enabram tain
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giovedì 30 agosto 2012
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"la vistosa ostentazione" dell' essenza del cinema
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Cosa deve trasmettere un film? Perchè esiste l'arte cinematografica? Domande che possono avere tante risposte derivanti da varie culture, idee, aspettitive e chi + ne ha + ne metta. Se il cinema è intrattenimento The dark knight rises è un capolavoro perchè non ci si distrae o ci si annoia mai (in 164 minuti è da record) ma anzi ci si diverte e si viene coinvolti emotivamente in maniera magistrale. Se il cinema è riflessione The dark knight rises sfiora l'eccellenza perchè di spunti di critica costruttiva all' umanità ne da tanti (e mai con retorica o furbo compiacimento) e spinge all'introspezione personale senza esagerare e con efficacia. Se il cinema è spettacolo per la vista The dark night rises è di nuovo un capolavoro: per gli effetti speciali perfetti e mai fini a se stessi, per le scene d'azione mai banali e ipercoinvolgenti, per le riprese veramente spettacolari scevre da mode (colori e luminosita artefatti o finte riprese documentaristiche o peggio ancora l'attuale 3D di sagome in prospettiva)e anche, perchè no, per la bellezza puramente estetica degli attori e dei costumi.
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Cosa deve trasmettere un film? Perchè esiste l'arte cinematografica? Domande che possono avere tante risposte derivanti da varie culture, idee, aspettitive e chi + ne ha + ne metta. Se il cinema è intrattenimento The dark knight rises è un capolavoro perchè non ci si distrae o ci si annoia mai (in 164 minuti è da record) ma anzi ci si diverte e si viene coinvolti emotivamente in maniera magistrale. Se il cinema è riflessione The dark knight rises sfiora l'eccellenza perchè di spunti di critica costruttiva all' umanità ne da tanti (e mai con retorica o furbo compiacimento) e spinge all'introspezione personale senza esagerare e con efficacia. Se il cinema è spettacolo per la vista The dark night rises è di nuovo un capolavoro: per gli effetti speciali perfetti e mai fini a se stessi, per le scene d'azione mai banali e ipercoinvolgenti, per le riprese veramente spettacolari scevre da mode (colori e luminosita artefatti o finte riprese documentaristiche o peggio ancora l'attuale 3D di sagome in prospettiva)e anche, perchè no, per la bellezza puramente estetica degli attori e dei costumi. Se il cinema è intelligenza The dark Knight rises possiede un Q.I. da club-MENSA perchè non lascia niente al caso, Nolan e la sua banda (come sempre) cura ogni dettaglio maniacalmente calcolando ogni centimetro di pellicola in logica con il precedente e in prospettiva al susseguente.
Non è un film perfetto (non esistono film perfetti), qualche mezza "americanata" la si può trovare con pignoleria (sempre giusta se imparziale), ma questi difettucci non intaccano il valore enorme di un film ragionevolmente completo e che, per concludere, dopo la visione lascia veramente cinematograficamente "satolli" come un eccellente pranzo di matrimonio lascia il palato.
La "vistosa ostentazione" dell'essenza dell'arte cinematografica per amore dello spettacolo puro.
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valentinaorsini
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mercoledì 22 agosto 2012
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the dark knight rises. "rendiamo grazie a nolan"
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Per la città di Gotham Batman è oramai il fuorilegge che ha tolto la vita ad Harvey Dent. Sono passati 8 anni da allora, e nel cielo l’icona dell’uomo pipistrello è completamente sparita. Di Bruce Wayne più nulla, se non l’immagine di un uomo rinchiuso in casa come un eremita, che passa da una stanza all’altra servendosi di un bastone. Il destino però, riserva a Batman qualcosa di ben diverso… Sarà infatti l’arrivo di una bella e astuta Catwoman e di un criminale chiamato Bane, a dare a Bruce un valido motivo per indossare ancora una volta le vesti del Cavaliere Oscuro.
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Per la città di Gotham Batman è oramai il fuorilegge che ha tolto la vita ad Harvey Dent. Sono passati 8 anni da allora, e nel cielo l’icona dell’uomo pipistrello è completamente sparita. Di Bruce Wayne più nulla, se non l’immagine di un uomo rinchiuso in casa come un eremita, che passa da una stanza all’altra servendosi di un bastone. Il destino però, riserva a Batman qualcosa di ben diverso… Sarà infatti l’arrivo di una bella e astuta Catwoman e di un criminale chiamato Bane, a dare a Bruce un valido motivo per indossare ancora una volta le vesti del Cavaliere Oscuro.
Era difficile immaginare un “altro” cattivo, degno del ruolo, soprattutto dopo aver lasciato Gotham City sotto l’eco del ghigno di Joker reso memorabile da Ledger. Difficile certo, ma Nolan, come dire, sembra rendere tutto così semplice, anche le sfide più complesse, come quella di prendere la storia di un uomo costretto a tatuarsi la pelle pur di ricordare cosa è accaduto di così terribile nella propria vita, e lo fa uscendo dai canoni del montaggio classico, costringendo lo spettatore a vivere le nelle stesse condizioni di spaesamento provate da Leonard Shelby .
