Anno | 2017 |
Genere | Commedia, |
Produzione | Italia |
Durata | 90 minuti |
Regia di | Antonio Andrisani, Pascal Zullino |
Attori | Flavio Bucci, Ludovica Modugno, Antonio Andrisani, Pascal Zullino, Antonio Stornaiolo Riccardo Zinna, Andrea Osvárt, Gianni Ferreri, Mimmo Calopresti, Gigi Angelillo, Gigi Angiulli, Cinzia Clemente, Enrique Irazoqui, Walter Nicoletti, Antonio Stornaiolo. |
Uscita | giovedì 26 ottobre 2017 |
Distribuzione | Moovioole |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,85 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 7 febbraio 2019
Un regista originario della Basilicata ritorna nella propria terra per cavalcare l'onda del dissenso sulle estrazioni petrolifere.
CONSIGLIATO SÌ
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Un regista privo di risorse economiche e di una troupe degna di questo nome fa ritorno a Matera, dove è nato, per girare il trentunesimo film della sua ingloriosa carriera. Questa volta intende realizzare una docu-fiction che, prendendo spunto da Il vangelo secondo Matteo di Pier Paolo Pasolini girato in quei luoghi, vuole focalizzare il discorso sulla presenza delle raffinerie sul territorio e sul conseguente inquinamento. Per il ruolo di Gesù sceglie un sedicente attore che all'epoca aveva avuto un ruolo da comparsa nel capolavoro pasoliniano.
Andrisani e Zullino hanno l'indubbio merito di occuparsi di un territorio com'è quello della Basilicata, ricco di storia, di spazi incontaminati e di cultura ma quasi sempre lasciato in ombra. Affrontano così il tema dell'estrazione petrolifera e del suo impatto socio-ambientale utilizzando il metro della satira a partire dal titolo.
Il romanzo incompiuto "Petrolio" di Pasolini ha lasciato, come è noto una scia di polemiche e di misteri dietro di sé e occuparsi del tema in uh territorio come quello della Basilicata non ha perso affatto di attualità. Tornare nei luoghi dove è stato girato il Vangelo secondo Matteo avendo anche la possibilità di ottenere un cameo role da parte di Enrique Irazoqui (indimenticabile interprete di Gesù) ha fornito l'occasione per tornare ai temi cari allo scrittore/regista friulano. I due registi e attori nel film non hanno volutamente scelto la via del pamphlet politico diretto e hanno trovato in Flavio Bucci un attore che potesse offrire la giusta misura di acume e stravaganza al Franco Gravella chiamato ad interpretare un Gesù fuori dagli schemi ma pronto alla denuncia.
Anche gli interventi di amici come Mimmo Calopresti contribuiscono a creare un mix in cui la riflessione sul futuro di questa importante parte d'Italia si fa amara così come le riprese della Festa della Bruna offrono una preziosa documentazione di una manifestazione che ha radici remote ed è poco nota ai più. Il problema nasce però dalla caratterizzazione del personaggio dello scalcagnato e cinico regista Alberto Rizzo che ha il proprio controcanto nell'assistente Savino.
Se si voleva che venisse considerato come l'ennesimo sfruttatore dell'ingenuità altrui non si doveva assegnare alle sue riprese e al suo lavoro quell'aura di 'pericolosità' per l'establishment che gli viene attribuita. Se, considerata la sua situazione finale, lo si voleva invece eroe (per quanto all'interno di una struttura narrativa come quella anzidetta) era necessario offrirgli elementi che facessero aderire lo spettatore al personaggio.