Europa

Film 1991 | Drammatico, 112 min.

Regia di Lars von Trier. Un film con Eddie Constantine, Barbara Sukowa, Jean-Marc Barr, Udo Kier, Ernst-Hugo Järegård. Cast completo Genere Drammatico, - Francia, Danimarca, Svezia, Germania, 1991, durata 112 minuti. Uscita cinema giovedì 15 agosto 2024 distribuito da Movies Inspired. Oggi tra i film al cinema in 1 sala cinematografica - MYmonetro 2,99 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento martedì 13 agosto 2024

Germania 1945: un americano di origine tedesca va a trovare i propri parenti. Lì lavorerà duramente a contatto con la realtà piuttosto contraddittoria... Il film è stato premiato al Festival di Cannes, In Italia al Box Office Europa ha incassato nelle prime 3 settimane di programmazione 12,6 mila euro e 7,3 mila euro nel primo weekend.

Consigliato sì!
2,99/5
MYMOVIES 2,75
CRITICA
PUBBLICO 3,22
CONSIGLIATO SÌ
Il coraggioso Von Trier chiude la trilogia sull'Europa aprendosi ad un pubblico più vasto.
Recensione di Giancarlo Zappoli
martedì 13 agosto 2024
Recensione di Giancarlo Zappoli
martedì 13 agosto 2024

Leo Kessler torna in Germania dagli Stati Uniti dove si era rifugiato all'inizio della seconda Guerra Mondiale. La guerra è finita da poco. Uno zio gli trova il lavoro come controllore di vagone letto presso una compagnia ferroviaria che ha ripreso l'attività. Sarà nel corso dei viaggi notturni che avrà modo di incontrare Katharina, la figlia del proprietario della compagnia, e di venire a conoscenza dell'esistenza dei Lupi Mannari, un gruppo dall'incrollabile fede nazista, intenzionati a resistere all'occupazione americana.

Von Trier chiude la trilogia sull'Europa aprendosi ad un pubblico più vasto.

Le premesse all'uscita del film erano state le seguenti (apparse in un "Manifesto III"): "Non c'è che una sola scusa per accettare quell'inferno che è il processo creativo di un film: il piacere carnale dell'istante in cui il proiettore e gli altoparlanti della sala cinematografica permettono all'illusione del suono e del movimento di sorgere come un elettrone che abbandona la propria orbita per generare luce e creare l'essenziale: la nascita miracolosa della VITA! È questa e solo questa la ricompensa del regista, la sua speranza, la sua rivendicazione".

Nel terzo film che inizia con la lettera E (quasi fosse un elemento di unione indispensabile evidenziato in Epidemic dalla quasi ossessiva presenza del titolo all'interno delle inquadrature) Von Trier (come è noto il von nobiliare è di pura invenzione trieriana) torna all'immagine dell'ipnosi come consustanziale al cinema e vi aggiunge una lunga sequenza in apertura in cui vediamo scorrere velocemente le rotaie ferroviarie che assimila alla pellicola cinematografica. Si potrebbero, volendo invece storicizzarle, considerarle come simboliche non solo del mezzo che costituirà la location principale del film ma anche con la tragica funzione imposta allo stesso dai nazisti.

Il protagonista Leo è un tedesco che torna in Patria da 'americano' e cerca di comprendere insieme allo spettatore (al quale viene chiesto di identificarsi con lui) un Paese che fatica a capire quasi non fosse più un 'europeo' come, in tutt'altro contesto, la Geraldine Chaplin giornalista francese nel precedente Nashville di Robert Altman. Ha davanti a sé un mondo che cerca di aggrapparsi alla minuzia delle regole dopo che tutto, non solo materialmente, è crollato e che fa della falsità e della finzione le proprie regole di sopravvivenza. I bambini uccidono con la massima 'innocenza' mentre ci sono ebrei che attestano false dichiarazioni di non adesione al nazismo per quei tedeschi di cui gli americani hanno bisogno. Non è un caso che Von Trier si ritagli proprio questo ruolo mettendosi in gioco direttamente in un film in cui il versante onirico emerge all'improvviso con sovrapposizioni di 'presenze' mentre l'uso del colore e del bianco e nero all'interno della stessa inquadratura consente sottili giochi psicologici che ricordano alcune scelte di Edgar Reitz in Heimat.