Stavolta Batman ha di fronte un negletto, ex membro della Setta delle ombre, un uomo che porta addosso i segni di un passato sofferto e disperato, la maschera ne è l’emblema, il quale saprà mettere a dura prova, (non solo)fisica, Bruce. Il corpo e ancor di più lo sguardo di Tom Hardy, la sua voce metallica, “disumana”, inquietante, fanno di Bane un personaggio perfettamente riuscito, tanto da far dimenticare allo spettatore le infinite volte in cui è stato rimpianto il Joker di Ledger (o almeno ad attenuare la ferita…). Un corpo imponente, ma due occhi capaci, da soli, di raccontare una terribile storia. E di nuovo lo spettatore riesce a cogliere anche nel più temibile dei criminali delle sfumature psicologiche che annullano le barriere tra il bene e il male, le confondono. Negli occhi di Bane si arriverà a vedere il dolore fino a compatirlo, lo stesso che per mezzo degli stratagemmi narrativi sfoderati in momenti ben precisi portano lo stesso spettatore (solo per un attimo, ma ci riesce) dalla parte del cattivo. E questo è incredibile, è uno dei “prestigi” più sbalorditivi che solo un grande cineasta può fare. Lontano dalle caratterizzazioni prettamente fumettistiche nate in casa Marvel o Dc Comics, il Batman di Nolan è un supereroe che scende per le strade e combatte con il popolo. E’ un “uomo” affranto dalle perdite delle persone che ha amato, un uomo che ha perso la fiducia in sé stesso anche dopo aver sacrificato la propria immagine e la propria persona per la vita di un bambino (e quel bambino lo ricordiamo tra le braccia di Dent, ed era il figlio di Gordon). Un uomo.
Gotham viene innalzata a emblema del mondo intero, una città in preda al caos, nel panico. (non)Gestita da un Governo così assente, in mano a un esercito di corrotti che come niente si schiera dalla parte del terrorista. I migliori uomini sono quelli che “non” portano la divisa, come il commissario Gordon, anche il novello Joseph Gordon-Levitt nei panni di John Blake. Non è un poliziotto come gli altri Blake, è una “testa calda”, per questo diventerà non solo detective ma altro fondamentale compagno di Bruce/Batman. Rimbombano tra le note, splendide come sempre (anche di più), di Hans Zimmer, le forti riflessioni che tanto stanno a cuore al regista inglese. Non esiste politica, non c’è quel concetto di società che tuteli l’umanità. C’è solo Batman, e Gotham (il mondo), ha bisogno di lui. Di un “uomo” che torna sempre indietro dando le spalle alla strada ben spianata per salvare la sua città e la sua gente.
Nonostante i primi dieci minuti del film abbiano chiaramente urlato allo spettatore quale massacro per le orecchie e per l’anima li avrebbe travolti di lì a poco (“maledetto il doppiaggio e chi l’ha inventato!!!”), è bastata la maestria di un regista che ha fatto di una trilogia dedicata alle gesta di un supereroe un pezzo di cinema d’autore. Come? Questo non so dirvelo, bisognerebbe chiederlo a lui e in ogni caso non ve lo rivelerebbe mai. La sola cosa che so però è che, uscita dalla sala, dentro di me, nella mia testa e nel mio cuore, c’era l’immagine di un uomo,non di un eroe sovrumano. C’era l’immagine di un villain dalla maschera inquietante, solida come l’acciaio ma squarciata da una lacrima. L’immagine di una città in preda alla disperazione, spaesata, con gli occhi sempre rivolti al cielo nell’attesa del suo salvatore dal mantello oscuro. Ma Batman può essere chiunque decida di mettere una maschera, questo Gotham ancora non lo sa. Il mondo non sa, che chiunque può innalzarsi ad eroe, anche il più semplice degli uomini, quello che sente il bisogno di coprire le spalle a un bambino spaventato e infreddolito…
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(di vespertili)
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andremovie
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giovedì 30 agosto 2012
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conclusione degna di una trilogia già leggenda
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Christopher Nolan mette fine al mito dell'Uomo Pipistrello con un film che non lascia spazio a delusioni. Otto anni dopo la morte del finto eroe Harvey Dent, Gotham vive tranquilla e si vanta di essere relativamente pulita dal crimine. In realtà è tutta apparenza, perchè tra le mura della città continua a serpeggiare la corruzione e dalle sue fondamenta sta per scatenarsi una tempesta dalle conseguenze catastrofiche. Se il tema di Batman Begins era la paura, quello di The Dark Knight il caos (e il caso), Il Cavaliere Oscuro - Il ritorno è interamente costruito sul concetto di dolore. Un dolore profondo e viscerale che attanaglia tutti i personaggi, con il cattivo di turno, Bane, che ne è la personificazione stessa.
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Christopher Nolan mette fine al mito dell'Uomo Pipistrello con un film che non lascia spazio a delusioni. Otto anni dopo la morte del finto eroe Harvey Dent, Gotham vive tranquilla e si vanta di essere relativamente pulita dal crimine. In realtà è tutta apparenza, perchè tra le mura della città continua a serpeggiare la corruzione e dalle sue fondamenta sta per scatenarsi una tempesta dalle conseguenze catastrofiche. Se il tema di Batman Begins era la paura, quello di The Dark Knight il caos (e il caso), Il Cavaliere Oscuro - Il ritorno è interamente costruito sul concetto di dolore. Un dolore profondo e viscerale che attanaglia tutti i personaggi, con il cattivo di turno, Bane, che ne è la personificazione stessa. Come in tutta la trilogia, Nolan sa approfondire i suoi personaggi, sa quando farli emergere e quando defilarli, ed ecco che Batman cede gran parte della scena a Bruce Wayne, mai così centrale prima d'ora. Bruce (che nella prima parte ricorda non poco quello di The Dark Knight Returns, il fumetto di Frank Miller) è un eroe sconfitto dall'età e dal fisico, che viene progressivamente spinto al punto più basso della sua esistenza, prima di rinascere dalle ceneri. Bane (che il pubblico guarda con ancora negli occhi il Joker di Heath Ledger) si dimostra un villain glaciale e metodico, determinato a prendere in mano Gotham e a distruggere Batman nel modo peggiore possibile, ossia facendo a pezzi la sua anima. Non sarà forse all'altezza del secondo, ma questo terzo film è la conclusione perfetta di una trilogia capolavoro che ha riscritto le regole del cinecomic. Nolan è riuscito a cogliere nel segno la vera natura di Batman, esplorandone al meglio paure, conflitti interiori, valori e debolezze. Senza dubbio, la miglior saga di sempre su un supereroe.
