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Rassegna stampa di Johnny Depp

Johnny Depp (John Christopher Depp II) è un attore statunitense, regista, produttore, co-produttore, è nato il 9 giugno 1963 ad Owensboro, Kentucky (USA). Johnny Depp ha oggi 60 anni ed è del segno zodiacale Gemelli.

FABIO RIZZO
MYmovies.it

Figlio di un ingegnere e di una cameriera, ha un fratello e due sorelle, nate dal precedente matrimonio della madre. Dopo la sua nascita la famiglia si trasferisce a Miramar, in Florida. Nel 1978 i genitori divorziano ed egli si stabilisce dalla madre, ma l'anno seguente abbandona la casa e la scuola andando a vivere nella sua automobile con l'amico Sal Janco. In questo periodo forma il complesso rock The Kids, che raggiunge una certa notorietà in Florida e viene scelto da cantanti come Billy Idol e Iggy Pop per fare da gruppo spalla ai loro concerti. Nel 1983 sposa Lori Ann Allison. Sebbene la loro unione duri poco, i due restano in buoni rapporti e proprio il nuovo fidanzato di lei, l'attore Nicolas Cage, lo convince a fare il provino per Nightmare-dal profondo della notte, film di Wes Craven del 1984 che segna il suo debutto nel mondo del cinema. Dopo un'apparizione in Platoon, nel 1987 interpreta il ruolo di poliziotto nella serie televisiva 21 Jump Street, riscuotendo un successo tale da ricevere ogni giorno migliaia di lettere dalle sue ammiratrici. Se nel 1990, con la commedia musicale Cry Baby di John Waters, riuscita parodia dei film di Elvis Presley, dimostra di avere del talento, è con la parte da protagonista in Edward Mani di Forbice di Tim Burton che si afferma sul grande schermo, raggiungendo la popolarità internazionale. Scelto da Kusturika per Arizona Dream, da Jarmusch per l'atipico western Dead Man e ancora da Tim Burton per Ed Wood, conferma le sue doti e la predisposizione a calarsi perfettamente nel ruolo di personaggi anticonformisti, poco integrati socialmente e interiormente complessi. Esemplare in questo senso la sua interpretazione del mimo analfabeta che in Benny & Joon del 1993 si esibisce con bravura nelle imitazioni di Chaplin e Keaton. In una carriera ormai ben avviata, si fa ulteriormente notare recitando a fianco di un appesantito ma sempre carismatico Marlon Brando in Don Juan de Marco, ennesima rivisitazione della figura di Don Giovanni, e poi in coppia con Al Pacino nel film Donnie Brasco. Nel 1997 sceneggia e dirige Il coraggioso, ma le sue qualità di regista appaiono nettamente inferiori a quelle di attore e il risultato è deludente. Dopo aver nuovamente lavorato con Tim Burton per Il mistero di Sleepy Hollow ed essere stato protagonista in Paura e delirio a Las Vegas di Terry Gillian, nel 1999 è tra gli interpreti principali in La nona porta, horror poco convincente diretto con mestiere da Polanski. Nello stesso anno, lasciatosi ormai alle spalle le tempestose relazioni con la collega Wynona Rider e la fotomdella Kate Moss, ha avuto una figlia dalla francese Vanessa Paradis, sua attuale compagna. Tendente al nomadismo, anarcoide, impulsivo e con un difficile carattere, è stato arrestato varie volte per aver distrutto camere d'albergo e malmenato fotografi. Diventato attore più per caso e per istinto che per scelta e formazione, Johnny Depp è un individuo introverso che trova la sua dimensione ideale portando se stesso sullo schermo. Attraente e decisamente dotato di sex appeal, ma non incline al narcisismo, sa, quando il ruolo lo richiede, far passare queste caratteristiche in secondo piano, mostrandosi duttile e dando prova di grande sensibilità interpretativa. Sempre più incline a recitare per divertirsi, nel 2003 è anche stato un divertente poliziotto corrotto in C'era una volta in Messico. Ma soprattutto è stato il protagonista nel primo incasso planetario dell'anno (640 milioni di dollari). Il pirata sbruffone di La maledizione della prima luna.

