Michel Petrucciani - Body & Soul

Film 2011 | Documentario

Regia di Michael Radford. Un film Da vedere 2011 con Michel Petrucciani. Genere Documentario - Francia, Germania, Italia, 2011, Uscita cinema mercoledì 22 giugno 2011 - MYmonetro 3,04 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento venerdì 17 giugno 2011

Michael Radford firma un documentario sull'indimenticabile pianista jazz Michel Petrucciani. Il film ha ottenuto 1 candidatura a Cesar, In Italia al Box Office Michel Petrucciani - Body & Soul ha incassato nelle prime 11 settimane di programmazione 93,5 mila euro e 19,7 mila euro nel primo weekend.

Consigliato sì!
3,04/5
MYMOVIES 2,50
CRITICA 3,17
PUBBLICO 3,44
CONSIGLIATO SÌ
Uno sguardo moderato su un artista dell'eccesso.
Recensione di Marianna Cappi
venerdì 13 maggio 2011
Recensione di Marianna Cappi
venerdì 13 maggio 2011

Michael Radford racconta Michel Petrucciani, virtuoso del jazz, pianista dal tocco irrepetibile, che ha trasformato il destino ingrato che lo ha fatto nascere con una malattia genetica invalidante in un'occasione di applicazione appassionata alla tastiera e di espressione totale di sé. Francese, affetto da osteogenesi imperfetta e nanismo (per cui occorreva portarlo in braccio come un bambino), figlio di un padre che lo crebbe nel mito di Wes Montgomery, Art Tatum e dei grandi classici del jazz, Michel a 13 anni era già un prodigio in grado di lasciare ogni pubblico e collega di stucco e a 19 si trasferiva a Big Sur, arruolato nel quartetto del sassofonista Charles Lloyd. Esuberante, desideroso di gustare la vita fino all'ultimo, girò instancabilmente il mondo assaporandone i cibi, le droghe e le donne senza freni. Il figlio Alexandre ereditò la sua malattia. Vendette un milione e mezzo di album, suonò per il Papa, sopravvisse (con un certo orgoglio) a Charlie Parker e morì a 36 anni, a New York, per non essersi risparmiato mai nemmeno per sbaglio.
Il lavoro di Radford è biografico, lineare e non riserva sorprese. Si affida con successo all'istrionica personalità di Petrucciani e al piacere che lui stesso traeva dal ripetere la propria storia, attento agli aneddoti, sottolineando gli incontri, sfruttando le possibilità di raccordo automaticamente suggerite da questo modo di fare. Il materiale di repertorio è piuttosto affascinante, racconta un mondo dorato e dannato dall'interno, senza filtri agiografici, mentre la musica, ovviamente sempre presente, non è però il centro dell'interesse del regista, che sceglie di non staccare gli occhi dall'uomo. Al punto che il documentario - non il primo né probabilmente l'ultimo dei lavori di questo tipo sul piccolo grande del piano - è in fondo scarsamente informativo ma arriva alla sostanza quando chiede agli intervistati di parlare della loro relazione con il protagonista. Le donne di Petrucciani, quelle che hanno accettato il colloquio, sono al contempo le più vicine al bersaglio e le più generose nel rievocarlo, anche e soprattutto quando non si astengono dal ricordarne il lato difficile e arrogante. I nemici non sono presi in considerazione; nulla di realmente scomodo lo è. Il film racconta un personaggio che ha corteggiato e consumato gli eccessi per tutta la vita in modo assolutamente moderato, decisamente più classico che jazz.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
lunedì 29 agosto 2011
dounia

Il documentario presenta la vita di un grande esecutore di jazz che si rende conto della sua malattia, osteogenesi o "Sindrome delle ossa di cristallo" che non gli permette tanti anni d'esistenza e così deve accelerare i tempi. E' inoltre molto ottimista e ama un modo di vivere socievole, questo per l'infanzia trascorsa, con fratelli che lo trattano pari a loro, una madre che fa di tutto per lui e [...] Vai alla recensione »

martedì 20 gennaio 2015
Stefanomaria

E' realmente molto difficile cominciare un qualsiasi commento su di una tale opera, a causa della sua unicità; è chiaro che il regista merita certamente un posto privilegiato all'interno di una qualsivoglia recensione cinematografica (se di cinema stiamo parlando...), e Michael Radford (Il postino, Il mercante di Venezia) ha sicuramente meritato il plauso, a mio avviso, di tutti [...] Vai alla recensione »

martedì 5 luglio 2011
marezia

Dopo aver nutrito forti perplessità (l'avrete capito, immagino) sulla recensione della Cappi, ho voluto sincerarmi personalmente della sua bontà e devo dire che è del tutto INADEGUATA. La seguente frase "Il lavoro di Radford è biografico, linerare e non riserva sorprese" è, a mio parere, MENZOGNERA perché se questo documentario ha un [...] Vai alla recensione »

venerdì 1 luglio 2011
marezia

Non lo so io! Secondo me, il fatto che il film non punti sulla musica, come se fosse un mini concerto, ma sull'uomo e attraverso più voci non è un limite. E' troppo classico e poco jazz? Marianna Cappi, ritirati.