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[+] grande chrisopheeeeeeeer...
(di andreve)
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muccio_san
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mercoledì 22 agosto 2012
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il batman di nolan nasce, muore e risorge
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Sarò ormai alla quindicesima stesura di questa recensione, ma tutto sommato non mi sembra questa la sede per dilungarsi.
Lo dirò forte e chiaro:
questo film è la più che degna conclusione di un progetto che Nolan(nello stile del protagonista della trilogia) porta a compimento dimostrando una classe impareggiabile.
Si potrebbe parlare di un cast stellare si, ma di veri Attori, di quelli con la A maiuscola(su tutti Anne Hathaway che con la sua Selina Kyle diverte e seduce in maniera oserei dire felina), tutti perfettamente dosati in un quadro d'insieme che non si perde nella pur confusa sceneggiatura, la quale, a differenza del film precedente, tende a volte a lasciare dei vuoti a mio avviso non cosi rilevanti in quanto non minacciano la godibilità del film che resta comunque altissima.
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Sarò ormai alla quindicesima stesura di questa recensione, ma tutto sommato non mi sembra questa la sede per dilungarsi.
Lo dirò forte e chiaro:
questo film è la più che degna conclusione di un progetto che Nolan(nello stile del protagonista della trilogia) porta a compimento dimostrando una classe impareggiabile.
Si potrebbe parlare di un cast stellare si, ma di veri Attori, di quelli con la A maiuscola(su tutti Anne Hathaway che con la sua Selina Kyle diverte e seduce in maniera oserei dire felina), tutti perfettamente dosati in un quadro d'insieme che non si perde nella pur confusa sceneggiatura, la quale, a differenza del film precedente, tende a volte a lasciare dei vuoti a mio avviso non cosi rilevanti in quanto non minacciano la godibilità del film che resta comunque altissima.
Il film è lungo e lo si avverte paragonandolo a "Il Cavaliere oscuro", ma nonostante ciò si sviluppa piacevolmente in 3 atti che seguono l'evoluzione stessa della trilogia e del protagonista,che in questo caso ritorna, viene spezzato e risorge per l'atto finale.
I colpi di scena non mancano in puro stile Nolan.Il regista come al solito da bravo prestigiatore quale ha dimostrato in passato di essere(Memento,Inception,ma soprattutto the Prestige) ti lascia guardare dove vuole per poi sorprenderti e credetemi lo dico da fan sfegatato e serissimo, per quanto abbia indovinato la quasi totalità dei tasselli, dei personaggi e della storia di questo film prima di entrare in sala, Nolan è riuscito comunque a spiazzarmi.
Avrei tante cose da dire ma in rispetto a tutti i fanatici che come me hanno evitato tutte le anticipazioni possibili(i temibilissimi Spoilers) voglio chiudere semplicemente invitandovi calorosamente a vedere il film, che sicuramente piacerà a tanti e deluderà qualcuno, ma come ogni grande pellicola...lei...francamente se ne infischia
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snaddy
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giovedì 30 agosto 2012
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una splendida americanata
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Un bel film, ma non all'altezza del suo predecessore.
Per quanto non creda di aver buttato i soldi del biglietto, mi sono trovato di fronte (a mio parere) ad una bellissima americanata. Tanta azione, tanti colpi di scena, ma vari punti deboli che mi han lasciato con l'amaro in bocca. Elencherò quelli che mi ricordo, se non avete visto il film non leggete oltre.
1. Troppo lungo, troppi personaggi e troppo poco approfonditi. Dugget, il suo assistente, i due (importantissimi!) prigionieri che aiutano Wayne in prigione e tanti altri troppo poco toccati dalla trama. Alfred che si ritira, torna giusto in tempo per il finale con l'americanata.
2. Batman non è il "protagonista". Si vede poco e ha poco senso il tutto.
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Un bel film, ma non all'altezza del suo predecessore.
Per quanto non creda di aver buttato i soldi del biglietto, mi sono trovato di fronte (a mio parere) ad una bellissima americanata. Tanta azione, tanti colpi di scena, ma vari punti deboli che mi han lasciato con l'amaro in bocca. Elencherò quelli che mi ricordo, se non avete visto il film non leggete oltre.
1. Troppo lungo, troppi personaggi e troppo poco approfonditi. Dugget, il suo assistente, i due (importantissimi!) prigionieri che aiutano Wayne in prigione e tanti altri troppo poco toccati dalla trama. Alfred che si ritira, torna giusto in tempo per il finale con l'americanata.
2. Batman non è il "protagonista". Si vede poco e ha poco senso il tutto. Mi spiego: come fa un Bruce Wayne in inattività motoria da 8 anni (praticamente fa letto-divano-tavolo e con un ginocchio sbriciolato) a tornare in forma mettendo un tutore e la tuta da batman? chiedo l'antidoping! Oltretutto, non sapevo che una vertebra fuori posso si mettesse a posto con una corda e un pugno. E nonostante la forza di volontà dell'universo, se non riesci a saltare una sporgenza con la rincorsa di certo non ce la fai da fermo.
3. La Marion Cotillard. Miliardaria capitata lì così, scena di sesso iniziale col buon (fortunello!) Wayne, scompare per tutto il film e gli ultimi 5 minuti diventa lei il villain importante.
4. Bane. Un malriuscito mix tra la follia mentale di Joker e la forza di Ra's al Gul. Maschera che ne blocca ovviamente l'espressività recitativa, un pompatone protoanarchico, ne carne ne pesce. O usi la forza, o usi la mente.
