catcarlo
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martedì 4 marzo 2014
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snowpiercer
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Una glaciazione globale, conseguenza di un esperimento sbagliato, ha quasi sterminato l’umanità. I sopravvissuti sono raccolti tutti su di un lunghissimo treno che non si ferma mai e per procedere è costretto a sfondare, di tanto in tanto, alcune pareti di ghiaccio (da cui il titolo). Le carrozze di testa sono occupate dai ricchi mentre in quelle di coda si accalcano invece i miserabili, tenuti a bada con le armi e sfamati solo grazie a gelatinose tavolette proteiche di dubbia provenienza. Quando il troppo è troppo, un gruppo di rivoltosi risale il treno fino a che – rimossi ostacoli e tirapiedi - il loro capo, il barbuto Curtis, giunge al cospetto del demiurgo Wilford e scopre verità che avrebbe preferito non conoscere.
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Una glaciazione globale, conseguenza di un esperimento sbagliato, ha quasi sterminato l’umanità. I sopravvissuti sono raccolti tutti su di un lunghissimo treno che non si ferma mai e per procedere è costretto a sfondare, di tanto in tanto, alcune pareti di ghiaccio (da cui il titolo). Le carrozze di testa sono occupate dai ricchi mentre in quelle di coda si accalcano invece i miserabili, tenuti a bada con le armi e sfamati solo grazie a gelatinose tavolette proteiche di dubbia provenienza. Quando il troppo è troppo, un gruppo di rivoltosi risale il treno fino a che – rimossi ostacoli e tirapiedi - il loro capo, il barbuto Curtis, giunge al cospetto del demiurgo Wilford e scopre verità che avrebbe preferito non conoscere. Se la storia è un classico della fantascienza distopica abbastanza di moda negli ultimi tempi, lo svolgimento che il regista coreano Bong Joon-ho ne fa – sulla base dell’adattamento di un fumetto francese scritto in collaborazione con Kelly Masterson – va ben oltre il banale blockbuster che sarebbe risultato in mani meno dotate: la parte iniziale tratteggia i personaggi ed è, nel complesso, più ligia ai canoni del genere, mentre la seconda ora decolla dal punto di vista visivo ed emozionale, instillando un’inquietudine serpeggiante nell’animo dello spettatore anche a causa di un epilogo che lascia aperto solo un infinitesimo varco per una possibilità di futuro. E’ difatti uno sguardo molto pessimistico sull’essere umano quello che esce dalla pellicola, dove non solo c’è l’ovvia oppressione dell’uomo sull’uomo e non possono mancare i doppi giochi più odiosi, ma anche l’eroe si rivela tutto meno che senza macchia in un monologo assai intenso nel sottofinale che consente a Chris Evans di dare spessore a un’interpretazione fino a quel momento molto fisica. La scena narrata da Curtis è la più violenta – forse, se il film fosse stato girato in Corea, ce l’avrebbero anche fatta vedere - di un lavoro che non si risparmia certo le efferatezze, orchestrate però sempre con grande stile, come nell’efficacissima rappresentazione della lotta in cui le armi bianche spezzano come lampi l’oscurità di un’interminabile galleria, e alleggerite qua e là da una vena di umorismo inevitabilmente nero. La penuria di pallottole consente al regista di limitare l’uso delle armi da fuoco, dando un’ulteriore dimensione di fisicità alla lotta di classe (nonché al corpo a corpo): una scelta estetica che ben si inserisce nell’accurato lavoro – elaborato assieme al direttore della fotografia Hong Kyung-Pyo – che sfrutta come un’opportunità l’apparente ostacolo costituito dal doversi districare in spazi ristretti. Si inizia infatti nei bui e affollati vagoni di coda, dove i finestrini sono piombati, per risalire verso la luce man mano che ci si avvicina alla locomotiva, incontrando la levità quasi danzante della colorata scena nel vagone dove si indottrinano i più piccoli (ma è meglio fare attenzione alle apparenze), fino a giungere al lusso e alla non inattesa deboscia nei luoghi più vicini al potere. Se la coproduzione internazionale può aver smussato qualche asprezza e ha portato i set nella meno costosa Repubblica Ceca - mentre i (pochi) esterni sono stati girati sul ghiacciaio di Hintertux, in Tirolo – d’altra parte la stessa ha anche assicurato un cast di spessore, dove solo Jamie Bell sparisce un po’ frettolosamente: accanto a Evans senza lo scudo di Capitan America e al coreano Song Kang-ho, ecco allora Tilda Swinton, quasi irriconoscibile in uno dei suoi ruoli di inarrivabile antipatia, e i due grandi vecchi alle estremità del treno interpretati da John Hurt e, con maggior rilievo, da Ed Harris nei panni di un mellifluo Wilford. Per atmosfere e scelte stilistiche, ‘Snowpiercer’ potrebbe far fatica a incontrare i favori del grande pubblico, ma ha le qualità per dare il via a un piccolo culto.
