Anno | 2015 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Paesi Bassi, Croazia |
Durata | 105 minuti |
Regia di | David Verbeek |
Attori | Grégoire Colin, Lizzie Brocheré, Slimane Dazi, Alain Blazevic, Robert Jozinovic Zvonimir Munivrana, Kristian Habas, Fares Mongy. |
Tag | Da vedere 2015 |
MYmonetro | 3,07 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 12 novembre 2020
Un pilota di droni incaricato di uccidere un terrorista sbaglia il colpo. Scoprirà in seguito che l'edificio era in realtà una scuola.
CONSIGLIATO SÌ
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Ivan è un pilota di origine francese in servizio presso una postazione di controllo di droni in Nevada. Ogni giorno riceve ordini su chi uccidere a distanza, in particolare in Medio Oriente. Non importa se si tratti di adulti o di ragazzi. Questo provoca in lui una profonda crisi interiore.
Non bisogna farsi ingannare né dal titolo né dal punto di partenza di questo film tripartito. Non ha nulla a che vedere (perlomeno sul piano della sostanza) con il film di Van Damme ed è molto distante da Good Kill diretto da Andrew Niccol nel 2014.
Il pilota Brandon Bryant, che aveva collaborato con il regista, rimase profondamente deluso dallo stile alla Top Gun che il film aveva finito con l'assumere. Prima di accettare questa nuova collaborazione ha voluto accertarsi che la sceneggiatura fosse orientata verso un'indagine psicologica. Le sue aspettative sono state soddisfatte tanto che ha accettato di essere presente in una scena.
Si diceva di un film tripartito perché di fatto l'azione è distribuita in tre fasi. Nella prima si assiste al 'lavoro' quotidiano' di Ivan. Nella seconda al suo rifiuto segnato da forti allucinazioni e nella terza alla sua ricerca di un reale 'contatto diretto' praticando un'arte marziale. Se questo impianto finisce con il risultare talvolta un po' didascalico (in particolare nella descrizione della relazione con il 'femminile' nella prima e terza parte) l'interpretazione di Grégoire Colin riesce, con grande capacità di penetrazione nella psicologia del personaggio, a farlo passare dalla compressione e tentata ablazione della propria umanità nella routine operativa al disagio psichico e al successivo tentativo di recupero della propria più intima consapevolezza di uomo.
Torna alla memoria Il mestiere delle armi di Ermanno Olmi con la sua riflessione sull'invenzione delle armi da fuoco che distanziavano per la prima volta così ampiamente chi colpiva da chi era colpito. La freddezza d'azione del drone eleva all'ennesima potenza questo elemento privandolo anche (sembra irrilevante ma non lo è) della dimensione sonora. David Verbeek ci invita a riflettere su questa macchina di morte (solo apparentemente) silente.
Mai come in questo indimenticabile anno il convenevole saluto del "restiamo in contatto" è stato probabilmente mantenuto da tutti coloro che lo hanno pronunciato. La tecnologia delle ultime decadi ha decisamente favorito una società sempre più connessa, vicina, rapida. Amici, notizie, riunioni, social network, live streaming, acquisti, informazioni, dati, coordinate: tutto a portata di mano, tutto [...] Vai alla recensione »