MARIAROSA MANCUSO
Vanity Fair

Johnny Depp voleva i denti d’oro, il trucco agli occhi, le perline colorate fra le trecce rasta, la fascia sotto il cappello a tricorno. Cercarono di dissuaderlo. La maledizione della prima luna era targato Disney. Quando mai, in un film per famiglie, si era visto un pirata vestito da rockstar, per di più versante glamour? Tenne duro, minacciò di andarsene, alla fine gli dissero «decidi tu». Il corsaro Jack Sparrow va molto a suo merito. Il resto lo fanno i magnifici zigomi indiani l’aria da teppista, i balletti spadaccini imparati dallo stesso maestro che allenava Errol Flynn, la battuta che infilza l’avversario. Finite le riprese, volò in Francia per riabbracciare la famiglia con le capsule d’oro ancora in bocca.
Messa la testa a posto e fatti due figli con Vanessa Paradis, l’ex musicista supporter di Iggy Pop cerca di star lontano da casa il meno possibile. Pensa ai pargoli Lily-Rose eJack (i nomi non omaggiano i nonni, ma il fiabesco Legend di Ridley Scott) anche quando sceglie i copioni. Era destino che gli capitasse tra le mani Finding Neverland (fuori concorso al Festival di Venezia): la biografia di James M. Barrie, il genio scozzese che inventò Peter Pan. L’uomo che - secondo Francesco Cataluccio (le prove sono nel libro intitolato Immaturità, da Einaudi) - gettò il seme dell’infantilismo novecentesco.

LIETTA TORNABUONI
La Stampa

Johnny Depp, il più bello, sembra un bambino mascherato da uomo. Se porta baffi e stivaloni da pirata come ne La maledizione della prima luna, oppure feltro e lenti nere da gangster come in Once Upon a Time in Mexico, il risultato non cambia pare sempre d’essere a un carnevale infantile, pare d’assistere a un gioco, e la capacità dell’attore di sottolineare la puerilità dello stile maschio è molto intelligente. Atra caratteristica di Johnny Depp: la sua bellezza dà sempre l’impressione di appartenere a un umo libero, zingaro, viaggiatore, eccentrico, combattente in giro per il mondo. Quest’anno compie quarant’anni, e nessuno lo direbbe. Fa quello che gli pare. Non vive a Los Angeles ma in Francia, quasi in campagna vicino a Parigi. Dopo un divorzio e turbolente relazioni con Sherilyn Fenn, Jennifer Grey, Winona Ryder, Kate Moss, abita con la cantante-attrice francese Vanessa Paradis e i loro due bambini. È nato nel Kentucky dove non torna mai, ha suonato nel gruppo rock The Kids, ha debuttato alcinema nel 1984 con un classico horror scolastico, Dal profondo della notte ( A Nightmare on Elm Street). Da allora le sue scelte sono state sempre difficili, interessanti, ardite, non conformiste e(contrariamente a quanto sostengono i cineasti ragionevoli) non gli hanno nuociuto affatto, anzi: è stato Edward Mani di Forbice, un Pierrot degli anni Novanta; e con lo stesso regista, Tim Burton, il patetico Ed Wood, è stato l’agonizzante di Dead Man, che attraversava lentamente le paludi della Louisiana morendo un po’ ogni giorno; il folle di Paura e delirio a Las Vegas l’investigatore de I misteri di Sleepy Hollow (ancora diretto da Burton), Il fascino di Johnny Depp non sta soltanto nella gran bellezza di tipo latino (labbra morbide, languidi occhi neri tagliati a mandorla, naso più che perfetto, aria da ragazzo malinconico), né soltanto nella gran bravura indiscussa. Il fatto è che di sicuro è il più libero, enigmatico e romantico dei divi americani del Duemila.

BEATRICE DONDI
XL

La rivista Forbes lo ha messo al primo posto nella classifica degli attori più potenti di Hollywood. Ogni volta che un giornale fa un sondaggio, Johnny è sempre in testa: l’uomo ideale, l’attore più sexy, il personaggio pubblico più amato. Lui e sempre lui. Alla faccia di Brad Pitt e Tom Cruise e tutti gli altri superbelli, pure più giovani come Orlando Bloom o Ewan McGragor. Quasi uno scherzo del destino, perche Johnny non pensava certo di fare questa fine. Voleva diventare un musicista, suonare la chitarra in una rock’n’roll band. Invece un incontro fortunato (Nicholas Cage) lo trasforma in attore, e poi in poco tempo diventa una star per ragazzine, col telefilm 21 Jump Street. Johnny ha già le idee chiare, il successo lo imbarazza, soprattutto se viene dalla televisione. «Voglio fare delle cose che hanno senso» dichiara. Cerca il cinema, ma con personaggi che lo ispirino, e chissenefrega degli incassi. Tim Burton è il primo a credere in lui, lotta con gli Studios e riesce ad averlo per Edward mani di forbice. Il film ha successo e la carriera di Johnny Depp decolla. Ma lui non cambia idea: rifiuta parti di sicuro successo (una fra tutti, il protagonista di Speed) per interpretare personaggi “fuori” in film come Ed Wood o Dead Man. I critici lo esaltano, il pubblico comincia ad amarlo, ma attenzione, nessun dei film di Johnny è un vero campione di incassi: alcuni vanno bene, come Il mistero di Sleepy Hollow e Neverland, un sogno per la vita, ma solo La maledizione della luna nera fa il botto, incassando quasi 700 milioni di dollari in tutto il mondo (è al 22esimo posto nel boxoffice mondiale).