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doc steve
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martedì 4 marzo 2014
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ghiacciato
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Sono andato a vedere il film con delle aspettative piuttosto alte, dopo aver letto i paragoni con matrix e blade runner, dopo aver letto varie recensioni entusiaste...ma la delusione e' stata enorme. Sono perplesso.
La storia e' strapiena di mancanze e nonsense, oltre alla mancanza di realismo, non tecnologico ma concreto e di reazioni umane.
dopo aver causato una glaciazione, l'umanita' quasi si estingue tranne pochi fortunati saliti sul treno di un ricco eccentrico (scelti su che base? come si poteva acquistare il biglietto?) tutti gl'altri uomini non hanno potuto costruire dei rifugi? perche' proprio un treno in movimento?
Il treno poi e' troppo, troppo piccolo, sia in larghezza che in lunghezza, per contenere le persone di cui si afferma sia abitato e da qui si passa al successivo problema, nel treno non c'e' il minimo spazio per le cose che appaiono nel film, vengono mostrati migliaia di scarafaggi (da dove vengono? c'e' un allevamento? dove?) c'e' la carne di animali, che non ci sono (pollo e mucche!?!) una piccola piantagione di pomodori e arancie (e il resto?), terzo problema: poco spazio occupato da cose inutili: vagoni con un tizio che prepara sushi 2 volte l'anno (???) discoteche, saune, piscine piene di gente che vive li' da 17 anni (???) ma spazio per dormire, neanche per un decimo, un vagone scuola elementare (?).
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Sono andato a vedere il film con delle aspettative piuttosto alte, dopo aver letto i paragoni con matrix e blade runner, dopo aver letto varie recensioni entusiaste...ma la delusione e' stata enorme. Sono perplesso.
La storia e' strapiena di mancanze e nonsense, oltre alla mancanza di realismo, non tecnologico ma concreto e di reazioni umane.
dopo aver causato una glaciazione, l'umanita' quasi si estingue tranne pochi fortunati saliti sul treno di un ricco eccentrico (scelti su che base? come si poteva acquistare il biglietto?) tutti gl'altri uomini non hanno potuto costruire dei rifugi? perche' proprio un treno in movimento?
Il treno poi e' troppo, troppo piccolo, sia in larghezza che in lunghezza, per contenere le persone di cui si afferma sia abitato e da qui si passa al successivo problema, nel treno non c'e' il minimo spazio per le cose che appaiono nel film, vengono mostrati migliaia di scarafaggi (da dove vengono? c'e' un allevamento? dove?) c'e' la carne di animali, che non ci sono (pollo e mucche!?!) una piccola piantagione di pomodori e arancie (e il resto?), terzo problema: poco spazio occupato da cose inutili: vagoni con un tizio che prepara sushi 2 volte l'anno (???) discoteche, saune, piscine piene di gente che vive li' da 17 anni (???) ma spazio per dormire, neanche per un decimo, un vagone scuola elementare (?). Soldati addestrati a uccidere, probabilmente tenuti in naftalina, perche' non c'e' spazio per loro, ne' per un loro addestramento. Inoltre nel film viene un po' descritta la situazione di disperazione di 17 anni in un treno ma comunque risulta poco veritiera, perche' il treno e' davvero angusto anche in proporzione al numero di individui, sia della coda che della testa del treno. E queste sono solo alcune considerazioni sull'incipit della trama, ci sarebbe altro da dire su quel che succede...
