andrea.bonino.97
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mercoledì 5 marzo 2014
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film ricco di significati mal sviluppati
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Nel 2031, in seguito ad una nuova era glaciale, le poche persone rimaste, sono a bordo di un treno rompighiaccio, che percorre ininterrottamente la terra. La testa del treno è abitata dalla classe sociale più ricca e procedendo via via che si va indietro di vagoni si arriva alla classe sociale più degradata: i poveri, costretti a vivere in spazi stretti e ridotti alla fame. Ed è proprio da qui che partirà la rivolta che metterà in moto tutti gli eventi che costituiranno i restanti 3/4 del film, con una rivolta che ha lo scopo di arrivare fino alla testa del treno e vendicarsi sul capotreno che li costringe a vivere in povertà. Film più costoso della Corea fino ad oggi, è un thriller-fantascientifico post-apocalittico con risvolti politici e sociali.
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Nel 2031, in seguito ad una nuova era glaciale, le poche persone rimaste, sono a bordo di un treno rompighiaccio, che percorre ininterrottamente la terra. La testa del treno è abitata dalla classe sociale più ricca e procedendo via via che si va indietro di vagoni si arriva alla classe sociale più degradata: i poveri, costretti a vivere in spazi stretti e ridotti alla fame. Ed è proprio da qui che partirà la rivolta che metterà in moto tutti gli eventi che costituiranno i restanti 3/4 del film, con una rivolta che ha lo scopo di arrivare fino alla testa del treno e vendicarsi sul capotreno che li costringe a vivere in povertà. Film più costoso della Corea fino ad oggi, è un thriller-fantascientifico post-apocalittico con risvolti politici e sociali. Inizio lento, crudo, migliora nella metà anche se si comincia ad avvertire un grosso senso pessimistico che coverge in un finale non proprio appagante che cerca di lasciare un moto di speranza. Snowpiercer è un film indubbiamente ricco di significati, capace di coinvolgere il protagonista, coinvolgente e tremendamente realistico che però spesso sbaglia situazioni e la quantità dei contenuti. Partendo dagli ultimi la violenza che è fin dall'inizio abbastanza accentuata, che resta piuttosto inutile e non al fine della trama, salvo in rari casi. per quanto riguarda le situazioni, sono da notare molte scene insensate o più che altro paradossali. Prima fra tutte: la lotta dei rivoltanti contro gli uomini armati di accetta, ridicola e il risultato di essa è inspiegabile. Bravissimi tutti gli attori, prima fra tutte Tilda Swinton con un personaggio tremendamente sopra le righe. Il regista ha cercato indubbiamente di rendere il film il più internazionale che mai, con un cast quasi totalmente occidentale. Avrebbe potuto osare di più, infatti i due unici personaggi orientali sono molto piacevoli. Peccato per i troppi rimandi più che ovvi alla nota saga Hunger Games.
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tyler
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mercoledì 5 marzo 2014
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meraviglioso !
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Ieri sono andato al cinema con mia moglie ed i ragazzi...ed ho visto un CAPOLAVORO che consiglio caldamente di vedere a tutti intitolato SNOWPIERCER. Credo uno dei piu' bei film che ho avuto modo di vedere fino ad oggi...una metafora,. forse un po' "azzardata" e per certi versi fuori dalla logica del mondo in cui viviamo. STREPITOSO! Poi alla sera sono arrivato a casa ed ho messo su CANALE 5 incuriosito da questa GRANDE BELLEZZA , anche perche' attori del calibro di SERVILLO per antipatico e spocchioso che sia , comunque meritano, ebbene.
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Ieri sono andato al cinema con mia moglie ed i ragazzi...ed ho visto un CAPOLAVORO che consiglio caldamente di vedere a tutti intitolato SNOWPIERCER. Credo uno dei piu' bei film che ho avuto modo di vedere fino ad oggi...una metafora,. forse un po' "azzardata" e per certi versi fuori dalla logica del mondo in cui viviamo. STREPITOSO! Poi alla sera sono arrivato a casa ed ho messo su CANALE 5 incuriosito da questa GRANDE BELLEZZA , anche perche' attori del calibro di SERVILLO per antipatico e spocchioso che sia , comunque meritano, ebbene...ho visto un ENORME SPOTTONE con pubblicita' subliminali e non ( vedi la pubblicita' MARTINI sempre ben presente e non solo ) girato bene , e con alcune trovate interessanti, ma di una noia mortale. E questo sarebbe il film che ha vinto l'OSCAR? No..ragazzi...questa e' l'ennesima sublimazione di come il denaro, le conoscenze, la promozione, e le opportunita' recitino purtroppo sempre piu' una parte centrale nel mercato cinematografico (...come nella vita!). Senza nulla togliere a Sorrentino che comunque rimane un buon regista, forse un po' sopravvalutato e che ogni tanto dice delle enormi C***** ( come dedicare la vittoria a Maradona.... ). E' il cinema , che a sua volta non e' null'altro che una appendice della vita quotidiana...
