Titolo originale | Racing for time |
Anno | 2008 |
Genere | Drammatico |
Produzione | USA |
Durata | 87 minuti |
Regia di | Charles S. Dutton |
Attori | Christine Biancardi, Dominique DuVernay, Shanna Forrestall, Geraldine Glenn, Tiffany Haddish, Sara Jane Henriques, Rachel Loera, Louis Herthum Douglas M. Griffin, Jeff Galpin, Charles S. Dutton, Daurice Cummings, Lawrence P. Beron, Zulay Henao, Chris J. Fanguy, Aunjanue Ellis, Yaya DaCosta. |
MYmonetro | 2,50 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 18 giugno 2010
Cleveland è un agente in un istituto di correzione femminile, e può così vedere le occasioni perse di queste giovani e le tensioni razziali tra le detenute.
CONSIGLIATO NÌ
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Ispirato ad una storia vera, il film affronta la storia di alcune ragazze di varie etnie in un riformatorio che, per evitare un regime detentivo più duro, accettano la sfida di una guardia interna: allenarsi per formare una squadra di corsa su pista.
Durante i primi minuti lo spettatore di questo tv-movie ha il dubbio che il telecomando abbia dirottato verso un canale musicale rapper; note sincopate, ragazzina scollacciata in rosso lacca, uomo di colore con berretto trendy, movenze dance, ambientazione con colori piatti fosforescenti, scene velocizzate e altre al rallentatore. Poi sbuca una pistola e la fanciulla in rosso finisce 'dentro' con tanto di lacrime e stridor di denti.
I 'cattivi' all'inizio fanno quasi paura anche se i copioni del genere carcerario americano potrebbero essere 'letti' sinotticamente come i tre vangeli. In genere non mancano mai faide tra gruppi, la solita cella d'isolamento che o ti centuplica la ferocia o tillumina di buon senso, carcerieri spietati col profilo sputato del torturatore psicologico. E poi, deo gratias, un'anima pia che tenta d'incanalare francescanamente l'aggressività dei malcapitati verso qualcosa di costruttivo. Gli effetti prodotti, manco a dirlo, sono sempre miracolosi. Qui, a diversificare questa retorica rifritta, entrano in gioco tensioni e discriminazioni razziali tra le ragazze che a furia di vendicarsi rischiano il trasferimento verso un penitenziario ordinario.
Charles S. Dutton, regista e interprete, con trascorsi in carcere per omicidio, veste i panni del secondino buono che riesce a motivare le giovani detenute e ad azzerare i pregiudizi. Come? Prefiggendo loro uno scopo. La conversione passa attraverso un allenamento podistico sfiancante che chiederà un confronto diverso. A forza di giri, fiatone e mal di milza le fanciulle ritrovano presto equilibrio e autostima. È vero che le conversioni sono troppo repentine ma l'ostinatezza podistica convince e muove al tifo. Una versione- bignami de Le ali della libertà per teenagers con aspirazioni agonistiche.
io sinceramente non ho capito la fine del film..chi è che rientra in carcere?