La regia non e' particolarmente brillante e non ho notato particolari scelte stilistiche.
Gli attori sono stati tutti bravi, da chris evans ai due coreani. Alcune scene mi sono piaciute.
Il finale mi ha lasciato perplesso, anche se e' chiaro l'intento di non voler cadere in cliche' sulla salvezza dell'umanita' ...e' resa male in quanto troppo forzata.
E' un film che va visto come film qualsiasi fantascientifico con qualche picco dato dagl'attori, non si avvicina neanche lontanamente a un blade runner o matrix
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[+] concordo: eccessivamente sopravvalutato
(di fabian t.)
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giorgio tutino
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lunedì 3 marzo 2014
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si dovrebbe intitolare ballpiercer :-)
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Uno dei peggiori films che abbia MAI visto!!!!!!
Macosìnta droga si sono fatti per fare una c@#&%$# cosi bruttaaaaaaa????????
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(di jeanreview)
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nicola barbera
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lunedì 3 marzo 2014
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tante belle immagini e una (piccola) trovata...
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Mettete da parte i classici della fantascienza, per favore! Qui non ne troverete neanche un lontano profumo...
La storia parte bene, a dire il vero, anche se c'è subito da accettare qualcosa di improbabile: per un esperimento sbagliato l'umanità è stata sterminata da una nuova glaciazione, e sono sopravvissuti solo i (numerosi) passeggeri di un treno che corre all'infinito lungo l'intera ciconferenza del globo, tornando sullo stesso punto solo una volta l'anno.
Come tutti i convogli, anche questo ha una testa e una coda: e in coda ci stanno i reietti, poveracci che sono stati fatti salire gratis a bordo ma che vengono confinati negli ultimi vagoni e a mala pena nutriti con strani parallelepipedi gelatinosi.
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Mettete da parte i classici della fantascienza, per favore! Qui non ne troverete neanche un lontano profumo...
La storia parte bene, a dire il vero, anche se c'è subito da accettare qualcosa di improbabile: per un esperimento sbagliato l'umanità è stata sterminata da una nuova glaciazione, e sono sopravvissuti solo i (numerosi) passeggeri di un treno che corre all'infinito lungo l'intera ciconferenza del globo, tornando sullo stesso punto solo una volta l'anno.
Come tutti i convogli, anche questo ha una testa e una coda: e in coda ci stanno i reietti, poveracci che sono stati fatti salire gratis a bordo ma che vengono confinati negli ultimi vagoni e a mala pena nutriti con strani parallelepipedi gelatinosi. C'è pure un tributo da pagare: di tanto in tanto bambini di circa cinque anni vengono prelevati da guardie armate e non se ne sa più niente...
Fin qui, lo spettatore è quindi portato a solidalizzare con gli sventurati e con i loro propositi di rivalsa.
Purtroppo, a differenza del treno il film un capo e una coda non ce li ha: per cui da questa premessa tutto sommato "realistica" (sia pure con le riserve di cui sopra) la pellicola si attorciglia presto lungo una serie di episodi che vorrebbero collocarsi tra il surreale e il metaforico - torture, vessazioni, comizi, scontri fisici - ma troppo spesso risultano semplicemente ridicoli. La meraviglia visiva delle scenografie e degli effetti speciali (nei vagoni del treno c'è di tutto: serre, acquari, discoteche, scuole, bagni turchi... e cose turche in generale) non è sufficiente a compensare personaggi stereotipati e dialoghi balbettanti, che mettono a dura prova l'abilità dei celebrati e consumati (qui, soprattutto consumati) interpreti.
In sintesi, un film (presuntuosamente) ambizioso e sostanzialmente prevedibile - quindi, noioso - con un unico apprezzabile colpo di scena, che ovviamente non è il caso di rivelare (altrimenti si perde pure quello): diciamo solo che poichè il treno tutto sommato è un ecosistema, occorre in qualche modo tenerlo in equilibrio... Chi lo fa e come: è questa la (piccola) trovata della storia.