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radioattivo
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martedì 4 marzo 2014
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l'umanità in un treno
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Sanguinario, violento, apocalittico. Padroni e sindacati (testa e coda del treno) governano l'equilibrio dell'umanità perchè l'obbiettivo primario è non fermare il "treno". Bel film, non adatto per stomaci deboli. Unico neo: ma il bambino dove trova una pelliccia della sua misura ???
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francesco84
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martedì 4 marzo 2014
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un quasi capolavoro in un'annata deludente
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Un quasi capolavoro, in un'annata piuttosto deludente, purtroppo snobbato…
A mio parere il film riesce quasi in pieno nel duplice intento di creare un film d'azione accessibile e godibile da tutti, ma al tempo stesso sollevare una critica all'attuale situazione internazionale attraverso il parallelismo tra "MONDO-TRENO" e mondo reale in cui noi viviamo, le classi non sono altro che le nazioni odierne.
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giorgio47
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martedì 4 marzo 2014
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spettacolare e riflessivo
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Un buon film che nelle oltre due ore di proiezione non ti annoia, anzi ti tiene incollato alla poltrona. Non ci sono molti effetti speciali ma una buona dose di violenza. La storia, che vuole essere una metafora sul potere, narra la lotta aspra e senza esclusione di colpi che, all’interno di un treno che trasporta i sopravvissuti di una glaciazione della terra, conducono gli ultimi occupanti i vagoni di coda per giungere alla locomotiva. A parte la spettacolarità del film c’è da rilevare che la decimazione del genere umano è dovuto alla correzione che gli scienziati avrebbero apportato al riscaldamento della terra rendendola di fatto inabitabile, quindi quasi un messaggio a non prendere per buono tutto quello che la scienza ci propina, d’altronde la storia ci insegna che non sempre questa si è dimostrata dalla parte dell’umanità.
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Un buon film che nelle oltre due ore di proiezione non ti annoia, anzi ti tiene incollato alla poltrona. Non ci sono molti effetti speciali ma una buona dose di violenza. La storia, che vuole essere una metafora sul potere, narra la lotta aspra e senza esclusione di colpi che, all’interno di un treno che trasporta i sopravvissuti di una glaciazione della terra, conducono gli ultimi occupanti i vagoni di coda per giungere alla locomotiva. A parte la spettacolarità del film c’è da rilevare che la decimazione del genere umano è dovuto alla correzione che gli scienziati avrebbero apportato al riscaldamento della terra rendendola di fatto inabitabile, quindi quasi un messaggio a non prendere per buono tutto quello che la scienza ci propina, d’altronde la storia ci insegna che non sempre questa si è dimostrata dalla parte dell’umanità. Sul treno, dal fondo, dagli ultimi vagoni ovvero dai derelitti sfruttati e repressi brutalmente, scoppia la rivolta che procede verso la testa del treno, attraverso una serie di scontri brutali e violenti. Anche in questa fase è bene rilevare che mentre è normale vedere la violenza del potere, brutale, spietata e spesso gratuita, si resta in un primo momento un pò disorientati dalla risposta, a mio parere giustissima, altrettanto violenta e fredda da parte dei diseredati. In effetti ci accorgiamo che mentre siamo abituati ad accettare la violenza del potere, siamo molto meno preparati ad accettare la violenza di ribellione, di risposta. Per essere chiaro, è come se il potere, in ogni caso, proprio nell’espletamento di questa sua funzione, ovvero di controllo, abbia in una qualche maniera la legittimazione della sua violenza, mentre l’altra sia una forma di violenza alla stato puro, senza giustificazione, almeno quella fredda e brutale. Insomma siamo abituati ad accettare o quanto meno ci è familiare la violenza del potere, meno quella dei rivoltosi. Invece nel film ci sono più di un’azione, in cui alla violenza brutale del potere, si risponde con la violenza brutale dei rivoltosi. Per finire due piccole osservazione. I vagoni di mezzo, che verosimilmente vogliono rappresentare la classe media, rimangono indifferenti agli scontri, troppo presi dai loro agi per capire quello che sta accadendo intorno a loro; ed in ultimo il tentativo, da parte del detentore del potere supremo, di ammaliare il nemico con promesse e lusinghe, che è l’ultimo tentativo di mantenere la situazione inalterata. Insomma un film che avvince e nello stesso tempo lascia riflettere su vari argomenti di cui alcuni da me non accennati, ma sicuramente rintracciabili nel film, come la funzione della scuola e della religione nel mantenimento di una situazione di stallo in cui, come dice un protagonista “ognuno ha il suo posto assegnato”!
