Advertisement
Mel Gibson sorprende la stampa

Mr. Beaver, diretto da Jodie Foster, stupisce, commuove ed emoziona.
di Ilaria Ravarino

Mel Gibson (Mel Columcille Gerard Gibson) (68 anni) 3 gennaio 1956, Peekskill (New York - USA) - Capricorno. Interpreta Walter Black nel film di Jodie Foster Mr. Beaver.

mercoledì 18 maggio 2011 - Incontri

Finito, bollito, perduto. Impazzito, consumato, esaurito. Sull’orlo di una crisi di nervi, e oltre. Nessuno avrebbe più scommesso su Mel Gibson, tantomeno a Cannes. Nessuno avrebbe potuto immaginare come un attore franato miseramente nelle proprie (brutte) vicende personali potesse ritrovare un briciolo di considerazione e di speranza proprio nel luogo dove la sua carriera sembrava destinata a trovare l’eterno riposo. E invece no. Presentato oggi al festival fuori concorso, girato e interpretato anche dall’amica Jodie Foster, il Mel Gibson di The Beaver ha stupito la stampa, commosso ed emozionato, come non accadeva più da anni. Assente in conferenza perché condannato per violenze domestiche a una rigida psicoterapia e a 36 mesi di libertà condizionale, «avrebbe tanto voluto essere qui», ha lasciato detto all’amica regista. Per poi mandare un messaggio a sorpresa, durante la conferenza stampa, che ha stupito tutti i presenti, cast incluso: «Il management dell’attore – ha riferito il mediatore dell’incontro – ci ha comunicato che Mel riuscirà ad essere presente stasera alla proiezione ufficiale». Da mesi Gibson non si mostra in pubblico, e l’insuccesso del film in America l’aveva fatto precipitare ulteriormente in depressione: la scelta di mostrarsi, indipendentemente dal lungo applauso che ha tributato il pubblico a The Beaver, è già una bella notizia.

Perché ha scelto Mel Gibson come protagonista?
Foster: È sempre stato il primo della lista perché ero sicura che fosse giusto per il ruolo. È un attore in grado di gestire tanto le parti umoristiche quanto gli aspetti drammatici del personaggio, e come uomo sa bene cosa significa avere un certo disagio interiore.

Come ha lavorato con lui?
Foster: Onestamente non ho meriti da prendermi, abbiamo anche parlato sul set, ma la performance di Mel è interamente sua. Lui sa bene cosa significhi trasformarsi interiormente, si è esposto personalmente nel ruolo. È riuscito a radicarsi profondamente nella realtà e nel dramma raccontato senza essere tentato da gag di facile presa. Non posso che essergli grata.

L’idea della voce del castoro è sua?
Foster: Nello script era indicato che dovesse avere un accento inglese, noi ne abbiamo scelto uno popolare, da classe operaia.

Siete molto amici?
Foster: Non devo perdonargli nulla, né sono responsabile per lui, ognuno lo è per sé. Con Mel siamo amici da tanti anni, e forse è uno degli attori più amabili di Hollywood, insieme a Chow Yun Fat. Siamo amici leali, passiamo ore al telefono parlando della vita. È una persona complessa, ma mi piace la sua complessità. L'ha portata anche nel film, e io non posso che essergliene grata.

Questa performance riabiliterà Mel Gibson agli occhi del pubblico?
Foster: Non so, non ne ho idea. So solo che fare un film ti ossessiona per mesi e anni, pensi solo a quello e ciò ha effetto su quel che fai e sui rapporti che hai con la gente. Mel è molto orgoglioso del film e so che vuole che il pubblico lo veda. È un uomo molto riservato e quello che mostra sullo schermo è quanto di più personale ha.

Come vive la sua presenza a Cannes?
Foster: Sono emozionata, è il primo film che presento al festival e anche il mio film più personale e difficile da realizzare, soprattutto per la raccolta dei finanziamenti.

È stato difficile dirigere e recitare contemporaneamente?
Foster: Ho sempre creduto che dirigere un film e recitarvi allo stesso tempo fosse una pessima idea. La cosa peggiore è che non hai sorprese, perché hai pianificato tutto, ma in realtà ho scoperto che è abbastanza facile proprio perché conosci bene sia la sceneggiatura sia gli attori, i quali per altro possono sempre fare qualcosa che non ti aspetti.

