Titolo originale | Alive in France |
Anno | 2017 |
Genere | Documentario musicale, |
Produzione | Francia |
Durata | 79 minuti |
Regia di | Abel Ferrara |
Attori | Mia Bablalis, Anastasia Balan, Laurent Bechad, Richard Belzer, Joe Delia Abel Ferrara, Paul Hipp, Dounia Sichov, Philippe Bérard, Cristina Chiriac, Eloi Dedieu, Pj Delia, Anna Ferrara. |
Uscita | domenica 19 maggio 2019 |
Distribuzione | Mariposa Cinematografica |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,76 su 11 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 11 giugno 2019
Un documentario che segue la tournée di Abel Ferrara con la sua band in giro per la Francia. In Italia al Box Office Alive in France ha incassato nelle prime 2 settimane di programmazione 1,9 mila euro e 488 mila euro nel primo weekend.
CONSIGLIATO SÌ
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Cronaca irregolare del tour francese di Abel Ferrara e della sua rock band, organizzato dalla Cinémathèque de Toulouse, tra dietro le quinte, esibizioni e confessioni davanti alla macchina da presa.
Immergersi in una storia raccontata da Abel Ferrara e lasciarsi trascinare dalle relazioni che nascono o si rompono tra i personaggi che popolano i suoi film significa scegliere di appartenere a una famiglia.
Sul tema il regista italoamericano insiste da sempre: sia che si tratti di un gangster movie come Fratelli o Il nostro natale, o di un dramma ambientato nel mondo dello show business, come Blackout oppure Go Go Tales, la sensazione è quella di ritrovare una combriccola di amici, i loro pregi e i loro difetti, le loro virtù e le loro debolezze. La mescolanza di realtà e di rappresentazione si spinge più in là in Alive in France, cronistoria di un tour musicale di Ferrara con la sua band, o meglio, la sua famiglia allargata.
A costituire il complesso amici di lunga data come Joe Delia e Paul Hipp, collaboratori ricorrenti delle sue colonne sonore, e la moglie Christina Chiriac, che non fa nulla per celare il proprio fascino sul palcoscenico. Anche a causa dell'assenza del rapper Schoolly D - problemi di passaporto alla dogana - il concerto vira sul rock'n'roll di Stones e Springsteen, rivisitati liberamente dalla band.
L'improvvisazione è una costante, così come l'approssimazione: l'impressione è che, musicalmente parlando, di memorabile nei concerti del regista ci sia poco, a parte le movenze sexy di Christina, ma alla macchina da presa interessa cogliere soprattutto quel che avviene al contorno. Ossia provare a trasformare in un film di Ferrara quello che altrimenti sarebbe solo un (assai meno allettante) concerto di Ferrara. Le domande sciocche nelle interviste, i personaggi eccentrici che seguono la band da una data all'altra, gli alterchi tra il chitarrista e una spettatrice ubriaca. Schegge di realtà, ammesso che di questo si tratti e non di spaccati di vita vera abilmente ricostruiti. Qualunque sia la versione a cui ci piace credere, è troppo poco per evitare di avvertire l'autoindulgenza dell'operazione di Abel Ferrara. Alive in France rimane niente più che una gradevole curiosità, che si rivolge a chi di quella ideale "famiglia allargata" già fa parte.
Nel 2016 Franck Loiret, responsabile della programmazione della Cineteca di Tolosa, la seconda di Francia, organizza una retrospettiva dedicata ad Abel Ferrara. Leggenda vuole che il regista, autoesiliatosi a Roma per sopravvivere, chieda a costui di organizzargli dei concerti e di finanziare contestualmente un documentario. Loiret, appassionato e devoto cinefilo nonché solidissimo organizzatore culturale, [...] Vai alla recensione »
Alive, già. Mi sento molto più giovane adesso dell'età in cui ho fatto Driller Killer, dice Abel Ferrara riguardo al frammento del suo film d'esordio che ad un certo punto si insinua tra le riprese di uno show di Abel e della sua band in un club parigino dell'inverno scorso, e improvvisamente se non fosse per quel Ferrara giovane e dinoccolato che si aggira sulla sequenza non noteresti alcuna differenza [...] Vai alla recensione »
Abel Ferrara, il noto autore di cinema statunitense, è ormai uniformemente ritenuto un ribelle, un bad boy. Duro, spigoloso, sempre in conflitto con i produttori e le loro restrizioni. Alive in France ci offre, invece, un punto di vista alternativo. Non che Ferrara, nel suo auto-documentario, rinunci alla propria identità. Semplicemente, la inquadra da un'altra prospettiva, quella del musicista.
Abel Ferrara comes alive. È musica tratta dai suoi film il nuovo documentario del regista del Cattivo tenente che suona pezzi rock delle colonne sonore della sua filmografia con i musicisti che lo accompagnano da sempre. Jam session senza misteri con moglie moldava e figlia italiana in scena per l'italiano del Bronx. La tournée francese tra Tolosa e Parigi viene consegnata agli archivi del cinema, [...] Vai alla recensione »
Classico caso di regista rovinato dai critici, Abel Ferrara ha smesso da tempo di essere un autore rilevante, anche se i suoi fan, invero sempre più sparuti, sostengono il contrario. I tanti film che fa, certo, sono tracce residuali di una volontà di fare cinema malgrado tutto. Il che può essere variamente interessante o irritante, quando la strafottenza e la cialtroneria hanno la meglio.
II regista Abel Ferrara nel 2016 si trova in Francia per una retrospettiva dei suoi film e una serie di concerti dedicati alle canzoni e alla musica presenti nei suoi lavori. Una videocamera segue i preparativi insieme con la sua famiglia e un gruppo di amici, tra cui il compositore Joe Delia, l'attore-cantante Paul Hipp e la moglie attrice Cristina Chiriac.
"Alive in France" is a thrown-together documentary about a tiny tour of French rock clubs that Ferrara went on along with his makeshift band in October 2016, all to perform songs from his soundtracks and publicize a touring retrospective of his films. If you think that Ferrara can be an awkward director, just wait until you see him get up on stage with a guitar and sing raspy blues-rock in his "black" [...] Vai alla recensione »
Abel Ferrara è protagonista di una retrospettiva e di una serie di concerti in Francia durante il festival Addiction à l'oeuvre dedicato alla musica nei suoi film. I preparativi con la sua famiglia e gli amici compongono il materiale di questo autoritratto, mostrando un altro lato del regista di film leggendari come Il cattivo tenente, The King of New York e The Addiction.
The crosstown traffic between directing movies and making music has a long, rich history. While pop legends including Prince, David Byrne, Ice Cube, Madonna and Neil Young have all spent time behind the camera, iconic directors like Woody Allen, John Carpenter, David Lynch and Emir Kusturica have stepped into the spotlight to turn their musical sidelines into concert tours and documentaries.
A dancer on stilts stalks the stage; a skittish camera prowls the club like a junkie hoping to score; the guitars howl like tortured souls. And cadaverous and cackling, lit in entirely in red, Abel Ferrara presides over the mayhem like some kind of gleeful demon. It's an opening shot which could have been lifted from any number of his fiction films, but in this case, Ferrara turns his camera on real [...] Vai alla recensione »