport: è L'aria [...] Vai alla recensione »
Ecco che ricompare nelle sale cinematografiche italiane il regista Andrea Segre con il suo ultimo lavoro "L'Ordine delle Cose", sempre trattante il tema dell'immigrazione e vicino a quegli individui che sono costretti a lasciare la propria terra d'origine alla volta dell'Italia. Un alto funzionario al servizio del Ministero degli Interni in Italia (Paolo Pierobon) [...] Vai alla recensione »
Dei suoi lavori avevo già visto “Io sono Li”, che giudico superiore a questa pellicola. Anche qui il tema sono gli stranieri. Prima avevamo una cinese a Chioggia, ora siamo in Libia, dove ci sono il Medio Oriente e l'Africa che spingono alle porte della vecchia Europa. Di fronte a ciò che vediamo, alla folla di disperati ed ai loro carnefici, non riusciamo [...] Vai alla recensione »
Corrado, serio funzionario di Stato non ha scelta, alla fine. Deve compiere la missione e portare a casa un risultato come richiesto dal Ministro. Se salva la ragazza e la fa arrivare in Europa, deve "comprarla". Il militare, capo del centro di detenzione libico, gli chiede dei soldi. Corrado l'ha già denunciato come uomo corrotto.
Lungometraggio che ha saputo prevedere anzitempo gli sviluppi italiani della politica sui migranti. Di fronte ad un afflusso ormai incontrollato di profughi e allo scarso impegno europeo in merito, il governo italiano, in accordo con le istituzioni europee, sceglie di porre fine all’accoglienza indiscriminata e di negoziare con la Libia un blocco dei barconi da parte [...] Vai alla recensione »
El orden de las cosas(L’ordine delle cose) Film italiano del 2017, con regia de Andrea Segre La psicología nos ha enseñado que, una cierta obsesión por el orden externo, podría indicar, un cierto desorden del orden interno del individuo. [...] Vai alla recensione »
Un grande fim, un grande Andrea Segre che, portando sulla scena due "mostri sacri" del teatro come Paolo Pierobon e Fausto Russo Alesi, ( da non dimenticare Battiston), ci fa capire come sia importante seguire da vicino la tristissima situazione della Libia e dei migranti e come faccia , invece , molto più comodo girare a testa dall'altra parte , far finta di [...] Vai alla recensione »
Andrea Segre firma un film coraggioso e onesto che non lascia dubbi sulla verità delle cose. Un film lucido che ci mette davanti alle nostre responsabilità di spettatori passivi di una tragedia pianificata dai nostri governanti. Un film su un funzionario che solo apparentemente sembra trovare un po' di umanità che seppellisce nell'esecuzione dei suoi doveri.
Ottimo film "L'ordine delle cose" di Andrea Segre, opera di drammatica attualità (i sordidi accordi fra Italia e Libia nella "gestione" dei migranti), che però sa mantenere la giusta misura, la giusta distanza, lontana da troppo facili effetti di sdegno o commozione ma anche da un preteso asettico documentarismo, e che proprio per questo risulta ancor più [...] Vai alla recensione »
Come negli altri suoi film, Andrea Segre ha uno sguardo intimista e poetico sui grandi dilemmi e i drammi umani legati al fenomeno dell'emigrazione verso il nostro Paese e riesce ad essere incisivo e profondo senza cedere a polemiche o indugiare in dettagli troppo crudi. Da vedere!
Molto bello, il tema dell'imigrazione, estrema povertà e dall'altra famiglia al di sopra della media economica, in mezzo stanziamento di fondi che fan riaffiorare tematiche riportate dai giornali, tematiche molto difficili. Penso che il regista abbia fatto un ottimo lavoro.
L'occasione l'hai mancata tu. Infatti un bel tacere non fu mai scritto. Tu pretendi una verità "altra" e "alta", per quello c'è già la propaganda razzista del governo. Non ti basta??
Rispetto ad altri film di Segre che ho molto apprezzato, ("Io sono Li" "La prima neve"), questo film di denuncia sul traffico di esseri umani dalla Libia e sui centri di smistamento/detenzione libici risulta un pò più sfocato nei contenuti umani, forse perchè focalizzato in massima parte sul "noi" e non sul "loro".
Questa pellicola è girata proprio male, stabilizzazione assente delle immagini, una fotografia "piatta" è dire poco. I dialoghi li trovo discutubili e tutto il film l'ho letto come una denuncia contro quelle persone che pensano che occuparsi della sicurezza del proprio paese sia sbagliato. onestamente credevo in un film più "distaccato" e obbiettivo.
Argomento di grande attualità, ma niente di nuovo. tutti sanno come stanno le cose, ma soluzioni né si vedono né vengono proposte. buona la recitazione , anche se Pierobon mi sembra orma solo e soltanto Da silva. C' era la sindaca cattiva e manca va solo Bocci - Calcaterra. A parte gli scherzi gli attori mi sono sembrati bravi.
Un'occasione mancata: osservare l'attuale ondata migratoria da un punto di vista particolare e 'privilegiato', quello dei funzionari che si occupano (su indicazioni più o meno realistiche e/o cristalline dei politici di turno) di gestire l'emergenza secondo l'interesse nazionale (o quello che dovrebbe essere tale). Ci si aspettava almeno uno squarcio sulle più nascoste manovre internazionali, sugli [...] Vai alla recensione »
Straordinario film sulla tratta di esseri umani tra Libia e Italia. Un funzionario del governo italiano viene spedito in Libia per convincere alti funzionari libici, politici e militari, a collaborare con il governo per fermare il traffico di migranti e creare un hot spot per l'accoglienza dei migranti in Libia. In cambio può offrire grossi aiuti economici da parte dell'Unione europea.