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I film e le mogli dei presidenti

È il momento delle first ladies al cinema.
di Rossella Farinotti

In foto Sally Field nei panni di Mary Todd Lincoln nel film Lincoln di Steven Spielberg.
Sally Field (77 anni) 6 novembre 1946, Pasadena (California - USA) - Scorpione. Interpreta Mary Todd Lincoln nel film di Steven Spielberg Lincoln.

mercoledì 6 marzo 2013 - News

È il momento delle first ladies al cinema. Le signore hanno molte possibilità in quel senso. Michelle Obama che premia Argo vincitore dell'Oscar ha stabilito un precedente "pesante". Riproduco il concetto che ha espresso Pino Farinotti nel suo intervento Onda&Fuorionda: " ...Nessuna first lady era mai scesa in campo dichiaratamente, direttamente. Come se la "presidentessa" comunicasse al movimento del cinema: 'grazie signori per aver premiato un film utile e funzionale alla politica e all'immagine di mio marito' ". Le "first" Roosevelt, Eisenhower, Kennedy o Reagan e tutte le altre, non avevano meno potere di Michelle, e certo non si tiravano indietro nel sostegno ai mariti. Ma non si erano mai messe sul piedestallo presidenzial-hollywoodiano a esplicitare così apertamente, ad avallare in "chiaro", la ditta politica&cinema."

C'è tutta una letteratura legata alle mogli dei presidenti sopra citati. Storie più o meno importanti, gossip e mondanità, tradimenti e cose da nascondere. Kennedy aveva più amanti che capelli in testa. Jacqueline naturalmente lo sapeva. La vicenda Lewinski tenne banco per anni, e la first Hilary Clinton fu il primo, più strenuo difensore del marito.
In Lincoln, la moglie Mary Todd è un personaggio di primissimo piano. Nell'ambito interno alla famiglia i problemi sono molti, e profondi. Tre figli morti e il quarto che andrà in guerra e potrebbe morire. Minacce continue da parte della donna, e rivendicazioni. Mary era stata sull'orlo del manicomio e aveva crisi di nervi improvvise e violente. Abraham le affrontava sin dove gli era possibile, prima di sorpassare il punto di rottura si defilava, usciva dalla stanza. Oltre la porta lo aspettava l'America, la guerra col Sud, gli schiavi da liberare, il mondo da cambiare. Non potevano essere i problemi domestici, seppure gravi a compromettere la lucidità del presidente. In pubblico invece Mary diventava una tigre che difende il suo compagno. Teneva testa ai politici e alle loro mogli. Dibatteva di questioni complesse e tecniche. Storico è il suo contrasto col senatore Thaddeus Stevens, interpretato da Tommy Lee Jones, repubblicano come il Presidente, ma suo deciso antagonista. Mary lo affronta a una festa, con sorriso sarcastico gli ricorda lo scarso appeal, e il poco amore che la nazione nutre per lui, mentre suo marito Abraham è amato da tutti. Alla fine del film, a guerra finita e schiavi liberati, i coniugi Lincoln sono in carrozza. Lui è stanchissimo, gli occhi chiusi rivolti al sole, lei gli tiene la mano. Lui le dice "Adesso Mary, cerca di essere meno infelice." Pochi giorni dopo il presidente sarà assassinato in teatro.

In A Royal Weekend emerge la figura umana del presidente Franklin Delano Roosevelt, fin troppo... umana. Giorgio VI re d'Inghilterra e di sua moglie Elizabeth Bowes-Lyon, visitano i Roosevelt nella loro casa privata, un weekend complicato. Ma soprattutto viene svelata la relazione che il presidente ebbe con la cugina Margaret Suckley, di non grande bellezza ma certo volonterosa nell'applicarsi alle esigenze, tutte, del cugino. Roosevelt, proprio come Lincoln, si presenta con una frase che è una premessa: "un politico non può essere onesto.". Per Lincoln il concetto vale come esigenza politica, il mezzo per ottenere il fine, e l'emancipazione dei neri valeva bene dei compromessi. Per Roosevelt vale anche nel privato. Praticamente tutte le donne, assistenti del presidente erano sue amanti. Una performance notevole se si pensa che il presidente viveva su una sedia a rotelle. Sua moglie Eleanor era al corrente di tutto e per ... semplificare il ménage pensò bene di vivere altrove, coltivando amicizie femminili e relative chiacchiere. Ma a fronte di un privato così complicato e certo non felice, anche Eleanor fu di grande supporto "pubblico" per il marito. Girava l'America, visitava le fabbriche e le miniere, diceva "io sono le gambe di mio marito".

Dunque situazioni contrastanti, pubbliche e private, fra le first e i mariti. La Storia lo ha svelato per i Lincoln, Roosevelt, Kennedy, Clinton. Gli Obama sembrano invece una coppia unita, fin troppo perfetta. Non si conoscono "scheletri". Qualcuno in America, certo un repubblicano, dice "mah... diamo tempo al tempo."

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