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jaylee
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martedì 4 marzo 2014
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un treno chiamato futuro
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Che possa piacere o meno, quando ben scritta e calibrata, la Fantascienza è un potentissimo genere che trascende quanto si vede sullo schermo ed assume una capacità di metafora sul presente e di chiaroveggenza sul futuro… esiste un filone distopico estremamente potente, che inizia con Metropolis di Fritz Lang, passa da Il Pianeta delle Scimmie, Blade Runner, Akira, L’Esercito delle 12 Scimmie (forse il film che, nello spirito, più si avvicina a Snowpiercer) e Matrix, per arrivare ai recentissimi Looper, Oblivion e Elysius… la lista è lunghissima. Cosa hanno in comune questi film?che il futuro non è così luminoso come ce lo hanno prospettato, ma soprattutto che il futuro ha i semi della distruzione nel presente, e li abbiamo piantati noi.
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Che possa piacere o meno, quando ben scritta e calibrata, la Fantascienza è un potentissimo genere che trascende quanto si vede sullo schermo ed assume una capacità di metafora sul presente e di chiaroveggenza sul futuro… esiste un filone distopico estremamente potente, che inizia con Metropolis di Fritz Lang, passa da Il Pianeta delle Scimmie, Blade Runner, Akira, L’Esercito delle 12 Scimmie (forse il film che, nello spirito, più si avvicina a Snowpiercer) e Matrix, per arrivare ai recentissimi Looper, Oblivion e Elysius… la lista è lunghissima. Cosa hanno in comune questi film?che il futuro non è così luminoso come ce lo hanno prospettato, ma soprattutto che il futuro ha i semi della distruzione nel presente, e li abbiamo piantati noi.
Joon-ho Bong, talentuoso regista coreano, ci racconta di un futuro dove il Mondo è stato riportato all’Era Glaciale dalla follia dell’Uomo, che tutta la vita sul pianeta o quasi è stata sradicata, e che tutta l’Umanità rimasta è su un treno (lo Snowpiercer) perennemente in movimento, auto-sufficiente per carburante e risorse interne: un vero e proprio ecosistema, dove gli esseri umani sono divisi nella Testa del Treno (i ricchi), e la Coda (i poveri). Curtis (Chris Evans) proverà a guidare l’ennesima rivolta… riuscirà ad arrivare alla Sacra Locomotiva e prenderne il comando?
Cominciamo subito dal dire due cose: primo, è un film uscito 8 mesi fa in Corea, e ha seriamente rischiato di non uscire nelle sale occidentali, considerato troppo “di nicchia”, un po’ come successe con Kick Ass nel 2010 (peraltro anche lui basato su un fumetto); secondo: al momento è il miglior film dell’anno e il miglior film di fantascienza dai tempi di Matrix (1999!).
Questo perché Snowpiercer, riesce ad abbinare delle ambientazioni davvero immaginifiche (i paesaggi invernali sono mozzafiato, così come i singoli vagoni, ognuno un mondo a parte) ed una fotografia sbalorditiva ad un potentissimo messaggio sul genere umano: a meno che non troviamo nuove soluzioni sostenibili, il genere umano è (giustamente) destinato alla distruzione dai propri perversi meccanismi con cui i pochi hanno molto e i molti hanno poco. Inutile domandarsi come mai gli appelli ad uno status quo di ordine quasi divino per cui sia giusto cosi, arrivano sempre da chi è in Testa al Treno.