Su tutto domina un pessimismo di fondo sulla natura umana che non trova possibilità di redenzione né per coloro che hanno perpetrato l'orrore, così come, e qui sta lo snodo vontrieriano, neppure per chi da quel male si è astenuto collocandosi in una posizione di neutralità. La Zentropa (nome della compagnia ferroviaria che poi diventerà quello della sua casa di produzione) si muove in quel grande plastico che è la Germania secondo Lars prendendo le mosse da quel vagone ferroviario che, con un'immagine fortemente evocativa, viene trascinato da esseri umani simili a schiavi dell'antico Egitto. Nonostante quell'eccesso di perfezione, quell'assenza di 'errori naturali' che Von Trier gli imputa, Europa è il film che fa da battistrada a quel capolavoro che sarà Le onde del destino.

Sei d'accordo con Giancarlo Zappoli?

Germania 1945: un americano di origine tedesca va a trovare i propri parenti. Lì lavorerà duramente a contatto con la realtà piuttosto contraddittoria. La stoffa del grande regista von Trier ce l'ha, ma forse raggiungerebbe maggiori risultati mirando più in basso. Non mancano citazioni: da Kafka a Lang, da Welles a Fassbinder. Ma il resto è noia.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
martedì 10 agosto 2010
fedeleto

Dopo l'elemento del crimine e epidemic,von trier chiude definitivamente la trilogia dle contagio come aveva annunciato precedentemente,e lo fa eccezionalmente.La trama tratta di un giovane che fuggito negli stati uniti durante la guerra, torna alla fine in di essa in germania e cio' che trova e' un posto come apprendista conduttore di vagoni letto,ma innamoratosi di una giovane neonazista, [...] Vai alla recensione »

mercoledì 11 luglio 2012
Luca Scialo

Una voce fuori campo conta fino a dieci e accompagna il viaggio in treno di un giovane americano rispedito dal padre tedesco nella loro terra d'origine a lavorare, in una Germania appena uscita dal Nazismo e devastata dal conflitto mondiale. Il ragazzo, grazie all'aiuto dello zio, troverà lavoro in un treno notte. Ma troverà anche un Paese imbarbarito, cinico, plasmato da un'ideologia becera e da una [...] Vai alla recensione »

venerdì 23 settembre 2011
paride86

Bel film di Lars Von Trier che, però, manca di tensione e suspense per essere davvero una spy story credibile e coinvolgente Tuttavia la storia è intelligente e lo spettatore non può non notare la cura e l'attenzione dedicate ad una fotografia veramente originale.

domenica 21 gennaio 2024
Steffa

 questo terzo lungometraggio di Von Trier perde completamente quell'alone surrealista che aveva caratterizzato i due precedentei, unica componenete davvero interessante dei suoi lavori, non ne resta che un filmetto standard, incerto, tendente ed agognante al commerciale

lunedì 9 luglio 2018
Fabio

La qualità che apprezzo di più di Von Trier è l'umorismo. Grazie a questo riesce a rendere sopportabile un film che altrimenti deprimerebbe chiunque. Metafora dell'Europa post-conflitto del '45: qualcosa che non c'è ancora ma che nasce sulle macerie della guerra. Un incubo kafkiano di macerie umane dentro il quale viene catapultato il protagonista: un americano. [...] Vai alla recensione »

winner
premio della giuria
Festival di Cannes
1991
winner
premio della cst (commission supérieur technique)
Festival di Cannes
1991
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