5. Il popolo di Gotham. Arriva un terrorista in uno stadio crollato, dice alla gente che c'è un'atomica che esploderà e ucciderà tutti, che sono prigionieri nella città e poi se ne esce con un "ecco, ora riprendetevi la città dai ricchi cattivi cattivi!" e parte lo sciacallaggio più felice e sfrenato, instaurando una specie di regno del terrore alquanto improbabile visto che si basa su una concreta minaccia di morte.
6. Le americanate. In ordine sparso: Scoppia lo stadio ma i microfoni funzionano; Batman che scappa dalla polizia, abbandona la moto in un vicolo nel quale casualmente ha parcheggiato l'elicottero (ma come sapeva sarebbe andato li?! ma e la moto chi la ripiglia?); il bacio senza senso finale con la gatta; la scena di Firenze, che puzza di Hollywood da un miglio; la bomba atomica che esplode lontano da Gotham, tutti esultano e nel mentre tumori e leucemie si fregano le mani; un morto di fame che con 4 flessioni diventa fisicamente perfetto; all'inizio del film, una TRASFUSIONE di sangue fatta in un aereo che precipita, senza alcun problema di equilibrio. 4 sfigati di teppisti nelle fogne hanno conoscenze scientifico-ingegneristico-urbanistico invidiabili ai più grandi professori universitari. Gordon che a piedi può tranquillamente avvicinarsi (ed è ricercato) ai camion con l'atomica, ecc. ecc.
Insomma, se cercavo una bella americanata in cui non avere spirito critico, mi guardo A-Team e tanti saluti. Ma Nolan, soprattutto nel secondo, mi aveva abituato a qualcosa di molto più sofisticato; una mezza delusione.
Lati positivi: bella azione, Robin che non sfigato per una volta, la gatta è parecchio interessante.
Per favore, evitate commenti del tipo "tu non capisci niente di grande cinema, dovresti informarti prima di criticare". é un mio diritto esprimere le mie opinioni, se non siete d'accordo c'è il tastino a destra, non fate i fascisti da tastiera.
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[+] americanate
(di block88)
[ - ] americanate
[+] dovresti informarti prima di criticare
(di hitchcock_91)
[ - ] dovresti informarti prima di criticare
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elia andreotti
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giovedì 30 agosto 2012
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giusta conclusione di una trilogia mastodontica
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Dopo la morte di Dent la criminalità a Gotham sembra sparire definitivamente, accompagnata a braccetto da Batman e dal suo alter ego: Bruce Wayne. L'arrivo di uno dei più pericolosi criminali e terroristi che il mondo abbia mai conosciuto, scuote però le fondamenta di villa Wayne, riportando alla luce il Cavaliere Oscuro, accompagnato in questa pellicola da un cast di personaggi più folto dei precedenti capitoli, costituito dalla sexi Catwoman, dal sempre risoluto James Gordon fiancheggiato dal nuovo John Blake, e dagli immortali Lucius e Alfred. Il ritorno del Cavaliere Oscuro ha inizio.
La pellicola inizia con una sequenza di apertura spettacolare, nella quale viene introdotto per la prima volta il supercriminale Bane e dove si può capire fin da subito il grande sforzo lavorativo intrapreso dal regista nel girare grandi sequenze d'azioni con la tecnologia IMAX.
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Dopo la morte di Dent la criminalità a Gotham sembra sparire definitivamente, accompagnata a braccetto da Batman e dal suo alter ego: Bruce Wayne. L'arrivo di uno dei più pericolosi criminali e terroristi che il mondo abbia mai conosciuto, scuote però le fondamenta di villa Wayne, riportando alla luce il Cavaliere Oscuro, accompagnato in questa pellicola da un cast di personaggi più folto dei precedenti capitoli, costituito dalla sexi Catwoman, dal sempre risoluto James Gordon fiancheggiato dal nuovo John Blake, e dagli immortali Lucius e Alfred. Il ritorno del Cavaliere Oscuro ha inizio.
La pellicola inizia con una sequenza di apertura spettacolare, nella quale viene introdotto per la prima volta il supercriminale Bane e dove si può capire fin da subito il grande sforzo lavorativo intrapreso dal regista nel girare grandi sequenze d'azioni con la tecnologia IMAX. Bane è un villain molto diverso dai precedenti Ra's al Ghul e Joker; vengono archiviati la determinazione e il carattere temperato del primo e la follia astuta e ingegnosa del secondo, sostituite dalla grandissima stazza e dalla furia del nuovo arrivato, fattori che si ripercuotono in maniera determinante sulle tre pellicole e ne determinano la struttura e l'avanzare della storia. Nel primo capitolo infatti abbiamo l'iniziazione di Batman, con un inizio lento e calcolato, nel quale Liam Neeson assume il ruolo del padre spirituale di Wayne e nel quale l'azione è ridotta alla parte finale del film; con il secondo episodio la componente thriller prende piede e l'azione si sprigiona durante tutta la durata del film, accompagnata però saggiamente e in maniera vincente dai dialoghi sofisticati e magnetici di Due Facce e del Joker; in questo capitolo finale invece, tutta la furia distruttiva si accanisce sul protagonista e sulla città di Gotham, demolendoli completamente e creando un'atmosfera apocalittica e tragica. Le critiche che vennerò rivolte alla scelta del regista a proposito della scelta del cattivo di turno prima dell'uscita del film nelle sale si rivelano dunque del tutto infondate; questa scelta invece è risultata l'unica possibile e la più azzaccata, creando il vero legame che unisce le tre pellicole della saga di Nolan in maniera vincente. Compensando le scene d'azione e gli effetti speciali molto più numerosi in questo capitolo che negli altri due con la presenza molto più sporadica di Batman, il regista riesce a creare quel senso di esaltazione incredibile al suo comparire sullo schermo, affiancato dalla colonna sonora mastodontica del solito Hans Zimmer. Nel complesso un capolavoro, non inferiore ne superiore agli altri due episodi, ma naturalmente legato ad essi e sul loro stesso piano. L'epopea di Nolan non ha eguali nel panorama supereroistico. Da vedere rigorosamente al cinema.