giovedì 30 giugno 2011
carlacoronSclerosiMultipGRAZIE

ho visto il film-documentario ieri. Conoscevo l'artista e la sua musica ma non credevo che questo film si segnasse così profondamente. Non è solo un favoloso tributo ad un artista straordinario ma una grandissima lezione di vita! Ha trasformato la malattia in un'occasione e ha fatto della sua vita un capolavoro! il film è fatto bene. Il fatto che sia in Francese e Inglese, con i sottotitoli in [...] Vai alla recensione »

giovedì 30 giugno 2011
carlacoronSclerosiMultipGRAZIE

molto più che un tributo, ben fatto e molto profondo nei contenuti complimenti

giovedì 30 giugno 2011
carlacoronSclerosiMultipGRAZIE

moltoben realizzato, equilibrata la scelta di musiche e contenuti.

giovedì 30 giugno 2011
carlacoronSclerosiMultipGRAZIE

oltre che un tributo ad un artista straordinario, è un film-documentario ben fatto e equilibra ben le parti musicali e la biografia di Michel Petrucciani. Molto denso e quindi, a mio parere,da vedere più volte

lunedì 19 novembre 2012
Piero Terranova

Quando lessi sulla stampa la morte di Petrucciani il mio pensiero è andato dritto alle stesse sensazioni di quando 36enne , per tossicodipendenza Charlie Parker, numero uno dei sassofonisti Jazz, aveva lasciato questo mondo nel quale assunse un ruolo artistico ineguagliabile. Nel lungo eloquio su Michel Petrucciani trasmesso a CHE TEMPO CHE FA , Roberto Saviano ,oltre ad accennare al documentario [...] Vai alla recensione »

venerdì 20 aprile 2012
Nigel Mansell

Un eccezionale documento che mi ha fatto conoscere un uomo incredibilmente vitale.

martedì 26 luglio 2011
cpolla

Sono una fan di Petrucciani CHi può dirmi dove posso trovare il film Body & Soul? mi piacerebbe vederlo anche in inglese, con sottotitoli o chessoio. Grazie!

giovedì 23 giugno 2011
davidelupattelli

Visto ieri il film.Purtroppo con i sottotitoli non si riesce bene a seguire le immagini.Stai attento a leggere e qualche volta nemmeno fai in tempo o non si vedono bene le scritte.Il resto è la vita di questo artista che io ho avuto la fortuna di conoscere personalmente.Grande MICHEL

FOCUS
INCONTRI
martedì 7 giugno 2011
Ilaria Ravarino

Michel Petrucciani era alto meno di un metro e suonava il pianoforte come pochi uomini sulla terra. Simili misure ha suo figlio Alex, diventato anche lui musicista dopo aver perso il padre, a 9 anni: «Lui era il mio eroe», dice sicuro. Anche se, aggiunge poi senza imbarazzo, non ha mai avuto il coraggio di suonare davanti a lui. Ora che la vita di Michel Petrucciani, uno dei più apprezzati jazzisti del mondo, è diventata un film-documentario in sala dal 22 giugno, per il figlio Alex è arrivato il momento di riappacificarsi con il mito paterno.

STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Massimo Bertarelli
Il Giornale

Era alto un metro e due centimetri il musicista francese Michel Petrucciani, affetto da una rara forma di degenerazione ossea. Il nanismo non gli impedì di avere unavita intensissima, anche sul piano sentimentale, e di diventare uno dei più eccelsi pianisti di jazz del Novecento. Il bel documentario dell’inglese Michael Radford ripercorre, tra interviste e immagini d’archivio, spesso toccanti, mai [...] Vai alla recensione »

Valerio Caprara
Il Mattino

Nel caso di «Michel Petrucciani. Body and Soul» la definizione di documentario è corretta eppure restrittiva. Michael Radford, il regista del «Postino», vi documenta, in effetti, la breve e incredibile esistenza di uno dei pianisti jazz più eccelsi della storia (1962-1999), ma nello stesso tempo riesce a integrarlo con un film parallelo, dalle autonome e sorprendenti caratteristiche poetiche, avventurose, [...] Vai alla recensione »

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