Certamente violento, ma mai veramente eccessivo, Snowpiercer abbina la peculiare raffinatezza visiva Orientale (c’è molto Manga in alcune soluzioni, soprattutto Miyazaki e Matsumoto, ricordate Galaxy Express 999?) al genio visionario dei vari Terry Gilliam, Tim Burton, Ridley Scott: forma al servizio del contenuto. Attori talentuosi e davvero in forma: John Hurt nella parte del mentore del nuovo leader, Tilda Swinton una specie di robotica Maria Stella Gelmini al servizio del Dio Ingegnere Wilford, un Ed Harris evidentemente a suo agio con ruoli pseudo-divini (vedi il regista in The Truman Show). E attenzione a Chris Evans che, dai tempi dei Fantastici Quattro e Cellular (invece già meglio in Capitan America e The Avengers), ha fatto parecchia strada, qui è irriconoscibile per capacità espressiva rispetto ai suoi primi lavori; faccio una scommessa: potrebbe essere il nuovo Christian Bale.
Lo sviluppo del film è notevole, mai scontato, eppure perfetto nei suoi incastri, con un finale consolatorio in senso assoluto: la Natura e la Vita intorno a noi troveranno una strada, anche dopo di noi.
Il Futuro è in partenza e non effettua fermate. Da vedere. (www.versionekowalski.it)
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dodori
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martedì 4 marzo 2014
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film imbarazzante!! pessimo!!
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Peccato perchè ho dedicato 1 ora a scrivere una recensione perfetta ma la pagina si è bloccata, odio ancora di più questo film!
Non si salva niente, regia, sceneggiatura, montaggio, musiche, scenografia, grafica!
Terrificante nel senso più basso del termine!
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dodori
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martedì 4 marzo 2014
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imbarazzante!! pessimo!!
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Scrivo una recensione per quanto sono rimasto disgustato da questo film e per ricalibrare questa media di stelle, spropositata e ingannevole, che mi lascia veramente basito.
Snowpiercer, che tradotto sarebbe rompighiaccio, riesce a rompere solo un'altra cosa in meno di mezz'ora di film!!
Sceneggiatura (dialoghi demenziali) e regia pessime (combattimenti, rallenty e inquadrature)! Così come il montaggio e le musiche! Effetti speciali da videogioco di 10 anni fa! Scenografia mediocre non originale per niente: sembra un collage di realtà e film già visti (vedi acquario e indumenti delle forze di sicurezza)!
CHI SI INTENDE DAVVERO DI CINEMA NON PUO' CHE CONSTATARE IL TOTALE FALLIMENTO DI QUESTO FILM LA CUI STORIA SAREBBE STATO MEGLIO SE FOSSE RIMASTA RACCONTATA SOLO DAL FUMETTO A CUI SI ISPIRA.
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Scrivo una recensione per quanto sono rimasto disgustato da questo film e per ricalibrare questa media di stelle, spropositata e ingannevole, che mi lascia veramente basito.
Snowpiercer, che tradotto sarebbe rompighiaccio, riesce a rompere solo un'altra cosa in meno di mezz'ora di film!!
Sceneggiatura (dialoghi demenziali) e regia pessime (combattimenti, rallenty e inquadrature)! Così come il montaggio e le musiche! Effetti speciali da videogioco di 10 anni fa! Scenografia mediocre non originale per niente: sembra un collage di realtà e film già visti (vedi acquario e indumenti delle forze di sicurezza)!
CHI SI INTENDE DAVVERO DI CINEMA NON PUO' CHE CONSTATARE IL TOTALE FALLIMENTO DI QUESTO FILM LA CUI STORIA SAREBBE STATO MEGLIO SE FOSSE RIMASTA RACCONTATA SOLO DAL FUMETTO A CUI SI ISPIRA....ALMENO FINO AD UNA DEGNA TRASPOSIZIONE E REINTERPRETAZIONE CINEMATOGRAFICA!
E' un film studiato a tavolino e condito volontariamente in maniera superficiale di temi pseudo-scientifici e pseudo-antropologici così da accalappiare gli appassionati del genere fantacatastrofico e prendere i loro soldi senza lasciare nulla in cambio, anzi lasciando solo una cosa: ignoranza agli ignoranti e sdegno ai coscienti accalappiati.