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sergentewelsh
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martedì 4 settembre 2012
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unitevi ai membri della resistenza di ghotam!
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Avevo già scritto in questo forum il 31 agosto, con il titolo "tra la realtà di Ghotam e il sogno di Firenze" allora avevo visto solo una volta Rises, adesso dopo aver visto una seconda volta la pellicola posso affermare serenamente che abbiamo davanti un capolavoro di assoluta perfezione, perfetto nella scelta del cast, gli attori sembrano tagliati perfettamente per i ruoli dei loro personaggi, a dimostrazione del minuzioso lavoro di ricerca svolto da Nolan nel selezionare il cast, Michael Caine e Hanne Hathaway sono da Oscar immediato, perfetto anche nello svolgersi della trama che non è per nulla banale e mai noiosa (il film dura quasi 3 ore), al contrario emoziona e stupisce, i colpi di scena nella seconda parte sono davvero intelligenti e per nulla scontati (cosa che qualcuno aveva invece detto) la narrazione non presenta sbavature (anche in questo qualcuno sosteneva il contrario).
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Avevo già scritto in questo forum il 31 agosto, con il titolo "tra la realtà di Ghotam e il sogno di Firenze" allora avevo visto solo una volta Rises, adesso dopo aver visto una seconda volta la pellicola posso affermare serenamente che abbiamo davanti un capolavoro di assoluta perfezione, perfetto nella scelta del cast, gli attori sembrano tagliati perfettamente per i ruoli dei loro personaggi, a dimostrazione del minuzioso lavoro di ricerca svolto da Nolan nel selezionare il cast, Michael Caine e Hanne Hathaway sono da Oscar immediato, perfetto anche nello svolgersi della trama che non è per nulla banale e mai noiosa (il film dura quasi 3 ore), al contrario emoziona e stupisce, i colpi di scena nella seconda parte sono davvero intelligenti e per nulla scontati (cosa che qualcuno aveva invece detto) la narrazione non presenta sbavature (anche in questo qualcuno sosteneva il contrario)... il Montaggio? uno dei migliori degli ultimi film di Nolan, il ritmo incalsante e crescente che si era già visto in Inception, quà sembra arrivare al suo apice, dimostrazione evidente di come ormai questo regista non solo ha piena padronanza del proprio mestiere, ma avrebbe molto da insegnare ai più di Hollywood, per non parlare della colonna sonora, Hans Zimmer non sbaglia un colpo (anche se di brani realmente nuovi in questo film se ne contano solo un paio) usando i vecchi brani degli altri due film li mixa sapientemente a esplosioni cori e suoni metallici della ghotam sotterranea, francamente ho trovato davvero enfatizzante la scelta di non mettere musica nel primo scontro tra Bane e Batman, i due personaggi si studiano con sottofondo un sordo rumore di acqua che scorre e si infrange , in questo modo lo spettatore riesce a udire ogni respiro e gemito per l'eccessivo sforzo di batman, con il cuore in gola.
Anche se il regista continua a negarlo, in questo film è presente della politica, risulta fin troppo evidente nella scena della presa della borsa da parte di Bane, uno degli azionisti rivolgendosi al villain dice "non cè denaro liquido da rubare in questo posto" la risposta di Bane è immediata "davvero...? allora cosa ci fate quì?", e ancora quando arriva la polizia fuori l'edificio, ad accoglierli cè uno dei maggiori azionisti che spinge i polizziotti a sbrigarsi ad entrare nell'edificio, sembrando molto più preoccupato per il denaro che sta bruciando in quei minuti ,che per le vite degli ostaggi, per tutta risposta riceve la frase secca del vice commissario Folley " non manderò al macello i miei uomini per i suoi soldi" (quà la denuncia contro gli speculatori dell'economia mondiale con palesi richiami a occupy wall street diventa più che evidente).
Il personaggio di Bane (se pur pazzo sadico omicida) sembra avere realmente a cuore il bene delle persone più povere e deboli, quelle schiacciate dai ricchi e potenti di Ghotam, così organizza un attacco al carcere di Blackgate, liberandone i galeotti quelli che lui chiama gli "opressi da un sistema giuridico ipocrita", decidendo di mettere completamente a nudo il commissario Gordon, dimostrando a tutti come in realtà questi si sia servito della menzogna per continuare a svolgere il suo mestiere.
Questo villain terrorista che si serve di marcenari è fantastico, per certi versi ricorda il colonello Kurtz di Apocalypse now, e a un certo punto diventa fondamentale conoscere la storia di Bane per capire chi è, e perchè agisce in questo modo, Nolan cè la mostra lentamente con dei flashback, si può avere un quadro veramente chiaro solo alla fine del film, così come per la doppiogiochista Miranda Tate, che ci aveva lanciato alcuni indizi che potevano collegarla a Ra's al ghul, ad esemio quando accendeva il fuoco nella a casa di Wayne lasciando incredulo quest'ultimo, o quando raccontava alcuni episodi della sua infanzia assieme alla sua famiglia, ma mai sino alla fine mi sarei aspettato un tradimento del genere, geniale, anche questi due attori bravissimi, Finale estremamente commovente,un fim estremamente coinvolgente e da vedere e rivedere assolutamente! unica nota negativa il doppiaggio italiano di Bane.
