French Connection

Film 2014 | Thriller, 135 min.

Regia di Cédric Jimenez. Un film con Jean Dujardin, Gilles Lellouche, Céline Sallette, Mélanie Doutey, Benoît Magimel. Cast completo Titolo originale: La French. Genere Thriller, - Francia, Belgio, 2014, durata 135 minuti. Uscita cinema giovedì 26 marzo 2015 distribuito da Medusa. - MYmonetro 2,72 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento venerdì 27 marzo 2015

French Connection è il nome utilizzato per indicare tutto il movimento criminale corso-marsigliese che si occupò delle esportazioni di eroina da Marsiglia fino al Nordamerica. Il film ha ottenuto 2 candidature a Cesar, In Italia al Box Office French Connection ha incassato 146 mila euro .

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Consigliato sì!
2,72/5
MYMOVIES 2,50
CRITICA 2,75
PUBBLICO 2,91
CONSIGLIATO SÌ
L'opera seconda di Cédric Jimenez applica la grammatica dei polar patinati, agisce dentro una fotografia vintage e si risolve nei colori caldi di fine anni Settanta.
Recensione di Marzia Gandolfi
giovedì 19 marzo 2015
Recensione di Marzia Gandolfi
giovedì 19 marzo 2015

Negli anni Settanta, Marsiglia è la capitale mondiale del traffico di eroina. A contrastarlo c'è Pierre Michel, un magistrato incorrotto e incorruttibile. A capo di un pugno di uomini scelti, il magistrato dichiara guerra a Gaëtan Zampa, membro e padrino indiscusso della French Connection, rete mafiosa che gestisce il business della droga e prospera grazie alla sua esportazione. Irriducibile e carismatico, come il suo antagonista, Zampa non si lascia intimidire muovendosi agilmente tra la Costa Blu e gli States e seminando dietro di lui morte, vendetta e risentimento. Dall'altra parte della barricata tende la rete e lo attende paziente Pierre Michel, assediato nel pubblico come nel privato. Jacqueline, la consorte apprensiva, è turbata dalla sua ostinazione e da quella sua lotta ostinata che mette in pericolo le loro vite. I timori di Jacqueline si concretizzano il 21 ottobre del 1981, quando Pierre Michel viene assassinato in strada e nella Francia del neo eletto François Mitterrand.
La French, opera seconda di Cédric Jimenez, non è il remake di French Connection di William Friedkin e nemmeno un policier 'a trazione anteriore' di Jacques Deray. Girato 'a freddo' e lontano dai Seventies, La French assomiglia piuttosto a una produzione hollywoodiana, che 'assolda' personaggi storici per dare peso all'intrigo e poi li piega alle esigenze del genere. Lontano da essere un film dossier sulla figura del giudice Pierre Michel, La French, titolo corto, suono secco, accento marsigliese, applica la grammatica dei polar patinati, agisce dentro una fotografia vintage e si risolve nei colori caldi di fine anni Settanta.
Iscritto nella tradizione di un genere, a cui non aggiunge nulla, alla maniera di American Gangster il film di Cédric Jimenez trova interesse (e passione) soprattutto nel confronto tra giudice e padrino, ma ancora di più tra Jean Dujardin e Gilles Lellouche. Come Russell Crowe e Denzel Washington o più indietro Alain Delon e Jean-Paul Belmondo, Dujardin - Lellouche, ancora una volta protagonisti e insieme dopo Gli infedeli, incarnano una nuova inclinazione della coppia antagonista, immersa in un preciso quadro sociale. Quadro che non rivela ma 'arreda', perché La French si lascia affascinare dal confronto magnetico tra due uomini, 'generali' avversari di una vera e propria guerra agita en plein air e lungo le strade di Marsiglia. Antagonisti nella ricostruzione romanzesca di una Marsiglia pivot mondiale del traffico di eroina verso gli Stati Uniti, i due attori 'citano' l'uno l'ossessione dell'intoccabile Eliot Ness, che lo divora dall'interno, l'altro l'intensità ferina e la violenza imprevedibile degli eroi scorsesiani. Misurato il fascino guascone, Dujardin è il giudice Pierre Michel sotto il sole di Marsiglia e dentro la confidenziale eleganza del cinema polar. A lui spetta il compito di arrestare l'ascesa vertiginosa del villain di Gilles Lellouche, doppio somatico e versione brutale che incide sul film come la luce del Mediterraneo sulla costa marsigliese. Boss potente, che agli inizi degli anni Ottanta andrà incontro allo scacco inevitabile di chi si trova nella condizione del 'sopravvissuto', a disagio in un clima che non riconosce più, il padrino di Lellouche esercita un controllo quasi assoluto sulla città, a cui si oppongono le interiorizzazioni noir del giudice di Dujardin e gli assalti gangsteristici di Benoît Magimel, mai così libero e fisicamente dirompente.
L'ingente budget, profuso nella ricostruzione meticolosa di una Marsiglia 'dopata' tra la fine degli anni Settanta e i primi anni Ottanta e per l'accoppiata divistica, non colma l'assenza della dimensione politica e storica nel film, che si sviluppa tutto sulla superficie senza mai infilare il sociologico o magari il tragico o ancora l'epica. La simmetria gangster charmant e flic incorrompibile, rinnovata dalla coppia Dujardin - Lellouche, che propongono due personaggi taciturni e sfuggenti in cui la durezza degli atteggiamenti si mescola a un senso di fragilità, resta comunque una gran bella ragione per andare al cinema e prendersi un'infatuazione.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
lunedì 30 marzo 2015
Filippo Catani