Ecco le varie disgustose ASSURDITA': le premesse catastrofiche sparate da subito con pressappochezza in modo sbrigativo e banalmente scritte su schermo, riferimento irreale a luglio 2014 e ad un esperimento catastrofico riguardo ad un paventato effetto serra (ppfff!! allodole per gli ambientalisti), segue subito (irrealmente) l'era glaciale, e tra tutti gli scenziati della terra solo Wilford (il coglione pseudo-fascista di turno) riesce a ''salvare'' il genere umano facendo salire a bordo (non si sa come e perchè) di un treno (che deve fare il giro del mondo senza motivo) diverse migliaia di persone divise per fasce sociali, così da poter innescare delle rivolte mortali interne tra poveri (i buoni) e ricchi (i cattivoni totalitari) e poter controllare il numero demografico dei passeggeri. A questo punto anche ad un demente verrebbe da pensare che sarebbe bastato un semplice controllo sulle nascite o far salire meno gente e magari non far salire migliaia di poveri ''a gratis'', ma ecco che alla fine del film c'è il colpo di scena ancora più demenziale che deve giustificare questa riproposizione analoga del mondo reale: il treno è sì dotato di tecnologia all'avanguardia ma ha bisogno di bambini per funzionare a causa dei minimi spazi tecnici della locomotiva!!! ahahaha mavvaaaffan...dei classici schiavi a pedalare sarebbero stati più credibili!!..comunque riprendendo la successione di eventi ecco che si arriva alla rivolta dell'anno 2031 (che 2031 non è!!! perchè l'anno nel film è calcolato col passaggio sopra uno specifico ponte ma l'anno solare è ben più lungo di un qualsiasi giro pesca si voglia far fare ad un treno ad alta-velocità che spacca montagne di ghiaccio!!). Comunque tornando alla successione temporale delle scene deprimenti ecco uno scontro ''alla pari'' tra i ribelli a mani nude e i poliziotti armati di asce su cui hanno ''ovviamente'' la meglio i primi (e in special modo quelli della prima fila di cui fa parte il capo Curtis), segue una carrozza con 2 vecchie che bevono il the in una serra, il vagone-fabbrica barrette proteiche a base di miliardi d'insetti (che non si sa dove vengano allevati, tutto perchè si dice che saranno il cibo-antipovertà del futuro), un acquario, uno zoo (tanto per far capire che i poveri contano meno delle bestie) e così via una succesione di carrozze senza un minimo senso logico, poi il secondo scontro armato in cui gli spacciati ribelli vengono salvati da improbabili tedofori-flash gordon che giungono dal fondo del treno in 10 secondi con diverse torcie ''olimpiche'' preparate sul momento grazie ad 1 fiammifero, anche qui i 20 poveri rimasti vincono contro 50 soldati armati di lance asce ecc. A questo punto non si sa perchè vanno avanti solo in 6-7 (tra cui la veggente coreana) e si entra in una carrozza scuola-elementare in cui una scontata e odiosa maestrina ridicola effettua il lavaggio del cervello (tipo Orwell 1984) ai bimbi dei ricchi, seguono altri combattimenti assurdi in carrozze improbabili e patetiche, fino ad arrivare alla discoteca che sta subito prima della ''locomotiva-stanza segreta'' (perchè il divertimento, il sesso e la droga sono all'apice della nostra società ma vengono dopo il potere)!! Proprio qui viene recitato il dialogo più lungo e imbarazzante del film in cui il Wilford ''capo cattivone'' cerca di circuire e comprare l'animo di Curtis ''capo ribelle buono dal passato oscuro'' offrendogli il comando. Ancora più ridicolmente, mentre la rivoluzione è arrivata alla porta-blindata della locomotiva, si fa credere che Curtis acconsenta (perchè l'animo umano è oscuro ed egoista...huuuuu!!), ma la vista dei bimbi-schiavi risveglia la sua rabbia che era viva fino a 5 min prima e ovviamente il cattivo muore. Naturalmente il film sarebbe finito (perchè a questo punto prendere il comando del treno e stabilire una sana democrazia sarebbe stato troppo semplice!) ma la veggente, fidandosi del padre drogato (l'apritore di tutte le porte blindate), fa saltare la porta di uscita così che il treno esplode, si incendia, poi deraglia a causa della valanga innescata dal boato dell'esplosione e tutti muoiono tranne lei ed il bimbo-schiavo nero (rapito all'inizio del film). Certo in effetti è meglio far svegliare con un po' di rumore la gente addormentata sulla poltrona da metà film sennò la sala non si libera! E poi almeno tutti saranno tranquilli e rassicurati nel vedere che il genere umano si potrà ''sicuramente'' salvare ancora una volta grazie ai due miracolati che escono dal treno abbracciati come mamma e figlio, sperduti in mezzo a montagne innevate, in compagnia di un orso polare vivo sullo sfondo. Ma la più felice di tutti sarà Licia Colò.