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rainsaint
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martedì 28 agosto 2012
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il cavaliere oscuro risorge
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Con Il cavaliere oscuro-il ritorno, l’acclamato regista britannico Christopher Nolan fa scorrere i titoli di coda su un’epopea che ha accompagnato gli appassionati del genere e il grande pubblico fin dal 2005. Milioni di dollari di incasso e due precedenti capitoli che sono due capolavori del cinema di genere e non solo, non potevano non far crescere il desiderio di un’epica conclusione della trilogia che ha rivoluzionato il cinecomics e il cinema in generale. Il cavaliere oscuro-il ritorno, conoscendo i suoi "precedenti", essendo abituati ai virtuosismi dei suoi autori in fatto di sceneggiature originali e sorprendenti, rimanendo sempre stupiti dall’abilità alla regia del suo creatore, non poteva non rivelarsi un film imponente, permeato in toto da un vibrante realismo e dai toni cupi che solo i film di Nolan possiedono.
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Con Il cavaliere oscuro-il ritorno, l’acclamato regista britannico Christopher Nolan fa scorrere i titoli di coda su un’epopea che ha accompagnato gli appassionati del genere e il grande pubblico fin dal 2005. Milioni di dollari di incasso e due precedenti capitoli che sono due capolavori del cinema di genere e non solo, non potevano non far crescere il desiderio di un’epica conclusione della trilogia che ha rivoluzionato il cinecomics e il cinema in generale. Il cavaliere oscuro-il ritorno, conoscendo i suoi "precedenti", essendo abituati ai virtuosismi dei suoi autori in fatto di sceneggiature originali e sorprendenti, rimanendo sempre stupiti dall’abilità alla regia del suo creatore, non poteva non rivelarsi un film imponente, permeato in toto da un vibrante realismo e dai toni cupi che solo i film di Nolan possiedono. Invece, difficile a credersi, Il cavaliere oscuro non risorge, semmai si alza in piedi a fatica. Molti purtroppo sono i difetti di un film che aveva tutte le carte in regola per affermarsi e far gridare al capolavoro. Sono passati otto anni dalla sconfitta del Joker e dalla morte del procuratore distrettuale di Gotham Harvey Dent. Gotham vive un periodo di pace sociale grazie al decreto Dent, un provvedimento che ha di fatto sconfitto la criminalità organizzata della città. Batman (Christian Bale) è scomparso nel buio prendendosi sulle spalle la colpa per gli omicidi di Harvey/Due Facce e il commissario Gordon (Gary Oldman) regge il gioco e la menzogna a fin di bene. Bruce Wayne vive isolato e preso dagli acciacchi in un’ala secondaria di Wayne Manor ricostruita, ospitando feste commemorative in onore del defunto procuratore. Tutto questo finchè non si presenta una nuova minaccia a turbare i sonni degli abitanti di Gotham: si tratta di Bane (Tom Hardy), un violento mercenario affiliato alla Setta delle Ombre le cui intenzioni sono quelle di distruggere la città e realizzare i piani di dominio del mondo del suo vecchio mentore Ra's al Ghul (Liam Neeson). Il film risulta lento nei primissimi minuti, ma mai pesante, in quanto i dialoghi sono ben calibrati e ogni personaggio si impone a modo suo sullo schermo ogni volta che vi compare rivelando egregiamente la sua psicologia. Molte sono le frasi "d'effetto" che danno al film quel tocco epico di cui necessita. Davvero ben ideate e realizzate le lunghe e articolate, nonché altamente spettacolari, scene d’azione, nelle quali il regista mostra il meglio di sé pur non avendo grande esperienza realizzativa come altri suoi illustri colleghi. Gli effetti speciali e visivi appagano pienamente, benchè il montaggio risulti un tantino scattoso e insicuro. I personaggi risultano caratterizzati e presentati alla perfezione, in modo particolare Bane per quanto riguarda il suo passato da recluso e le motivazioni che lo spingono ad agire. Infine la colonna sonora, realizzata dal maestro Hans Zimmer, è in grado di catapultare lo spettatore nel vivo dell’azione grazie al suo alto tasso di epicità e violenza espressiva. Che cosa c’è, dunque, che non funziona? Sono numerosi piccoli dettagli che, pur apparendo insignificanti, presi insieme fanno crollare paurosamente il livello generale del film. L’aggiunta di nuovi personaggi (Blake, Selina, Miranda Tate, Foley ecc...) non è brillante, anzi non rende giustizia ai protagonisti e all’antagonista, che si vedono derubati di minuti preziosi di comparsa sulla scena. Il giovane poliziotto Blake (Joseph Gordon Levitt)è davvero troppo presente sulla scena in rapporto al suo effettivo coinvolgimento e alla sua importanza nella storia, escludendo il finale del film in cui a diritto assume il ruolo che gli spetta. Selina Kyle (Anne Hathaway) fatica molto ad inserirsi nella storia. Miranda Tate/Talia al Ghul (Marion Cotillard) d’altro canto si ritrova per troppo tempo ai margini della vicenda per poi assumere a pochi minuti dall’epilogo un ruolo predominante, tanto da far scuotere la testa allo spettatore che vede Bane farsi soffiare il ruolo di antagonista principale. E ancora, poco Gordon, costretto su un letto d’ ospedale per buona parte del film; poco Lucius Fox (Morgan Freeman); poco Alfred (Michael Caine), che inspiegabilmente a metà film abbandona il suo padrone e protetto; e soprattutto poco Batman: difficile spiegare esattamente il perché, ma alla fine del film si ha come la sensazione di non averlo