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Storia "poconormale" del cinema: la musica (3)

Una rilettura non convenzionale della Storia del cinema.
di Pino Farinotti

Puntata 57

venerdì 26 marzo 2010 - Focus

Puntata 57
Ne Il gigante ('55) di Stevens, James Dean riceve in eredità un piccolo appezzamento nel cuore dell'immensa tenuta di Riata, dei Benedict. Rock Hudson, il padrone, offre al ragazzo 1.200 dollari, una cifra certo superiore alla valutazione reale della proprietà. Dean ringrazia ma decide di tenersi il pezzo di terra, regalo della defunta sorella del proprietario. Dean ha visto bene, successivamente, scavando dove nessuno aveva mai scavato, troverà il petrolio. C'è una sequenza dove Dean misura coi passi la proprietà, di fatto un pezzo di deserto arido. James comincia a camminare e si innesca il tema musicale di Dimitri Tiomkin. È una sinfonia potente che evoca un destino che sarà faticoso, dovrà essere conquistato, con fatica e dolore ma alla fine il progetto verrà attuato, il sogno realizzato. È un crescendo strepitoso, con una strumentazione possente e alta, trombe e percussioni, che aggrega la cultura triste e lontana (dall'America) di un compositore nato a san Pietroburgo e trasferitosi in California. Davvero culture opposte, appunto. Ebbene Stevens e Dean, ma soprattutto Tiomkin, ti spiegano il passo del destino. La fatica e il dolore, appunto, e le possibilità infinite di quel Paese, il Texas, e dell'America. Se avrai iniziativa e coraggio il successo ti arriderà. Tiomkin era perfetto per l'epica della frontiera, anche in virtù della sua origine. Sapeva leggere l'America meglio di un americano. E infatti fu il grande compositore dei film western, dell'età dell'oro, non di quella successiva dei Leone e dei Morricone. Un altro grande musicista da West è stato Elmer Bernstein. Minore epica, rispetto a Tiomkin ma enorme efficacia. Il tema dei Magnifici 7 identifica il west forse come nessuna altra colonna. Grandezza e mistica: altre definizioni che appartengono a Bernstein. Basta un titolo, I dieci comandamenti. La sinfonia che accompagna i titoli, con sullo sfondo il monte Sinai, danno la percezione della parabole di Mosè che (anche in quel film) muterà il destino degli umani.

Robin Hood
Errol Flynn è Robin Hood e fugge dal castello di Nottingham inseguito dagli sgherri dello sceriffo. Il cavallo entra nella foresta, calpesta prati e rocce e attraversa un torrente. Le acque schizzano sotto gli zoccoli. La musica accompagna tutte le azioni e tutti i rumori. Ogni schizzo è un suono, come un valzer. Il fraseggio è teso e "pericoloso", come lo è la fuga. Ancora Flynn è Il conte di Essex ed entra in Londra in trionfo sopo una battaglia. Sarà ricevuto da Elisabetta prima. L'ingresso è un trionfo, un'enfasi opportuna, di musica, di scenario, di movimento e di azione. Il magniloquente, prestigioso e veloce. Due film Warner e due colonne scritte da Eric Wolfgang Korngold, cecoslovacco a Hollywood. Un altro maestro indispensabile, che ha cercato e trovato.

Teutonici
Nel quadro della guerra del 1242, quando i cavalieri teutonici invadono la Russia, il principe Aleksander Nevskij affronta il nemico davanti alla città di Pskov e lo spinge nelle acque gelate del lago Peipus. La sequenza della battaglia del film di Eisenstein è sostenuta da un'orchestrazione con movimenti che non accompagnano il dettaglio dell'azione, ma da contrappunti che correggono la funzione didascalica del tappeto musicale vivendo tuttavia autonomamente. Applicabili in altre situazioni di drammaticità e violenza, naturalmente omologhe. Il musicista era Sergej Prokof'ev, pianista e compositore classico. Si era accostato al cinema per sperimentare. Creò comunque un precedente al quale molti si sarebbero ispirati.

Tramonto
Viale del tramonto, scorrono i titoli iniziali. La cinecamera rasenta l'asfalto del Sunset Boulevard, a Hollywood. L'indicazione che dà l'immagine è drammatica e sospesa, ti viene detto che la storia che stai per vedere non avrà un lieto fine, e ti viene trasmesso il senso cupo di tutto quanto, dei caratteri dei protagonisti, dell'ambiente in cui agiranno. Sopra e al fianco di queste immagini il regista Wilder impone la sinfonia di Franz Waxman, un altro straniero (tedesco) a Hollywood, esattamente omologa della sequenza di immagini nel trasmettere gli stessi sentimenti. Waxman è un altro degli eroi delle colonne, molto amato da Hitchcock. Altro "hitchcockiano" è Bernard Herrmann, forse il più efficace a rappresentare le patologie di certi momenti. Un inventore di paura. Cito due sequenze: la doccia di Janeth Leigh in Psycho e la spirale dell'occhio nei titoli di Vertigo, una frase musicale che la pubblicità riprende continuamente in spot contemporanei.
Alan Ladd è Shane ne Il cavaliere della valle solitaria (Stevens 1953). Nei titoli, Ladd scende a cavallo nell'incantata valle dello Snake, sullo sfondo i monti alti del Grand Teton, Wyoming. Il tema musicale di Victor Young detta il carattere e il destino dell'eroe Shane, coraggioso e romantico come i cavalieri del graal, pronto a porsi al fianco di chi ha bisogno di protezione. Musica-sequenza-destino: un altro momento fra i più alti di cinema&musica. La sagoma di James Bond cammina nella prospettiva di un occhio. Bond estrae la pistola e spara, la prospettiva diventa rossa di sangue, traballa, si chiude. Il marchio musicale che da quasi sessant'anni accompagna il titolo icona appartiene a John Barry, il compositore di 007. Un tema amico di tutti noi, un compagno di viaggio utile e gradito.
I temi musicali che introducono Guerre stellari, Superman, Indiana Jones, sono semplici, efficaci, "giganteschi". Dettano avventura epica e mistero. Sono di John Williams, il più importante musicista da cinema contemporaneo. Così come Hermann e Waxman stanno a Hitchcock, Korngold sta a Curtiz (e Flynn), Morricone a Leone, Williams sta a Spielberg. Il compositore di New York, non è autore solo del leitmotiv caratterizzante del film o della serie, è un talento davvero completo anche come strumentista e direttore. Ha rubricato le colonne da film a musica da grandi orchestre, come la London Synphony. È il leader assoluto, nel mondo, dei diritti d'autore.

Poeta
Avevo cominciato con l'italiano Morricone, concludo con Rota, musicista poeta capace di porsi al fianco di un narratore rigoroso e pittorico come Visconti e di un altro imprevedibile e geniale come Fellini. Ci sono naturalmente molti altri musicisti dei film, ma dalla memoria essenziale del cinema, che è poi quella che guida questa storia poconormale, i nomi e gli episodi che ho raccontato emergono di getto.

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