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themaster
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lunedì 3 marzo 2014
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biblico. da vedere assolutamente.
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Snowpiercer. kolossal fantascientifico che mescola scene d'azione al cardiopalma a sequenze veramente intensissime.
Alla fine della visione mi sono ritrovato con il volto rigato dalle lacrime per l'esplosione di emozioni che questa pellicola mi ha provocato.
Prima di tutto siamo di fronte a una regia come poche ne ho viste negli ultimi anni,una regia cattiva,che ci mostra la violenza per ciò che è,senza particolari giri di parole e senza buonismo (buonismo visivo dato che parliamo della regia) tuttavia ci sono momenti in cui i movimenti di macchina frenetici si stoppano,per lasciare spazio a uno stile molto più lento,quasi solenne,momenti in cui la macchina da presa esplora ogni personaggio,grazie a primi piani veramente molto suggestivi.
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Snowpiercer. kolossal fantascientifico che mescola scene d'azione al cardiopalma a sequenze veramente intensissime.
Alla fine della visione mi sono ritrovato con il volto rigato dalle lacrime per l'esplosione di emozioni che questa pellicola mi ha provocato.
Prima di tutto siamo di fronte a una regia come poche ne ho viste negli ultimi anni,una regia cattiva,che ci mostra la violenza per ciò che è,senza particolari giri di parole e senza buonismo (buonismo visivo dato che parliamo della regia) tuttavia ci sono momenti in cui i movimenti di macchina frenetici si stoppano,per lasciare spazio a uno stile molto più lento,quasi solenne,momenti in cui la macchina da presa esplora ogni personaggio,grazie a primi piani veramente molto suggestivi. Bong Joon-ho si dimostra particolarmente abile con il piano sequenza,il rallenty e la carrellata,una regia che valorizza ogni singolo elemento visivo e non, della pellicola. la CGI e la fotografia sono un qualcosa di sensazionale,che insieme alla già citata macchina da presa,contribuiscono a creare un'atmosfera molto claustrofobica,che quasi ci opprime,al punto che vorremmo poter "aprire il finestrino" per respirare aria pulita. Gli attori sono tutti bravissimi,ma il merito vero e proprio va a due interpreti in particolare : a Tilda Swinton che qui è veramente irriconoscibile,grazie al make up. La Swinton ha portato in scena un personaggio fantastico che è quello di Mason,cattivissima,volutamente caricaturale,porta in scena un'allegoria/parodia del potere,dell'egoismo dell'essere umano,un personaggio denso di black humour e con delle sfaccettature a dir poco grottesche. Il secondo attore che mi ha sorpreso è stato Chris Evans,che qui mi ha stupito non poco,regalandomi un'interpretazione che parte abbastanza malaccio nei primi minuti del film ma che poi è un crescendo di espressività e intensità. Il personaggio di Curtis è il protagonista e rappresenta un pò quella che è la brama di vendetta e la follia dell essere umano disposto a fare cose indicibili pur di sopravvivere,un uomo totalmente distrutto nella psiche e nel fisico.Il resto del cast include John Hurt,Jamie Bell,un malvagio Ed Harris e un tenebroso Kang Ho-Song.
Snowpiercer vuole essere un film di critica e analisi sociopolitica,che parte dalla semplicistica e stereotipica visione della società divisa in caste,per poi evolversi ancora e ancora in uno spaccato sconvolgente della natura umana. Con Snowpiercer siamo messi di fronte a degli eventi di proporzioni bibliche,una storia di redenzione,sacrificio e follia,il tutto coadiuvato con una grande metafora che è quella del treno,che rappresenta una sorta di versione estremizzata e malata dell'arca di Noè,in questa pellicola vedremo il treno venerato come un qualcosa di sacro,di spirituale,unito a una visione pessimistica di quello che è il futuro dell'essere umano,destinato a distruggersi da solo. Vediamo come il personaggio di Curtis sia sempre avvolto nell'ombra,sia fisicamente che metaforicamente,un personaggio di cui sposiamo la causa ma di cui ci troveremo a dubitare,oltre che a dubitare anche della nostra stessa capacità di giudizio,un personaggio che ci sembra vuoto all'inizio ma su cui ci ricrederemo nel finale. Snowpiercer è un crescendo epico e coinvolgente,ricco di black humour e grottesco,è un film sensazionale se pur con i suoi difetti che indicherò nel commento della recensione appena verrà pubblicata insieme a vari approfondimenti. consigliatissimo. Da Vedere assolutamente.
