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Alfredo, cardiochirurgo tronfio e scomposto

Fabrizio Bentivoglio in Dobbiamo parlare è un prof che non riesce a curare le aritmie di moglie e figliastra. Dal 19 novembre al cinema.
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di Marzia Gandolfi

Fabrizio Bentivoglio (67 anni) 4 gennaio 1957, Milano (Italia) - Capricorno. Interpreta Alfredo nel film di Sergio Rubini Dobbiamo parlare.

venerdì 13 novembre 2015 - Focus

Dobbiamo parlare gravita intorno a un misfatto, un adulterio che in un crescendo di scontri, confronti e alleanze sfocia in un conflitto allargato e consuma il disastro sotto la vernice della buona educazione. L'evento scatenante è incarnato dal cardiochirurgo di Fabrizio Bentivoglio, che sfida la sua naturale inerzia e forza la sua voce 'confidenziale' nei panni di un personaggio sbilanciato, tronfio e scomposto.

Mai così appariscente, l'attore indossa camice e camicia di un chirurgo del cuore che sembra al contrario incapace di comprenderne i movimenti e fare fronte ai suoi arresti. Le aritmie che non gli riesce proprio di curare sono quelle della moglie e della figliastra, di cui si proclama vittima incompresa e trascurata davanti agli amici. La grande opinione che ha di sé (e che gli basta) è infranta dalla scoperta di un'amante che la moglie confessa senza troppe perifrasi alla coppia amicale di riferimento. Quella formata da Vanni e Linda, innamorati, solidi e credibili nel tentativo di defibrillare la vita coniugale di Alfredo e Costanza.

A sorpresa Sergio Rubini affida a Bentivoglio un ruolo energico, tenendo per sé quello imperturbabile. Imperturbabile finché dura, s'intende. Perché è Alfredo, in fondo alla notte e a una kermesse chiassosa, a rivelarsi protagonista inalterabile. Resistente nel suo equilibrio e in una vita concepita come un'impresa. Un'impresa regolata da ego, egoismi e capricci. Il prof, come lo chiamano tutti affettuosamente, è un personaggio ridondante e sboccato su cui soffia il respiro indispensabile di Fabrizio Bentivoglio.

Dentro una drammaturgia 'in levare', che cerca e trova i colpi di scena, Bentivoglio (ri)anima Alfredo con impercettibili slittamenti progressivi, con toni bassi che impenna per servire il testo e aprire a immagini tragicomiche. Impassibile alla febbre che fa trasalire tutti, ribaldo sotto i baffi mentre intorno la crisi infuria, prende forma, tracima e frange sul pavimento del salotto recriminazioni, vetri di bottiglia e frammenti di un discorso amoroso, Alfredo è arginato dalla mitezza del suo interprete.

La placidità di Bentivoglio, la genuina disposizione alla calma dietro la maschera di un chirurgo canaglia e screanzato, arriva da lontano, dai suoi personaggi laconici, capaci di guizzi inattesi di sapido umorismo. Amico di famiglia per Paolo Sorrentino e legato da lungo sodalizio a Sergio Rubini (L'amore ritorna, La terra), l'attore infonde al suo professore il complesso che affligge da sempre i personaggi di Gabriele Salvatores, che si comportano a cinquant'anni come se ne avessero ancora diciotto. Obbligato e in condizioni di emergenza, lo smascheramento dell'adulterio, Alfredo è costretto a fare i conti con la propria immaturità e la necessità di crescere. Nondimeno e in linea con i caratteri di Silvio Soldini (Un'anima divisa in due), Alfredo tentenna e si lascia tentare dal cambiamento, tornando sui suoi passi con la luce del sole, incapace di afferrare al volo l'occasione che il caso gli offre trasformandola in esperienza di vita.

Pago e piantato sulla poltrona in faccia agli 'avversari' e dentro un conflitto che non si può rappresentare solo con la conversazione ma si deve (anche) risolvere con l'azione, Alfredo è il personaggio più dinamico, quello che entra ed esce dal campo di gioco, quello che abbandona pavido, quello che invade temerario e con una presenza scenica che provoca la disputa in salotto e lo stupore in sala. È lui il corpo-ostacolo contro cui si infrange la cattiva coscienza della consorte, il sentimento naïve di Linda e l'immodestia modesta di Vanni. È sempre lui l'attore da mettere in piazza (e in salotto) per fare una pièce travolgente. A qualsiasi velocità lo si faccia girare sullo schermo o sul palcoscenico.

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