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[+] povera italia
(di crossbow)
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pepito1948
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martedì 4 marzo 2014
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l'arca di wilfred
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Il residuo di umanità sopravvissuta alla catastrofe è blindato in un treno, snodato lungo i suoi itinenari serpentiformi, in eterno movimento nel mezzo di una natura immota, deprivata della componente dominante che con la sua follia si è auto annientata. Un treno che non è un riparo protettivo che porta da qualche parte, ma un luogo irreggimentato secondo una piramide orizzontale, con una coda di straccioni in perenne ebollizione, un centro di borghesi benestanti che si trastullano tra acquari, piscine, aule scolastiche e comfort di ogni genere, ed una testa dove risiede il comando ed il pensiero supremo che tutto ha ideato, organizzato ed eseguito. Un ferreo homo-sistema strutturato in termini rigorosamente classisti, generato dalla riedizione dell’Arca dopo la distruzione non mandata da Dio ma prodotta dalla temerarietà suicida dell’uomo stesso.
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Il residuo di umanità sopravvissuta alla catastrofe è blindato in un treno, snodato lungo i suoi itinenari serpentiformi, in eterno movimento nel mezzo di una natura immota, deprivata della componente dominante che con la sua follia si è auto annientata. Un treno che non è un riparo protettivo che porta da qualche parte, ma un luogo irreggimentato secondo una piramide orizzontale, con una coda di straccioni in perenne ebollizione, un centro di borghesi benestanti che si trastullano tra acquari, piscine, aule scolastiche e comfort di ogni genere, ed una testa dove risiede il comando ed il pensiero supremo che tutto ha ideato, organizzato ed eseguito. Un ferreo homo-sistema strutturato in termini rigorosamente classisti, generato dalla riedizione dell’Arca dopo la distruzione non mandata da Dio ma prodotta dalla temerarietà suicida dell’uomo stesso. E il demiurgo Wilford non è il bonario Noè, ma un novello dio che ha imparato nel corso dei millenni a conoscere le mille facce del potere ed a sceglierne quella apparentemente più sicura, quella della sottomissione al Capo autoeletto che si dà la missione di comporre il caos e l’ordine, il buio e la luce, la ragione e le passioni, imponendo le regole per il funzionamento unidirezionale di una comunità raccogliticcia ed etnicamente quanto socialmente ed anagraficamente assortita. Una comunità che non può fare a meno della violenza come il meno fallibile strumento di lotta contro ogni resistenza o deviazione rispetto all’ordinamento stabilito, di controllo demografico, di difesa della diversificazione umana tratta dalla natura come dalle multi-partizioni della storia: wanax-basileis-umili, faraone-corte/sacerdoti-contadini, re-aristocratici-popolo sfruttato,ecc. Dopo le degenerazioni che nel corso del tempo hanno portato alla fine del mondo, è questo il modello per ripartire nel microsistema ipertecnologico ferroviario secondo la filosofia di Wilfred. Nel quale le rivolte sono previste, aizzate e sfruttate per tenere costantemente in equilibrio le diverse componenti.
Ma nel 18° anno dall’avvio del treno si mette in moto una ennesima rivolta che scardina il meccanismo perfetto e origina un’onda d’urto che nessuno degli espedienti di sicurezza predisposti riesce a fermare; sotto la duplice guida di un capo particolarmente abile e di un carismatico vecchio mutilato la massa degli straccioni supera ogni barriera ed arriva alla testa del treno. La resa dei conti sembra perdente per i ribelli, ma il connubio istinto-genio di un imprevedibile qualcuno partorisce una soluzione che scompagina i giochi di tutti ed evidenzia il trionfo dell’imponderabile. Dall’Arca esce una speranza di rinascita, in un mondo che forse non è del tutto perduto….