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(di themaster)
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fabian t.
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lunedì 3 marzo 2014
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imprevedibile e accattivante ma mal rifinito
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Un po' improvvisato nello svolgimento narrativo della seconda parte, "Snowpiercer" è comunque da vedere. I punti forti, a mio avviso, sono nell'ottima recitazione e nell'imprevedibilità narrativa. Quelli deboli, nella regia priva di stile e nell'eccessiva efferatezza che sposta l'attenzione dai contenuti a uno splatter alquanto ripetitivo e insipido. Un po' strambo, insomma, per molti particolari, e con un finale davvero deludente, ma nel complesso abbastanza originale e accattivante soprattutto per il soggetto messo in scena. Ciò detto, questo film coreano ha dalla sua la totale mancanza di retorica e di cliché tipici dei soliti prodotti hollywoodiani. Lo stesso protagonista è l'essenza dell'antieroe e Chris Evans si è dimostrato davvero all'altezza, sebbene sia Tilda Swinton a confermarsi su tutti come attrice sorprendentemente formidabile.
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Un po' improvvisato nello svolgimento narrativo della seconda parte, "Snowpiercer" è comunque da vedere. I punti forti, a mio avviso, sono nell'ottima recitazione e nell'imprevedibilità narrativa. Quelli deboli, nella regia priva di stile e nell'eccessiva efferatezza che sposta l'attenzione dai contenuti a uno splatter alquanto ripetitivo e insipido. Un po' strambo, insomma, per molti particolari, e con un finale davvero deludente, ma nel complesso abbastanza originale e accattivante soprattutto per il soggetto messo in scena. Ciò detto, questo film coreano ha dalla sua la totale mancanza di retorica e di cliché tipici dei soliti prodotti hollywoodiani. Lo stesso protagonista è l'essenza dell'antieroe e Chris Evans si è dimostrato davvero all'altezza, sebbene sia Tilda Swinton a confermarsi su tutti come attrice sorprendentemente formidabile. Ciò non toglie, purtroppo, come rovescio della medaglia, che il film termini lasciando in sospeso enormi falle nella sceneggiatura, quasi peggio del "Prometheus" di Scott. Esempio (ATTENZIONE, SPOILER): perché la corpulenta guardia del corpo armata in difesa di Wilford sembra non morire mai? Che senso ha quella mattanza con le asce quando poi le armi da fuoco effettivamente ci sono? Come fa l'esperto della sicurezza delle porte a ritrovarsi in tasca i fiammiferi (che offre poi a Curtis) se li aveva precedentemente dati al ragazzino con la torcia? Perché il protagonista si ostina - fino a riuscirci - a staccarsi un braccio? Che diavolo di senso ha, infine, far morire tutti sul treno lasciando due soli superstiti? A voi la risposta, se ci riuscite.
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flyanto
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lunedì 3 marzo 2014
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una delle tante visioni apocalittiche sul futuro d
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Film in cui si racconta di un'umanità sopravvissuta e giunta nell' era glaciale dell'anno 2031 che si trova tutta raggruppata in un lungo convoglio ferroviario, ben diviso in classi sociali dove la coda è occupata da quelle inferiori e le carrozze in prossimità della locomotiva da quelle più agiate. Questo treno, sempre in corsa attraverso un paesaggio fortemente innevato e ghiacciato rappresenta metaforicamente la struttura di una società ideale o, in senso più lato, quella dell'intera umanità che vive sulla terra, dove ogni componente appartiene al livello sociale assegnatogli con ovviamente sopra di lui altri individui appartenenti a livelli sociali più elevati ed infine un capo supremo che soprassiede tutto e tutti.
