Una commedia non può rivelarsi senza un attore che serva il testo e sottolinei il carattere delle parole. Dobbiamo parlare evolve e divampa nel talento dei suoi attori misurati e sfidati in salotto sopra a un divano fino a quel momento, quello della loro entrata in scena, immacolato.

Dentro una cocktail mise che non andrà oltre la soglia di casa, Rubini infila la naturalezza e la grazia lieve di Isabella Ragonese. Compagna solidale del suo personaggio, Linda è una giovane donna che prova a trovare il suo posto nel mondo. Nella vita sentimentale lo sperimenta a fianco di Vanni, ispirazione e modello da superare se vuole diventare grande, almeno come scrittrice. Ma questo lei lo sa bene ed è il suo segreto, il tradimento che cova una volta a settimana in un appartamento che non è il suo, che non è il loro. Uno spazio esclusivo dove scrive il suo romanzo in combutta con l'editore di Vanni. Interpretata a fior di pelle da Isabella Ragonese, Linda è l'ultimo baluardo di un'innocenza che prova a essere e a resistere sotto i colpi dei 'grandi', che se ne danno di santa ragione con parole, silenzi, allusioni, omissioni, tecniche di combattimento in cui la borghesia da sempre eccelle.

Innocenza che perde il suo candore nel corso delle ore trasfigurando in furia senza controllo una fanciulla ben allevata ed educata. Sotto pressione Linda rompe rumorosamente gli argini e letteralmente una bottiglia, 'sbottando' tutto il veleno, il rimpianto e la lagnanza di una vita insieme. Insieme a Vanni, che non divorzia per sposarla, insieme a Costanza, adultera che biasima un adultero, insieme ad Alfredo, adultero in cerca di giustificazioni.

Speculare a Vanni, Linda è logorata dall'interno e circondata dalla sollecitudine di un compagno che la considera una 'graziosa cosa fragile', proteggendola dalle sue fobie (il gatto) e compensando le sue mancanze (gestionali). Sarà lei, esile e distaccata all'inizio dei giochi, a tuonare, a perdere il sangue freddo e a lasciare tutti a bocca aperta.

La Ragonese approccia con una gestualità leggera e instabile il suo personaggio, una donna comune coinvolta in una vita ordinaria accesa dall'esuberanza di Fabrizio Bentivoglio e Maria Pia Calzone, indocili e amorali 'avversari' con la battuta pronta e il telefono sempre all'orecchio. Ironica, sensibile e ancora una volta sorprendente, l'attrice correda il personaggio del suo fascino discreto sottraendo gli eccessi, aggiudicati alla coppia Alfredo-Costanza, ed emergendo un sentimento di inquietudine che lascia intendere un ordine soltanto apparente e a un passo dal collasso.

È Linda il personaggio che uscirà davvero trasformato dal confronto diretto e rinnovato nelle intenzioni. La genuina trasparenza del suo carattere evidenzia una coerenza e una volontà di proseguire che sembra mancare agli altri protagonisti, che permangono nella medesima condizione esistenziale (Alfredo e Costanza) o si rassegnano al cambiamento (Vanni). È lei in mezzo al delirio di parole ad avvertire la frattura col passato, ad afferrare l'occasione, ad adottare una nuova metrica, a cambiare rotta, infilando finalmente la porta per scrivere la sua storia e trovare un altro modo di 'vivere insieme'.