Sapete tutto sui buchi neri, sulla materia esotica antigravitazionale, sui cunicoli spazio-temporali e simili arditissimi argomenti? Allora forse non avrete bisogno di questo film per emozionarvi e potrebbe persino seccarvi vedere ridotte ipotesi scientifiche a dialoghetti semplificati sino al punto di danzare nell’aria come parole in libertà. Non ne sapete niente?, Non sarà questo film a chiarirvi le idee: in particolare nella seconda parte, a partire dal bieco tradimento del dottor Mann, gli eventi sono così confusi che lo spettatore o si abbandona al fascino ipnotico delle immagini o cerca tra mille frustrazioni di trovare un debole filo di comprensione che lo conduca sano e salvo, anche se un po’ acciaccato mentalmente, al lieto fine. Potrà sempre poi, per fortuna, leggere su Wiki la trama completa in dettaglio, che suggerirei di fornire agli spettatori insieme al biglietto. E potrà continuare ad interrogarsi su temi affascinanti. Non si può dire però che non ci siano cose comprensibili anche per gli amanti del cinema tout court: una bella capacità di condurre la storia a più livelli spazio-temporali, passando con maestria dall’uno all’altro; i grandi paesaggi polverosi o falciati da una luce hopperiana violenta e livida della terra in disfacimento; la dinamica da camera delle meraviglie del tesseract, le sequenze emozionanti dell’orizzonte del pianeta d’acqua che si trasforma in onda gigantesca, il momento forse più “cosmico” del film. E alla fine siamo comunque contenti di sapere che è sempre l’amore quello che muove il sole e le altre stelle.
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