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Film in cui si racconta di un'umanità sopravvissuta e giunta nell' era glaciale dell'anno 2031 che si trova tutta raggruppata in un lungo convoglio ferroviario, ben diviso in classi sociali dove la coda è occupata da quelle inferiori e le carrozze in prossimità della locomotiva da quelle più agiate. Questo treno, sempre in corsa attraverso un paesaggio fortemente innevato e ghiacciato rappresenta metaforicamente la struttura di una società ideale o, in senso più lato, quella dell'intera umanità che vive sulla terra, dove ogni componente appartiene al livello sociale assegnatogli con ovviamente sopra di lui altri individui appartenenti a livelli sociali più elevati ed infine un capo supremo che soprassiede tutto e tutti. Ovviamente durante questa corsa si verificheranno dei soprusi da parte di chi ha più potere ed inevitabili azioni di ribellione, non sempre di successo positivo, da parte di chi li subisce. Solo alla fine i più coraggiosi ed abili riusciranno a sovvertire l'ordine prestabilito dando inizio praticamente ad un nuovo e, forse migliore, assetto sociale.
Questo film del coreano Bong Joon-ho risulta nel complesso molto ben realizzato e, sebbene non del tutto originale per ciò che concerne la sua tematica, anzi, piuttosto scontata, lo si apprezza più che altro per l'immagine della metafora del treno che egli presenta al pubblico. Ovviamente, non essendo l'argomento troppo differente dai molti che precedono questa pellicola sulle visioni più o meno catastrofiche di un prossimo futuro dell'umanità, anche la sua metafora ridimensiona piano piano il suo apporto innovativo, divenendo un pò scontata e dunque prevedibile.
La grande cooperazione con la produzione statunitense, sia in termini di finanze impiegate che in quelli concernenti l' impiego di attori di un certo calibro appartenenti al mondo del cinema occidentale, quali per esempio Chris Evans, Tilda Swinton, Ed Harris e John Hurt, ecc.... ovviamente assicura a quest'opera una certa dose di successo, soprattutto tra gli appassionati del pubblico di questo genere apocalittico, non relegandolo da una parte.
Ma in generale, essa non assurge per i motivi sopra elencati ad un livello al di sopra della norma, rimanendo in una collocazione, se non mediocre, un pò pretenziosa e già ampiamente vista.
Insomma, per gli amanti, ripeto, del genere utopistico negativo.
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maurizio meres
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lunedì 3 marzo 2014
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inimmaginabile
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Premessa :non paragoniamo questo buon film con i classici del cinema futuristico,manca il concetto di genialità, accompagnata da tutte le componenti strutturali:sceneggiatura,dialoghi,colonna sonora ecc....Solo una mente perversa come il regista coreano Bong Joon può immaginarsi un futuro così assurdo, in una logica cinematografica perfetta per il suo genere, con tutti i drammi umanitari attuali ,emarginazione ,lotte di classi sociali ,lotta all'esistenza. La trama rispecchia un qualcosa di reale ma inimmaginabile nella nostra mente pur essendo già accaduta un era glaciale ,il treno non è altro che la gerarchia piramidale del potere,il futuro in questo film non c'è ,anzi potrebbe continuare in eterno questa situazione creata da un regista che, sicuramente non si fermerà a Snowpiercer, complimenti :attori tutti all'altezza della situazione, in particolare la figura dell'attrice Tilda Swinton assurda e grottesca ,"nella nostra realtà questa figura rientra nella logica dell'ipocrisia di tutti i giorni",effetti speciali ottimi,fanno rabbrividire,dando al film la tensione giusta, film strutturalmente gradevole ,tutto scorre splendidamente .
