Angels Wear White

Film 2017 | Drammatico +13 107 min.

Titolo originaleJia Nian Hua
Anno2017
GenereDrammatico
ProduzioneCina, Francia
Durata107 minuti
Regia diVivian Qu
AttoriWen Qi, Zhou Meijun, Ke Shi, Le Geng, Weiwei Liu Peng Jing, Wenqi Zhao, Vicky Chen, Yuexin Wang, Mengnan Li, Bamboo Chu-Sheng Chen, Xinyue Jiang.
RatingConsigli per la visione di bambini e ragazzi: +13
MYmonetro 3,08 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Vivian Qu. Un film con Wen Qi, Zhou Meijun, Ke Shi, Le Geng, Weiwei Liu. Cast completo Titolo originale: Jia Nian Hua. Genere Drammatico - Cina, Francia, 2017, durata 107 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 - MYmonetro 3,08 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento lunedì 11 settembre 2017

Due giovani studentesse dovranno trovare la loro strada in un mondo che non offre loro neppure la sicurezza di camminare da sole per strada.

Consigliato sì!
3,08/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA
PUBBLICO 3,16
CONSIGLIATO SÌ
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Critica
Premi
Cinema
Trailer
Un dramma rigoroso che affronta il quotidiano delle donne cinesi tra mancanza di diritti, censure e minacce .
Recensione di Marzia Gandolfi
sabato 9 settembre 2017
Recensione di Marzia Gandolfi
sabato 9 settembre 2017

Una défaillance genitoriale, offre l'occasione a un influente uomo locale di condurre due ragazzine in un hotel anonimo. Mia, adolescente clandestina che lavora nello stesso albergo, è testimone dell'abuso ma decide di tacere per non perdere il posto di lavoro. Ma le vite di Mia e Wen, la dodicenne vittima della violenza, finiscono per incrociarsi drammaticamente. Dentro un mondo incapace di proteggerle, Mia e Wen dovranno cavarsela da sole.

Dopo Trap Street, storia d'amore che si rovescia in dramma kafkiano, Vivian Qu prosegue la sua disamina sulla Cina nell'ora del liberalismo selvaggio e della liberalizzazione sociale che ha permesso talvolta di emanciparsi dai controlli esercitati fino a quel momento sull'individuo dallo stato e dalle strutture collettive.

Ma l'autrice è interessata al persistere dei costumi e delle pratiche del passato: la disuguaglianza tra i sessi (nell'educazione e nel lavoro), la prostituzione e la discriminazione verso le bambine (sanità, accesso alla scuola, etc). Ancorato, esteticamente e socialmente, alla Cina, Angels Wear White affronta il quotidiano delle donne cinesi tra mancanza di diritti, censure e minacce. Sono loro a sostenere da secoli l'altra metà del cielo, luogo metaforico della completezza e della parità delle anime e dei generi. Ma la celebre sentenza di Mao non trova eco sulla terra e in quella località balneare dove le donne sono ancora vittime passive di una società patriarcale.

Al centro del film torreggia la statua "Forever Marilyn" di Seward Johnson. Alta otto metri, realizzata in alluminio e acciaio, raffigura la diva bionda in una celebre scena di Quando la moglie è in vacanza. Vivian Qu lascia il volto di Marilyn fuori campo, concentrandosi solamente sulle sue gambe, fissate a una pedana e nell'immaginario collettivo. Oggetto sessuale indifferente alla propria infanzia, quella gigantesca Marilyn ripara le protagoniste sotto la sua gonna bianca, sollevata dal soffio della metropolitana. Minuscole 'Norma Jean' prima della nascita del mostro, prima di Marilyn Monroe, proiezione di un desiderio sessuale ossessivo.

All'ombra della più iconica delle bionde, di cui la parrucca rubata è feticcio sacro e kitsch insieme, Mia e Wen portano il loro corpo di donne come bambine gli abiti di un adulto, cercando i propri contorni tra la modernità di una società in ricomposizione e le vestigia della mentalità tradizionale. Tra la costruzione di un parco giochi per la ricreazione infantile e il proposito di ignorare le esigenze primarie e naturali dei bambini. Delle bambine. Perché la vita di una bambina in Cina vale meno di quella di un ragazzo, che beneficia sempre di vantaggi e preferenze particolari. Proprio come il 'direttore', l'uomo nero del film che poliziotti e medici sciolgono da ogni accusa.

Mossa da un desiderio profondo di emancipazione, Mia prova a resistere ai pregiudizi che restano dominanti nella provincia, prendendo il proprio destino in mano e provocando la sorte dentro un abito bianco. Accanto a lei, costretta nel vicolo cieco di un'opprimente impotenza ma ancora disposta a non cedere, c'è soltanto un avvocato avvilito ma eroico, che non smette di cercare la verità e di sperare in un cambiamento di rotta. Corpo per gli altri, abusato, interrogato, esaminato, battuto, sublimato, Mia e Wen incarnano la confusione tra gli obiettivi del liberalismo e lo sviluppo dell'individuo. Le donne in Cina non occupano ancora la metà del cielo assegnatagli da Mao, come dimostra il rigoroso dramma di Vivian Qu, denunciando la persistenza di prassi drammatiche e l'assenza totale di volontà politica per migliorare la condizione femminile. Angels Wear White chiude sulla fuga di Wen, abbigliata come Marilyn ma lontana dal suo fantasma erotico. Una fuga che ripristina una dimenticata 'posizione innocente', recuperando controvento l'infanzia e la libertà.

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