WU MING
XL

Johnny Cristopher Depp III, nato a Owensboro, Kentucky, l’autoproclamata patria del barbecue, è fondamentalmente (nel senso di originariamente) un rocker. The Kids, riportano Le cronache, erano una band interessante. Il chitarrista, figlio di un ingegnere e di una cameriera, era un giovane tendente al nomadismo. Le biografie abbondano di termini come «anarcoide», «non integrato» «dalla personalità complessa»... Sospeso dalla scuota su pressione del prof. di educazione fisica, inizia una precoce carriera di dropout. Nel 1979, all’età di sedici anni, Johnny forma una band e va a vivere nella sua auto, una Impala deI. ‘67, in compagnia dell’amico Sal Janco. Prima era stato chiuso in casa per mesi, e, come migliaia di altri adolescenti, aveva imparato a suonare la chitarra da autodidatta. Dicono che il suo numero migliore fosse un’interpretazione di Lady Madonna cantata come avrebbe fatto Iggy: una cover riservata alla sala prove, mai eseguita dal vivo.

WU MING
XL

Istintivo ma duttile, capace dì grande sensibilità interpretativa: Lady Madonna con La voce di Iggy, ricordate? Oppure
Edward mani di forbice
(‘90) nella visione del suo mentore Tim Burton. Il Rock ‘n’ Roll insegna a lavorare insieme. Insegna che il frontman ha bisogno di supporto, di aiuto, di sostegno, che deve essere capace di fare un passo indietro, di lasciare spazio alla band o, nel nostro caso, al deuteragonista. Non importa ciò di cui parlano le biografie e le cronache, le idiosincrasie da ex rocker solitario, le stanze d’albergo-sfasciate e i fotografi-inseguiti-e-malmenati. Di un artista, conta l’opera. Probabilmente il vecchio chitarrista dei Kids avrebbe potuto fare No Fun con la voce di Paut McCartney. Così Depp si dimostra capace, in Ed Wood (‘94), di lasciare la scena a uno stupefacente Martin Landau/Bela Lugosi, e di assumere un ruolo paritario di fianco ad Al Pacino nel già citato Donnie Brasco. Arriviamo così a quella che riteniamo una delle migliori interpretazioni dell’ex rocker di Owensboro. «Eravamo da qualche parte vicino Barstow, ai margini del deserto, quando le droghe cominciarono a fare effetto...». In Paura e Delino a Las Vegas di Terry Gilliam, Johnny Cristopher Depp III e Benicio Del Toro giocano la parte dell’artista e del doppio, funzionano ognuno come una variabile impazzita dell’altro. È il lisergico giornalista Duke a consigliare al proprio avvocato samoano qualcosa di profondamente immorale (L’avvio alla prostituzione di una squinternata fanciulla, Christina Ricci), ed è l’avvocato Gonzo (l‘Oscar Z. Acosta del romanzo di Hunter S. Thompson) ad apparire figlio più che legittimo delta cultura psichedelica dì quegli anni, sorta di paradossale rockstar invecchiata, scoppiata, indomabile. I personaggi sono credibili, code di rettile a parte, e rispecchiano in modo esemplare ìl clima di quegli anni, la fine dell’Utopia collettiva dei Sixties e l’avvio di una decade contradittoria come i 70. E per tutte le ragioni che abbiamo elencato e provato a illustrare, Johnny Depp appare perfettamente a suo agio in un ruolo che segna la fine di un’epoca, ma anche, nelle parole di Gilliam, una dura reazione contro uno dei periodi più costrittivi della storia dell’uomo, gli anni 80. Alla fine di Paura e delirio, le pareti della stanza in cui Johnny Depp/Hunter S. Thompson sta tirando le somme si alzano con la camera e Duke sembra battere sui tasti dal fondo di un pozzo. Citiamo a memoria: «Una generazione di storpi permanenti, cercatori falliti, che non hanno mai capito il vecchio, essenziale inganno della cultura dell’acido: la disperata certezza che qualcuno, o almeno una qualche forza, aspettasse alla fine del tunnel offrendo una luce», Sarebbe interessante, se ci è concesso, vedere Johnny Depp interpretare un altro di questi ruoli-epitome, magari nella mani di Terry Gilliam, ancora una volta. Un film sulla fine della bolla speculativa detta New Economy, sull’inizio dell’Economia di Guerra con cui la superpotenza mondiale cerca di rimandare il crollo, sull’entrata del mondo in un periodo ancora più buio e costrittivo degli anni 80. Ma forse questo film è già stato girato. In Dead Man (Jim Jarmusch, ‘95L Johnny Depp, sangue cherokee, incontra un altro dei suoi doppi. È un indiano che Lo scambia per William Blake, il, poeta, e lo conduce in un viaggio iniziatico in cui a poco a poco il giovane di città, giunto nel West per un lavoro di impiegato, perde i contorni fisici, lascia il. peso della carne ed entra in un mondo di sogno, in un mondo di spiriti e segni. In questo processo di dissolvimento, di passaggio dall’altra parte dello Specchio, William Blake/Johnny Depp incontra situazioni comiche, grottesche, violente. Le circostanze lo trasformano in un fuggiasco, braccato dalla legge, attore e testimone di un mondo crudele e caotico, tremendo, sublime. Poco dopo il loro incontro, t’indiano di nome Nessuno (Gary Farmer) chiede a Blake/Depp: «Hai ucciso l’uomo bianco che ha ucciso te?». Blake, ingenuo e stupefatto, risponde: «Non sono morto», Scherzi del destino, nel film c’è anche Iggy Pop.