visto abbastanza, nella fiumana di personaggi che fanno capolino davanti alla telecamera del regista. Infine una nota di amarezza merita di essere spesa per Bane: a fatica si guadagna il rispetto che si confà ad un vero antagonista e, non appena riesce a farsi temere, viene liquidato bruscamente con una morte tutt'altro che gloriosa e tutt'altro che degna di un villain che si rispetti, per lasciare spazio a Talia in un finale che di fatto, come portata epica, non le appartiene. La trama è ben congegnata, la storia è auto conclusa e risponde a tutti i quesiti che apre, anche se in alcuni momenti non brilla per originalità. I dialoghi risultano meno incisivi di quelli de Il cavaliere oscuro, risultando talvolta troppo articolati e poco fluidi nel ricercare a tutti i costi la frase o il concetto memorabile. Alcune scelte di sceneggiatura tuttavia risultano difficili da accettare e viene così a mancare leggermente, ma inesorabilmente, quel connotato realistico e originale che ha contraddistinto i precedenti due film: Blake che scopre l’identità segreta di Batman attraverso uno sguardo risulta davvero poco credibile e banale; Alfred che, raccontando le sue vacanze in Italia nel periodo in cui Bruce vagava eremita per il mondo, arriva a nominare l’amaro Fernet Branca, cosa perfettamente evitabile che suscita anche un riso amaro quanto il liquore; tutti i poliziotti di un’intera città bloccati nelle gallerie della metro non è credibile; Bruce Wayne pieno di acciacchi ricorre a un tutore per camminare e successivamente, pur non avendolo, ritorna ad essere meglio di prima. Il cavaliere oscuro-il ritorno non brilla di originalità e perde in realismo, ma guadagna a tutti gli effetti in contenuto. Dopo aver avuto a che fare con la paura nel primo capitolo e con la follia nel secondo, in questo terzo capitolo Batman deve affrontare il peggiore fra gli elementi che compongono l’animo umano: la violenza, e non solo quella fisica, ma anche quella sociale. Bane si manifesta non solo come "male assoluto", ma anche come sobillatore delle masse, incitandole a soverchiare le autorità. È qui che l’originalità dei Nolan tocca il suo apice: per la prima volta si arriva quasi a parteggiare per il "cattivo" che promette di cambiare il sistema radicalmente, e si arriva a non comprendere del tutto un eroe che si ostina a difendere coloro che non meritano di essere difesi, funzionari corrotti e indifferenti ai bisogni della cittadinanza. Ma ecco che si accende prontamente la spia che ci avvisa di tornare nei ranghi: l’idea è quella giusta, i mezzi non lo sono. È questo il messaggio intrinseco del film, il quale sembra impersonare il bisogno della società in cui viviamo di poter contare su un eroe che, lasciata da parte la sua natura corruttibile di uomo, si possa ergere a simbolo della comunità, esattamente come accade nell epilogo del film. Il finale tuttavia non esalta al massimo lo spettatore: avrebbe potuto essere diverso e avrebbe potuto lasciare quel poco o quel qualcosa in sospeso come solo i finali di Nolan riescono a fare, ma probabilmente la necessità (non oserei dire fretta) e la voglia di concludere hanno fatto optare per un epilogo più semplicistico, scelta in fin dei conti comprensibile e accettabile con riserva. Il cavaliere oscuro-il ritorno è indubbiamente un film possente, coinvolgente, epico e squillante nelle sue sequenze più vive, una degna conclusione di una silloge di film che, pur essendo "oscura", è fra le più brillanti degli ultimi anni. Purtroppo però il film lascia insoddisfatti. Si poteva fare non di più, 164 minuti sono adeguati per un film di questa portata e importanza, ma meglio. Forse a causa dell’imponenza stessa del film, o forse della sua indubbia difficoltà realizzativa, o delle elevate aspettative a riguardo, o ancora della difficoltà a misurarsi con l’ indubbiamente straordinario Il cavaliere oscuro, Il cavaliere oscuro-il ritorno conclude degnamente questo capitolo di storia del cinema, ma lascia un certo sapore di amaro in bocca all’uscita della sala che non ha affatto il gusto di un bicchierino di Fernet Branca.
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ilroger7
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venerdì 31 agosto 2012
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spettacolarità e pathos alle stelle!
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Quattro anni dopo ''the dark knight'' ritorna l'eroe di Gotham (anche se all'interno del film ci ritroviamo ben otto anni avanti rispetto al predecessore). La città, grazie allo speciale ''decreto Dent'', è ora ripulita dalla malavita di cui un tempo era stracolma mentre Bruce Wayne si è rinchiuso in una vita solitaria nella propria abitazione. Tuttavia Wayne sarà costretto a tirar fuori nuovamente la maschera a causa della minaccia Bane, ex membro della setta delle ombre, che incombe su Gotham.
L'impresa di creare un sequel che eguagliasse il secondo film della saga pareva impresa titanica.
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Quattro anni dopo ''the dark knight'' ritorna l'eroe di Gotham (anche se all'interno del film ci ritroviamo ben otto anni avanti rispetto al predecessore). La città, grazie allo speciale ''decreto Dent'', è ora ripulita dalla malavita di cui un tempo era stracolma mentre Bruce Wayne si è rinchiuso in una vita solitaria nella propria abitazione. Tuttavia Wayne sarà costretto a tirar fuori nuovamente la maschera a causa della minaccia Bane, ex membro della setta delle ombre, che incombe su Gotham.