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Premessa :non paragoniamo questo buon film con i classici del cinema futuristico,manca il concetto di genialità, accompagnata da tutte le componenti strutturali:sceneggiatura,dialoghi,colonna sonora ecc....Solo una mente perversa come il regista coreano Bong Joon può immaginarsi un futuro così assurdo, in una logica cinematografica perfetta per il suo genere, con tutti i drammi umanitari attuali ,emarginazione ,lotte di classi sociali ,lotta all'esistenza. La trama rispecchia un qualcosa di reale ma inimmaginabile nella nostra mente pur essendo già accaduta un era glaciale ,il treno non è altro che la gerarchia piramidale del potere,il futuro in questo film non c'è ,anzi potrebbe continuare in eterno questa situazione creata da un regista che, sicuramente non si fermerà a Snowpiercer, complimenti :attori tutti all'altezza della situazione, in particolare la figura dell'attrice Tilda Swinton assurda e grottesca ,"nella nostra realtà questa figura rientra nella logica dell'ipocrisia di tutti i giorni",effetti speciali ottimi,fanno rabbrividire,dando al film la tensione giusta, film strutturalmente gradevole ,tutto scorre splendidamente .Personalmente ero molto scettico su questo film ma dopo averlo visto mi sono po' ricreduto , da vedere con una grande dose di ottimismo .
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pierpaolo1968
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lunedì 3 marzo 2014
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voce controcorrente: film sopravvalutato
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Sono appassionato del genere, e ho un'età per cui ho visto al cinema tantissimi film da Guerre Stellari in avanti, e in questo caso gridare al capolavoro mi sembra eccessivo.
Tra l'altro, che senso ha fare recensioni che siano in perfetto accordo con gli strilli della promozione del film?
Non insufficiente, agli appassionati lo consiglierei, non ho letto la graphic novel, e quindi non posso far paragoni, ma per un masterpiece ci vuole altro. Nessun paragone con V per vendetta, L'esercito delle 12 scimmie o Brazil, e lasciamo stare per favore Bladerunner, che ci può entrare come entra Ombre rosse per un qualsiasi film western quando gli indiani sono cattivi.
Fantascienza sociale, futuro distopico? E cosa ci aspettiamo nel 2014, in mezzo a una crisi di questo tipo?
Secondo me, ci vuol ben altro per essere originali.
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Sono appassionato del genere, e ho un'età per cui ho visto al cinema tantissimi film da Guerre Stellari in avanti, e in questo caso gridare al capolavoro mi sembra eccessivo.
Tra l'altro, che senso ha fare recensioni che siano in perfetto accordo con gli strilli della promozione del film?
Non insufficiente, agli appassionati lo consiglierei, non ho letto la graphic novel, e quindi non posso far paragoni, ma per un masterpiece ci vuole altro. Nessun paragone con V per vendetta, L'esercito delle 12 scimmie o Brazil, e lasciamo stare per favore Bladerunner, che ci può entrare come entra Ombre rosse per un qualsiasi film western quando gli indiani sono cattivi.
Fantascienza sociale, futuro distopico? E cosa ci aspettiamo nel 2014, in mezzo a una crisi di questo tipo?
Secondo me, ci vuol ben altro per essere originali.
Ho trovato il film lento, i caratteri sono appena abbozzati, la fotografia brilla solo in qualche momento e gli effetti digitali non mi sembrano sempre all'altezza, la regia in qualche dialogo mi pare un po' televisiva, il ritmo non è quello che ci si aspetterebbe, dopo mezz'ora ero arcistufo di massacri all'arma bianca e schizzi di sangue sui vetri. Anche il finale, troppo didascalicamente ecologista e interraziale, mi ha lasciato deluso - specie rispetto alle troppe attese create.
Da un regista coreano mi sarei aspettato molto di più.
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marylory
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lunedì 3 marzo 2014
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"la realtà dell'umanità"
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Un film povero che mette a fuoco la realtà dell'umanità.
Dall'arca di "Noè" al treno, dove vige ristrettezza e agiatezza e nessuna speranza.
Alla fine si salva un regazzo e una ragazza: Adamo ed Eva.
Un film da scassare ma che serve a far cassetta...
Lorenzo Pontiggia Il Poeta
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