Marsiglia anni '70. La città è sconvolta dal traffico della droga gestito con avidità e crudeltà da mafiosi locali senza che nessuno o quasi faccia nulla per impedirglielo. Un nuovo giudice però deciderà di mettersi al lavoro per fermarli pagandone un prezzo altissimo. Da una storia vera. Bella la ricostruzione messa in piedi da Jimenez per raccontare [...] Vai alla recensione »

giovedì 2 aprile 2015
Flyanto

 Film in cui si racconta di un giudice che conduce delle delicate indagini al fine di sgominare ed arrestare alcuni esponenti della cosca mafiosa della città di Marsiglia, denominata, appunto "French Connection". Il compito per lui non si rivelerà facile ed, anzi, tra personaggi corrotti e delinquenti incalliti e pure molto accorti, il suddetto giudice verrà ostacolato [...] Vai alla recensione »

lunedì 30 marzo 2015
mattiabertaina

La Frech, un’organizzazione criminale che allunga i suoi tentacoli sul traffico di droga, da Marsiglia ad oltre oceano, si muove e ottiene ingenti profitti, senza che la giustizia possa fermare la sua marcia inarrestabile. L’equazione funzione fino a quando sulla strada del boss Zampa non si frappone l’incorruttibile e inossidabile giudice Pierre Michel.

mercoledì 29 marzo 2017
etabeta

La mia metà, di un film un po troppo lungo per la verità, scorre a fatica senza che si capisca dove il regista voglia arrivare. Un minimo di attenzione rimane grazie al grande Dujardin e a Lellouche. Nel secondo tempo il film decolla, si trasforma in un giallo-poliziesco un po in stile USA, e alla fine il film risulta molto gradevole.

mercoledì 6 aprile 2016
Barolo

Pur non brillando in originalità,è un polizieso robusto,ben fatto e con buone interpretazioni,ambientato negli anni settanta ha proprio le caratteristiche dei noir di quel periodo.

martedì 23 agosto 2016
g_andrini

Si ricollega alla nota vicenda italiana, con morte di giudici e arresto di capi mafia. Il film è volutamente molto evocativo, tratta di un passato recente ma terminato.

lunedì 30 marzo 2015
brian77

Niente male. come qualità sarebbe da 3 abbondanti, ma siccome è così raro vedere film che puntano sulla rotondità narrativa, sulla capacità classica di avvincere lo spettatore con una storia e dei personaggi, senza essere superificale, senza essere pretenzioso, senza aver il montaggio action ma nemmeno il tedioso descrittivismo psicologico dei cosiddetti film [...] Vai alla recensione »

domenica 29 marzo 2015
Hidalgo

 French Connection è, a mio avviso, uno di quei film che funzionano pechè danno allo spettatore ciò che lo spettatore vuole vedere. In altri casi questa caratteristica è un difetto, ma non in questo; il film di Jimenz è un solido e robusto poliziesco vecchio stampo, un classico "buoni contro cattivi" che, per forza di cose, non può essere originale [...] Vai alla recensione »

lunedì 23 marzo 2015
Des Esseintes

Le recensioni di Marzia Gandolfi sono sempre le migliori

giovedì 18 febbraio 2016
dario

il guaio sta nel dejà vu. L'andamento è lento e con colpi di scena telefonati. Gli attori si esprimono con le mascelle. Qualche buon dalogo, ma tanta superficialità. Azioni al rallentatore e pretestuose. Insomma, un poliziesco mediocre. Molto. Regia scolastica, non infame. 

giovedì 15 ottobre 2015
akyro

avrebbe voluto essere un noir davvero teso, ma si perde nella poca azione e nella poca descrizione psicologica

Frasi
"Dalle mie parti, quando un padre scopriva che il figlio beveva gli faceva scolare una bottiglia intera di grappa... cinque o sei ore di coma... ma era certo che non avrebbe mai più' bevuto."
Una frase di Gaëtan 'Tany' Zampa (Gilles Lellouche)
dal film French Connection - a cura di Marie Claire
STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Alessandra Levantesi
La Stampa

Contraltare europeo (dal punto di vista della storia) dell'omonimo film di William Friedkin, premiato con l'Oscar nel 1971, French Connection si svolge qualche anno più tardi nella Marsiglia crocicchio del malaffare e del narco traffico ispirandosi alla vicenda vera di Pierre Michel. Scalpitante magistrato di Metz che, in collaborazione con i giudici americani e (in segreto) dell'italiano Giovanni [...] Vai alla recensione »

Fabio Ferzetti
Il Messaggero

Il suo primo film indagava su un attentato usando solo webcam, telecamere di controllo e intercettazioni telefoniche. Per il secondo ha avuto un budget da 21 milioni di euro e una città da ricostruire. La Marsiglia che tra il '75 e l'81 vide il giudice Pierre Michel fare la guerra al potente clan mafioso capeggiato dall'inafferrabile Gaètan Zampa (origini partenopee) che spediva l'eroina negli Usa. [...] Vai alla recensione »

Massimo Bertarelli
Il Giornale

Avvincente poliziesco francese, da una storia vera, che all'azione abbina l'azzeccato ritratto di due nemici perlapelle. Nella Marsiglia del '75 l'intransigente giudice Piene Michel (Jean Dujardin) sale all'anticrimine. E dichiara guerra alla French Connection dell'eroina, guidata dal boss d'origine napoletana Gaetan Zampa (Gilles Lellouche). Chi la dura la vince.

Roberto Nepoti
La Repubblica

Dopo che, in qualità di giudice del tribunale minorile di Metz, ha sperimentato gli effetti devastanti della droga sui giovanissimi, Pierre Michel è trasferito a Marsiglia per contrastare la criminalità organizzata. Qui intraprende un'azione contro il boss Gaetan Zampa che assume quasi i tratti di una guerra privata, inducendolo ad agire ai limiti della legalità e a rischiare la vita.

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