Come si spiega l’insuccesso del film nelle sale americane?
Foster: Il film non è stato concepito per essere amato da tutti: il concept alla base era molto originale e forte, sia sul versante drammatico sia su quello comico. È un dramma familiare, un genere con il quale non sempre il pubblico americano si trova a proprio agio. Forse è un tipo di film che potrà essere apprezzato in Europa, specialmente in Germania e in Francia... D’altronde se avessi pensato a cosa sarebbe piaciuto vedere a questo o a quel pubblico, avrei fatto un film terribile.

Pensa che la presenza di Mel abbia nuociuto al risultato sul box office?
Foster: Il bello di essere un regista è che devi fare film, quello è il tuo compito e sei felice quando riesci a realizzare il tuo progetto, la storia che ami. Se mentre lavoro pensassi a fare le cose in vista di come funzioneranno al box office, sarei una persona molto triste. Penso solo alla soddisfazione e la gioia che mi dà portare a termine i film che mi piacciono, che sono quelli che ti parlano e fanno parlare.

Pensa che il tema della malattia mentale abbia allontanato il pubblico?
Foster: La depressione è un tema difficile e importante, spesso rimosso. Ma è qualcosa di molto serio e ha bisogno di essere curata con una terapia medica e molto tempo. Non può essere curata con lo yoga, le pillole o soluzioni facili. Volevo che si capisse bene cosa il personaggio stava attraversando.

Perché la affascinava esplorare il disturbo mentale?
Foster: Gli attori amano la psicologia. Le radici dei conflitti psicologici sono sempre nella famiglia e per questo io racconto un nucleo familiare entrando nei dettagli di ciascuno dei componenti. Qui si parla di malattia e di crisi spirituale, è un film delicato. Penso che fare film sia un modo per digerire il disagio che abbiamo dentro: probabilmente mi sono dedicata a The Beaver come in una sorta di processo di auto-cura.

Lei ha risolto i suoi problemi personali con questo film?
Foster: Tutti abbiamo bisogno di qualcosa che ci salvi, io faccio film ed è un gran sistema. Non sono brava a piangermi addosso, per me è difficile ammettere di stare male e il mio modo di organizzare i miei sentimenti è fare film cercando di vedere la mia tragedia da diversi punti di vista, con un approccio che sia a metà tra l'emozionale e l'intellettuale.

Esiste davvero la puppet therapy?
Foster: In genere viene usata per i bambini, si fa con i giocattoli. Ma non so se si applichi davvero anche agli adulti.

Cosa cerca nei registi da attrice, e cosa negli attori da regista?
Foster: Mi piace un regista che abbia le idee chiare, che sappia che percorso fare, e come spiegartelo, come un bravo genitore. Deve essere una combinazione di visione disciplinata e voce capace di indirizzarti, ma anche essere gentile col tuo ego e farti sperimentare le tue idee. Ogni regista ha uno stile diverso, io per esempio quando lavoro impiego le prime due settimane a fare prove per capire cosa serve agli attori, questa è la mia filosofia. Come attrice ho imparato con gli anni come comportarmi, che non posso pensare di avere il controllo dei tecnici e della crew e di quello che succede sul set. La mia responsabilità si limita al mio ruolo, per il resto ho imparato a ignorare le cose che non mi piacciono.

Quale messaggio comunica questo film?
Foster: Spero non ci sia un messaggio, cerco di non metterne in genere. Il film è su persone che cercano di comunicare tra loro e e non sanno come fare. Persone solitarie che rifiutano gli altri per depressione. L’idea è che non devi essere solo nella vita, e che la solitudine spesso è una scelta consapevole che ti disconnette dal mondo.

Il successo accentua o attenua a solitudine?
Foster: Spesso sono sola e credo che questo mi aiuti nel processo creativo. Da sola puoi alzarti alle due di notte per prendere qualcosa dal frigo o per andare a fare una passeggiata. Noi artisti siamo condannati ad amare, e insieme allontanare, la solitudine.

I suoi prossimi progetti?
Foster: Non siamo mai arrivati ad avere una sceneggiatura per il progetto su Leni Rifensthal, è un film molto difficile. Ci ho lavorato per anni e forse altre persone lo realizzeranno, un giorno.

Gallery


{{PaginaCaricata()}}

Home | Cinema | Database | Film | Calendario Uscite | MYMOVIESLIVE | Dvd | Tv | Box Office | Prossimamente | Trailer | Colonne sonore | MYmovies Club
Copyright© 2000 - 2024 MYmovies.it® - Mo-Net s.r.l. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione anche parziale. P.IVA: 05056400483
Licenza Siae n. 2792/I/2742 - Credits | Contatti | Normativa sulla privacy | Termini e condizioni d'uso | Accedi | Registrati