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E ora dove andiamo?, donne unite contro la guerra

Tra dramma e ironia, il secondo lavoro dell'autrice libanese Nadine Labaki.
di Luca Volpe

In foto Nadine Labaki in una scena del film E ora dove andiamo?, di cui è anche sceneggiatrice e regista.
Nadine Labaki (50 anni) 18 febbraio 1974, Baabdat (Libano) - Acquario. Interpreta Amale nel film di Nadine Labaki E ora dove andiamo?.

mercoledì 18 gennaio 2012 - Gallery

Diretto e interpretato dall'autrice libanese Nadine Labaki, E ora dove andiamo? (Et maintenant, on va où?) racconta con delicatezza e un pizzico di ironia la situazione critica di un paese lacerato da una guerra di religione. Ma "non è una storia sulla guerra – chiarisce la Labaki - semmai è una storia sul come evitare una guerra". E non è neanche un film sul Libano, perché "La guerra tra due fedi è un po' una legge universale. Potrebbe benissimo accadere tra Sciiti e Sunniti, tra bianchi e negri, tra due famiglie o due villaggi. È un concetto che sta alla base di qualsiasi guerra civile, in cui la gente di uno stesso paese si uccide, nonostante siano vicini di casa o addirittura amici".
Il film, il secondo da regista per la Labaki, si apre con un corteo di donne che avanza lungo una strada polverosa. Nonostante il caldo asfissiante, Takla, Amale, Yvonne, Afaf e Saydeh si dirigono verso il cimitero, stringendo tra le mani le foto dei loro uomini, morti in guerra. Procedono unite fino alle porte del camposanto, dove la processione si spezza in due tronconi: da una parte le cristiane, dall'altra le musulmane.
Le donne professano confessioni differenti, ma sono legate da qualcosa di più forte della sola religione: la necessità di proteggere la propria comunità dalle incursioni militari, dalle armi e dall'isolamento prodotto da una guerra senza senso. Così, allo scopo di distrarre gli uomini e rallentare i combattimenti, pianificano ogni tipo di strategia, anche esilaranti, come l'arrivo nel villaggio di alcune giovani ballerine dell'Est Europa.
Sceglie dunque l'ironia, Nadine Labaki, per trattare un tema tutt'altro che divertente: "L'ironia si utilizza per affrontare le sfortune della vita – spiega con convinzione - è una strategia di sopravvivenza, un modo per cercare di trovare la forza per riprendersi". Ma anche una necessità, continua: "Desideravo che il film fosse una commedia più che un dramma e che riuscisse a provocare più risate che commozione".
Vincitore del Premio del pubblico al Toronto International Film Festival, E ora dove andiamo?, sarà nelle sale italiane, distribuito da Eagle Pictures, a partire da venerdì 20 gennaio.

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