PAOLA JACOBBI
Vanity Fair

Tre settimane la, a Los Angeles pioveva forte. Johnny Depp e la sua compagna Vanessa Paradis erano a bordo di una limousine che li accompagnava a casa. Sul Sunset Boulevard, Johnny ha fatto fermare l’autista ed è sceso i parlare con due barboni che stavano sotto dei cartoni fradici. Gli ha dato Cento dollari e li ha scortati in un motel vicino, perché passassero la notte all’asciutto.
Johnny Depp, 40 anni compiuti nel giugno scorso, oggi è il Signore perbene che fa beneficenza agli sconosciuti. Non solo: ha chiuso con la vita spericolata ed è un padre di famiglia contento di esserlo, come ha ribadito nell’ottobre scorso in un’intervista rilasciata al nostro giornale. Da allora, Johnnv è anche diventato, per la prima volta nella sua carriera quasi ventennale, un attore sbanca-botteghini grazie alla Maledizione della prima luna, film che gli ha fruttato la sua prima nomination all’Oscar, grazie a un’interpretazione che due piratesca è poco.
Dal 16 aprile, ritorna tra noi con Secret Windows tratto da un racconto di Stephen Ring, è un incrocio tra Shining e Misery: l'attore interpreta uno scrittore in pieno panico da pagina bianca e sull’orlo di una crisi di nervi. Nel film, ha i capelli arruffati come un porcospino e indossa per tutto il tempo un imbarazzante accappatoio pieno di buchi.

ALESSANDRA MAMMI
L’Espresso

Adesso,è pirata. Un bucaniere guascone con i denti d’oro, che salta tra golette e velieri nel già annunciato blockbuster della Disney La maledizione della prima luna di Gore Verbinski, Johnny Depp, corsaro irresistibile e un filo grottesco, con gli occhi pieni di kajal e il capo coperto da bandane colorate e cappelli a tre punte. D’altra parte se lo può permettere, tutto gli dona. Qualsiasi cosa Depp si metta sulla testa: dalla mezza tuba di Dead Man al cilindro di Sleepy Hollow, dalla scoppola di Donnie Brasco alla brillantina di Ed Wood. Riuscì a dare tono ed eleganza persino ai capelli elettrici di Edward mani di forbici. Per un filo non partì una moda.
Il solo che, abbia realmente attentato alla sua insopportabile bellezza fu l’amico regista Terry Gilliam, che in Paura e delirio a Las Vegas gli pelò mezzo cranio, lasciandogli soltanto due fasce di capelli sopra le orecchie stile Lino Banfi. Questo non gli donava: ma a Depp bastò in mezzo al film ficcarsi in testa un floscio berretto da pescatore ed eccolo di nuovo sexy.
Certo, Johnny Depp è bellissimo. Eppure questo non basta a spiegarne l’attuale travolgente successo. La verità è che non solo quello che si mette “sulla” testa, ma anche quello che si mette “in” testa, alla fine gli va a pennello. Qualsiasi suo personaggio finisce per diventare un’icona. Perché è lui stesso la star icona dei nostri tempi: ambiguo quanto basta, trasversale e ironico. Irresistibile nel primo piano, ma abbastanza agile da reggere la scena d’azione.

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