Di Bong-Joon-ho si sapeva poco in Italia, fino alla partecipazione all’ultimo Festival di Roma con questo film di difficile catalogazione. La mescolanza dei generi di riferimento la si avverte man mano che si segue l’azione nell’attraversamento del treno: dalla fantascienza futuristica al dramma sociale, dallo scontro epico al grottesco, dalla piega pseudo-zombie da discoteca al finale filosofico, per giungere ad un finalissimo luminoso in cui qualcosa di scuro si staglia su un incerto domani. Nel viaggio all’interno del viaggio l’ambiente buio, claustrofobico improvvisamente si riempie di luce, il chiaro e lo scuro che entrano tramite i finestrini dai deserti ghiacciati e dai tunnel si alternano mettendo in risalto le mutevoli vicende interne, l’improvviso cambio dei registri e dei toni spiazza e disorienta, ma senza appesantire il filo di un racconto che procede in un caleidoscopio di situazioni, immagini che non dànno tregua. Il grande talento del regista nel tenere insieme un tutto così frastagliato e la potenza visiva delle immagini, oltre ad un’inventiva inconsueta ed un pizzico di estrosa follia, imprimono un marchio di straordinarietà ad un’opera che emoziona, affascina, diverte, induce a pensare. E colpisce per la ricchezza tematica, dalla metafora del potere (non nuova ma originale nella modalità espressiva) alla discriminazione di classe, dai pericoli ipnotizzanti della propaganda di massa (=pubblicità) alla problematica dell’integrazione razziale, con non celate simpatie verso il ruolo che in futuro potranno rivestire i popoli orientali: il “finalissimo” ne è un tangibile messaggio.
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jeanreview
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martedì 4 marzo 2014
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immaginifica impura arca di noe' del mondo reale
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Una sciagurata iniziativa dell'uomo (rappresentativa delle tante che si compiono quotidianamente) crea una nuova era glaciale, portando all'estinzione tutte le specie, trane pochi superstiti della razza umana che riescono ad imbarcarsi su un treno, che su un tragitto continuo intorno al mondo si configura come una sorta di Arca di Noe', con la differenza che al posto di prendere il meglio dal mondo, riproduce accuratamente tutte le sue ingiustizie sociali e tutte le "caste".
In fondo al vagone vanno i "paria", i disperati, coloro che non avevano i soldi per pagare il biglietto; man mano che si procede verso la locomotiva, le classi sociali e i privilegi aumentano esponenzialmente, in modo anche totalmente sorprendente (ovviamente il tutto in base al biglietto pagato dai "viaggiatori").
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Una sciagurata iniziativa dell'uomo (rappresentativa delle tante che si compiono quotidianamente) crea una nuova era glaciale, portando all'estinzione tutte le specie, trane pochi superstiti della razza umana che riescono ad imbarcarsi su un treno, che su un tragitto continuo intorno al mondo si configura come una sorta di Arca di Noe', con la differenza che al posto di prendere il meglio dal mondo, riproduce accuratamente tutte le sue ingiustizie sociali e tutte le "caste".
In fondo al vagone vanno i "paria", i disperati, coloro che non avevano i soldi per pagare il biglietto; man mano che si procede verso la locomotiva, le classi sociali e i privilegi aumentano esponenzialmente, in modo anche totalmente sorprendente (ovviamente il tutto in base al biglietto pagato dai "viaggiatori").
La prima parte del film si focalizza nella coda del treno, appunto tra i "paria", i disperati, portati all'inizio a conflitti di sopravvivenza tali da far raccapricciare la pelle.
Non che le cose negli anni siano migliorate di molto: viene data loro una "pappina" proteica disgutosa (a base di proteine prese da insetti, e questo ricorda l'alimentazione in voga in molti paesi del "Terzo Mondo"), e vengono sfruttati biecamente per ogni sorta di "capriccio" delle classi "superiori".
A capo di questo "ecosistema" abbiamo un acclamato (dagli abbienti) personaggio, reso simile ad un dio (come avveniva nella societa' egiziana ed in altre societa' del passato), personaggio senza alcun scrupolo se non quello di garantire ai "paganti" il massimo del confort.
La seconda parte del film e' la piu' sorprendente e coinvolgente, in un crescendo immaginifico di grande pathos e con un finale per nulla scontato, di speranza dopo tanto "buio" e di grande sorpresa, visto che viene portata da chi era ritenuto una persona completamente inutile.
Da rilevare anche in filigrana il ruolo dei media, della persuasione occulta, ben evidente nella scena finale, quando il protagonista sta per compiere una scelta sciagurata, che viene sventata dall'azione inaspettata innescata dalla "sensibilita'" di una ragazza che svela il lato nascosto di una macchina all'apparenza perfetta.
Unico neo del film, la troppa violenza, a mio parere gratuita.
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