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August Rush, una favola che si nutre di musica

Jonathan Rhys-Meyers e Freddie Highmore interpretano due musicisti nel film di Kirsten Sheridan.
di Tirza Bonifazi Tognazzi

Il film

sabato 20 ottobre 2007 - Incontri

Il film
August non ha mai conosciuto i suoi genitori. È cresciuto in un orfanotrofio dove si è convinto che l'unico modo per mantenere il contatto con i genitori sia la musica. Solo attraverso la musica - che il piccolo August sente nel vento, nella luce, nell'aria, in pratica ovunque intorno a lui - potrà riuscire a ritrovare la mamma e il papà. A undici anni decide di avventurarsi nel mondo per rintracciarli e finisce a New York dove incontra altri ragazzini dotati di talento musicale. Nella città che non dorme mai impara a suonare prima la chitarra, poi l'organo, impara a leggere la musica e in men che non si dica viene invitato a seguire dei corsi presso una prestigiosa scuola d'arte dove ha l'opportunità di vedere finalmente i suoi sogni realizzarsi. Jonathan Rhys-Meyers e Freddie Highmore ci raccontano come è stato lavorare al film di Kirsten Sheridan.

Una carriera importante
Freddie Highmore: Sono un bambino abbastanza normale a parte il fatto che faccio film. Frequento una scuola normale e gioco a calcio come gli altri bambini, siamo anche abbonati alla stagione della squadra dell'Arsenal. Tutti gli attori che ho incontrato sono normali come me, non ci vedo niente di strano nel fare questo mestiere. I miei genitori mi sostengono sempre. Non è stato facile entrare in questo personaggio e credere in lui, ma questa è la magia del cinema.

August Rush, la preparazione
Freddie Highmore: Ho imparato a suonare la chitarra, con la quale continuo a esercitarmi, e anche un po' l'organo. Durante le riprese tendevo ad ascoltare musica un po' triste, non che sia un bambino triste o turbato, ma il mio personaggio doveva suonare una chitarra particolare, la scopre come qualcosa di nuovo, per questo inizialmente invece di pizzicarla ci batte sopra le mani. Prima di iniziare a lavorare abbiamo discusso molto sul personaggio insieme a Kirsten. In più di qualche occasione ci siamo chiesti come avrebbe reagito di fronte a questa o quella situazione.

Attenzione per lo sguardo dei più giovani
Kirsten Sheridan: Come regista ho sentito molti dei miei colleghi dire che non si deve mai lavorare con i bambini o con gli animali. È una regola che non capisco. I ragazzi non hanno nessun programma e questo gli permette di focalizzare maggiormente sul personaggio. Bisogna aiutarli a liberare la strada da distrazioni. Nel caso di Freddie ci ha dato una grossa mano perché più di una volta ci faceva presente che un bambino non avrebbe mai detto determinato cose e non si sarebbe comportato così, e noi gli abbiamo dato ascolto.

L'importanza della musica
Jonathan Rhys-Meyers: La musica è sempre stata una parte fondamentale della mia vita. Mio padre è musicista e a casa si è sempre respirata la musica. Interpretare Elvis, ad esempio, è stata una grandissima sfida perché dovevo riuscire a rifarmi all'esperienza irlandese per dare vita a un'icona americana. Nel caso di August Rush è incredibile vedere quello che la musica fa alla storia, cambia totalmente il modo di vedere New York, ad esempio. Tutto quello che c'è da sentire sul piano emotivo è opera della musica.

Consigli tra colleghi
Jonathan Rhys-Meyers: Non è una cosa che si fa, non ha importanza quale sia l'età dell'attore. Non c'è un limite di età per il talento e credo che Freddie possa dare consigli al 70% degli attori in circolazione perché è un bambino con una grandissima esperienza, ha lavorato con registi grandissimi, ed è un attore brillante. Abbiamo solamente una scena insieme nel film, ma girarla è stato fantastico, mi è piaciuto tantissimo lavorare con lui. Soprattutto nel vederlo sul set e in compagnia dei suoi genitori mi ha fatto capire quanto sia un vero professionista.

Jeff Buckley come ispirazione
Richard Barton Lewis, produttore: Creare il personaggio di Freddie è stato un lavoro di collaborazione. Per la musica che accompagna il monologo iniziale ci siamo ispirati all'Hallelujah di Jeff Buckley, soprattutto nei primi due accordi si sente l'eco del suo brano. Quando David Crosby, che ci ha dato una mano con le musiche, ha letto la sceneggiatura ha detto: "ma questa è la storia della mia vita! Per molto tempo non sapevo di avere un figlio perché la mia fidanzata di allora lo aveva dato in adozione e solo molti anni dopo l'ho conosciuto". James Raymond, questo il suo nome, è diventato un musicista. Questo per dire che la storia di August Rush non è del tutto frutto della fantasia.

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