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ONDA&FUORIONDA

Il Vangelo secondo Matteo: "santificato" dal Vaticano.
di Pino Farinotti

In foto una scena di Il Vangelo secondo Matteo.

domenica 27 luglio 2014 - Focus

L'Osservatore romano scrive che Il Vangelo secondo Matteo è il più bel film mai girato su Gesù. Il dato è interessante, anzi, molto più che interessante, trattasi di revisione, meglio, di ribaltamento. Il Vaticano interpreta il film in chiave critica, laica, sorpassando i suoi codici: mistica e trascendente, filosofia, dogma, tradizione e fede. Un pronunciamento che fa, anzi rifà, la storia. Quando uscì, cinquant'anni fa, il film fu oggetto di polemiche a non finire. La commissione vaticana, attraverso il Centro cattolico cinematografico lo giudicò "escluso per tutti". Il film di Pasolini, è notorio, è un capolavoro, fa parte del corpo del cinema universale. Certo è controverso e duro e, fino ad oggi, poco "applicabile" al Vaticano. Per anni il modello accreditato è stato il "Gesù" del cattolicissimo Zeffirelli. Pasolini era marxista, omosessuale, scomodo, violento negli attacchi. L' anno prima, nel 1963 era stato condannato, per il suo La ricotta, a quattro mesi di reclusione (poi assolto in appello) per vilipendio alla religione. Ma Pasolini era straordinariamente intelligente e talentuoso. Il Vaticano ha estratto, privilegiato, questa parte della sua personalità. Ribadisco: non è roba da poco. Tanto più che lo stesso "Osservatore" scrisse, all'uscita, che il film "non era fedele all'ispirazione del Vangelo". Revisione, ribaltamento, appunto. Sulla qualità dell'opera c'è (quasi) unanimità critica. Il dizionario "Farinotti" riporta: "Il film disegna una figura di Cristo più umana che divina, un uomo con moltissimi tratti di dolcezza e mitezza, che però reagisce con rabbia all'ipocrisia e alla falsità. Si tratta di un Cristo motivato dalla volontà di redenzione per coloro che subiscono le conseguenze dell'istituzionalizzazione della religione operata dai farisei che ne hanno fatto uno strumento di dominio politico e sociale. È un Cristo rivoluzionario che è venuto a portare la spada piuttosto che la pace." L'Unità si espresse in questi termini: "Il nostro cineasta ha soltanto composto il più bel film su Cristo che sia stato fatto finora, e probabilmente il più sincero che egli potesse concepire, di entrambe le cose gli va dato obiettivamente, ma non entusiasticamente atto." Ci fu anche una voce fuori dal coro, che faceva testo, del maestro critico George Sadoul: "Il film è ibrido e insoddisfacente, per la sua visione generale, mescolanza di marxismo e cattolicesimo, interpretati in modo del tutto "pasoliniano". Il regista dedicò il "Vangelo" alla " cara, lieta, familiare memoria di Giovanni XXIII". La dedica non era casuale, c'era una ragione "culturale". Nel 1963 papa Roncalli aveva firmato l'enciclica Pacem in terris, che si rivolgeva "a tutti gli uomini di buona volontà" e aveva assunto le novità, radicali, della nuova era: l'evoluzione del cosiddetto terzo mondo, le abnormi differenze sociali, il ruolo delle donne. E altro. Tutto questo "stava" nel film di Pasolini. Il Vaticano si allinea dunque al nostro tempo, al sociale, anche al "politico". E' tangibile il nuovo corso indicato da papa Bergoglio (che ha scelto di chiamarsi Francesco) : dalla parte dei deboli, dei poveri, dei sofferenti, degli sfruttati, insomma, dei moltissimi.
Lo scorso anno ho scritto e sono stato testimonial in video del documentario Itinerari del cinema-Basilicata, per la regia di Andrea Bellati. Abbiamo girato gran parte del materiale nei Sassi di Matera, che hanno ospitato Pasolini per il suo Vangelo e Gibson per la sua Passione. Ero dunque dentro il cuore delle due opere. E l'ho sentito. Anche il film dell'americano si accredita nella storia del cinema, meno amato dalla critica, ma più frequentato dal pubblico, è a sua volta opera controversa. Ma possiede una grande potenza. Uno stralcio del testo sul "Farinotti" riferito alla Passione: "In venti secoli di tradizione, di memorie, di omelie reiterate, forse l'istantanea della sofferenza di Gesù è diventata abitudine, è stata dimenticata e azzerata. Gibson la ripropone con un supplemento di shock. Un promemoria che può servire. in questo momento storico, dove la nostra cultura occidentale e la nostra religione sono taciturne, sconcertate e aggredite, è bene ricordare che anche dalle nostre parti c'è una mistica forte e c'è la fede, se vuoi interessarti a lei." Nel dizionario ho attribuito 4 stelle al Vangelo, 5 alla Passione. Tornando a Pasolini concludo rilevando come il suo film, assunto in quella altissima sede, valga ... un'enciclica.

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