L'impresa di creare un sequel che eguagliasse il secondo film della saga pareva impresa titanica. Ma ''Il cavaliere oscuro- il ritorno'' è certamente la degna conclusione che questa trilogia meritava. Dopo un inizio lento in cui ci viene presentata la situazione della ''nuova'' Gotham, il ritmo si innalza con lo scorrere del film. Epici i 50 minuti finali ove la spettacolarità e le scene d'azione mettono i brividi, mentre la drammaticità e il panico che Bane scatena sulla città sono forse ancora più accentuati che nel secondo capitolo. Immensa la colonna sonora, potente e adatta ad ogni scena (e non esagero quando dico che a mio parere merita la statuetta). Da segnalare infine le ottime prestazioni di Christian Bale (l'ennesima) e di Joseph Gordon-levitt (quest'ultimo nei panni di Blake, un poliziotto che aiuterà Batman a sventare i piani di Bane). Unica pecca, forse, la trama, a mio parere meno originale ed intricata dei soliti film di Nolan anche se è da consigliare una seconda visione. Gran film dunque, forse leggermente inferiore a ''il cavaliere oscuro'' per i dialoghi e per le tematiche che il secondo capitolo aveva affrontato, e soprattuto perchè Bane, nonostante la grande prova di Tom Hardy, non eguaglia l'immenso Joker di Ledger. Nolan si conferma comunque tra i più grandi registi attuali ripagando e soddisfando le attese dei fan che, come me, fremevano al pensiero dell'uscita di questo capitolo finale che chiude una fantastica trilogia. Da non perdere assolutamente.
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xxseldonxx
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venerdì 31 agosto 2012
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il passo indietro d(e)i nolan
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Otto anni dopo la conclusione de Il Cavaliere Oscuro, Gotham non vede Batman in azione da molti anni, sia perché l'eroe si era addossato la colpa della morte di Harvey, sia perché la città vive in un'utopica assenza di crimine organizzato, grazie al decreto Dent. Bruce Wayne, ritiratosi a Wayne Manor, non appare in pubblico da tempo e si trova (solo momentaneamente) alle prese con la vecchiaia. A farlo tornare in azione sarà l'apparizione di una gatta ladra e di Bane, un mercenario senza scrupoli intenzionato a completare il lavoro che la Setta delle Ombre ha lasciato incompiuto nel primo episodio.
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Otto anni dopo la conclusione de Il Cavaliere Oscuro, Gotham non vede Batman in azione da molti anni, sia perché l'eroe si era addossato la colpa della morte di Harvey, sia perché la città vive in un'utopica assenza di crimine organizzato, grazie al decreto Dent. Bruce Wayne, ritiratosi a Wayne Manor, non appare in pubblico da tempo e si trova (solo momentaneamente) alle prese con la vecchiaia. A farlo tornare in azione sarà l'apparizione di una gatta ladra e di Bane, un mercenario senza scrupoli intenzionato a completare il lavoro che la Setta delle Ombre ha lasciato incompiuto nel primo episodio.
Dopo aver trattato della paura in Batman Begins e della follia ne Il Cavaliere Oscuro, il regista di Memento continua la sua analisi della psicologia umana, affrontando questa volta il tema della violenza, attualizzata in relazione alle manifestazioni di protesta come Occupy Wall Street, che da anni riempiono i telegiornali di tutto il mondo. Questa volta però non riesce ad addentrarsi a fondo nell'animo e nella mente dell'uomo: se infatti la paura e la follia erano state proiettate dall'antagonista sulla popolazione, minando, entrambe le volte, le fondamenta della civiltà e della rettitudine morale, la violenza incarnata da Bane appare coinvolgere solo gli uomini al suo seguito, senza influire sui cittadini che, da metà film in poi scompaiono. Differentemente, rispetto agli altri due film, Gotham non appare una città viva, con personaggi di sfondo (eppure sempre perfettamente inseriti nella storia), antagonisti secondari e lotta al crimine. L'impressione è poi che l'aggiunta di ben quattro nuovi protagonisti (Bane, Selina Kyle, Blake, Miranda Tale) non abbia funzionato : viene tolta importanza a personaggi già conosciuti e ben caratterizzati che tanto avevano aiutato l'eroe in maschera e mantello nei precedenti due capitoli, spendendo tempo per presentare al pubblico le (troppe) new entry. Di queste le figure di Catwoman (forse, tra i nuovi, il personaggio meglio riuscito) e Blake (che incarna lo stereotipo dell'onestissimo giovane poliziotto americano) prendono il sopravvento e, in particolare il secondo, che appare sullo schermo più di Batman, sembra sfuggire al controllo del regista. Miranda invece appare troppo spesso senza un ruolo ben definito all'interno della trama, per poi acquistare una parte più che determinante nel finale, inserendo nel film uno dei cliché più sfruttati nella storia del cinema e ormai divenuto quasi scontato. Discorso a parte per Bane il quale, nonostante il suo passato venga abbastanza approfondito, appare sullo schermo così poco che risulta difficile valutare l'interpretazione di Tom Hardy, costretto a puntare tutto su sguardi e posture, a causa della maschera che gli nasconde buona parte del volto.
Vengono meno inoltre due importanti caratteristiche dei Batman di Nolan: il realismo e l'originalità della trama. Se infatti il Joker di Ledger stupiva per l'imprevedibilità e la perfezione dei propri piani, Bane non sfrutta la sua rinomata intelligenza per mettere a punto un programma originale e i cliché si contano abbondanti, soprattutto nel finale. Sono poi decisamente troppe le domande che rimangono senza risposta e gli spunti non sviluppati.
Insomma, dopo averci abituati a sceneggiature a prova di bomba e al rifiuto totale dei luoghi comuni dei film dei supereroi (con l'apice nelle morte di Rachel), Nolan sembra fare un passo indietro su molte innovazioni da lui stesso portare a questo genere. L'impressione è che si sarebbe potuto fare di più, sia a livello di trama (magari puntando di più sul caso Dent) che di distribuzione dei ruoli ai personaggi. Un'importante nota di merito a Hans Zimmer che con le sue musiche (forse unico aspetto migliorato rispetto agli altri due film) accompagna ed esalta alla perfezione le scene più importanti.
Il Cavaliere Oscuro - Il Ritorno è in ogni caso un buon film, ben diretto e ottimamente realizzato, che, nonostante non regga il confronto con Batman Begins e Il Cavaliere Oscuro, si rivela comunque essere una delle migliori conclusioni di una saga degli ultimi anni.
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