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Il rabdomante, risa e lacrime in terra lucana

Fabrizio Cattani ci racconta la genesi del suo film.
di Tirza Bonifazi Tognazzi

Il film

mercoledì 5 settembre 2007 - Incontri

Il film
Sul suolo lucano - una crosta assetata dove si lotta per avere il controllo dell'acqua - si intrecciano le vite di Felice e Harja. Lui è un quarantenne affetto da schizofrenia che ha il dono della rabdomanzia, lei una giovane dell'est in fuga dal marito padrone, un boss della mala che si arricchisce alle spalle dei contadini. Nato da un'idea di Pascal Zullino, Il rabdomante è divenuto un film che mette in luce un tema attualissimo e allarmante sfruttando i canoni della commedia e del dramma. L'aria, l'acqua, la terra e il fuoco sono i quattro elementi sui quali si basa la storia che trova la forza nella magnifica interpretazione di Zullino e Andrea Osvart e nella recitazione dei personaggi secondari. Matera, nell'obiettivo di Cattani, diviene un luogo magico, dove la tradizione e la genuinità degli abitanti offrono i momenti più ironici e leggeri del film. Abbiamo incontrato il regista carrese che ci ha raccontato come è venuto alla luce Il rabdomante.

Il rabdomante nasce da un cortometraggio di Zullino. Come è stato sviluppato il film?
Sì, Arturo era un corto che Pascal aveva girato anni fa a Matera. La storia era molto divertente nonostante il protagonista fosse un po' troppo calcato. Siamo partiti da Arturo per arrivare al personaggio che nel nostro film si chiama Felice, "come contento". Ho chiesto a Pascal di portarmi in quei posti e mi sono innamorato dei Sassi. Vedendo poi quella terra arsa e brulla che circonda la città, abbiamo pensato subito all'acqua. Considerato che l'acqua è uno dei problemi più urgenti e allo stesso tempo spaventosi che minacciano il futuro dell'intero pianeta, abbiamo deciso di metterla al centro della storia. Successivamente abbiamo coinvolto Chiara Laudani, una bravissima sceneggiatrice con la quale avevo già collaborato (insieme hanno firmato la sceneggiatura di Albaventura vincitrice nel 2003 del Progetto di Sviluppo creato dall'Istituto Luce per il Ministero dei Beni Culturali, NdR).

Raccontami del tuo incontro con il rabdomante.
Si chiama Maurizio Armanetti, penso sia il rabdomante più famoso d'Italia. È persino riuscito a trovare nella valle del Tigulio, in Liguria, un giacimento enorme che per anni un gruppo di geologi aveva cercato senza successo. Me lo ha presentato un amico in comune. Di Maurizio mi ha affascinato il suo modo di vedere le cose, di estraniarsi dalla materia per cercare una spiritualità quasi sciamanica. L'idea più bella che mi ha dato è quella delle mani. Lui cerca l'acqua spostandosi sul terreno, facendo muovere le mani dall'alto verso il basso, all'altezza del ventre. Ho trovato questa tecnica di ricerca molto cinematografica e l'ho riprodotta sullo schermo.

Il tema dell'acqua è attualissimo e quanto mai allarmante, come sei riuscito a contestualizzarlo in un film che mescola commedia e dramma?
Il problema "acqua" ha mille sfaccettature, da quella più drammatica dei paesi del terzo mondo dove le popolazioni devono percorrere anche 20 km al giorno per attingerla, a quella più subdola ma altrettanto grave della commercializzazione, che purtroppo è anche un problema del nostro paese. Per non parlare del tentativo di privatizzarla, pratica già in atto in alcuni comuni italiani. Lo trovo davvero assurdo, è come privatizzare l'aria. Il mio non vuole essere un film di denuncia ma semmai un tentativo di sensibilizzare lo spettatore su questo tema. Mescolando ironia e dramma siamo sicuri di coinvolgere sia un pubblico più autoriale che uno più "commerciale", raggiungendo il maggior numero di persone.

Tu sei un regista di attori. Come li scegli e come li dirigi? Quali indicazioni hai dato agli attori de Il Rabdomante?
Quando i ragazzi mi chiedono quale scuola fare per diventare registi, consiglio sempre di iscriversi a una scuola di recitazione. Il lavoro sugli attori è fondamentale, loro sono l'ossatura del film, sono l'anima di ciò che vuoi raccontare, e se condividi il loro mondo è più facile comunicare e ottenere il massimo dalle loro interpretazioni. La scelta può avvenire in vari modi, ad esempio Antonio Gerardi è in realtà uno speaker di una famosa radio italiana (Radio Kiss Kiss, NdR). L'ho incontrato a cena da amici e ho trovato il suo volto perfetto per il ruolo di Tonino. Così gli ho chiesto di fare un provino ed è stato davvero straordinario.

Le musiche di Siciliano si posano sulle immagini completandole, donando al film spiritualità e tradizione. Il risultato è assolutamente magnifico, gli hai dato carta bianca o lo hai diretto?
È stato un lavoro che si è svolto in simbiosi. A volte gli facevo ascoltare dei minuscoli passaggi di musiche che ascoltavo durante la stesura della sceneggiatura per fargli capire cosa intendevo avere in determinati momenti del film. L'empatia, la stima, l'ideale che ci accomunavano hanno fatto il resto. Non lo dico perché si tratta del mio film, ma credo che Louis abbia realizzato in assoluto la colonna sonora più bella tra le sue numerose collaborazioni.

Parlami dei Coproducers e della PTA. Sei d'accordo con chi dice che un film non distribuito è un film che non esiste?
Esiste eccome. Non esiste magari secondo la mediocrità imperante di molti distributori che tentano di uccidere un certo tipo di cinema optando per prodotti commerciali legati a nomi o generi che possono garantire i numeri. Si torna sempre al solito vecchio problema, ovvero l'antimeritocrazia. Nella produzione e nella distribuzione italiana non esiste meritocrazia ma solo il tentativo di speculare su ciò che ha le caratteristiche del marketing più vantaggioso. Per questo ci siamo rivolti a The Coproducers, perché si tratta dell'unica alternativa veramente indipendente che dà la possibilità di realizzare un film senza dover scendere a compromessi. Certo, devi avere la storia giusta ed essere convinto che il tuo sia un ottimo progetto. Mentre Marco Scaffardi della Produzione Televisiva Associata (che distribuisce Il Rabdomante, NdR), non è un chiacchierone come tanti. Ha avuto la sensibilità di cogliere le potenzialità del film che poi sono state percepite anche dal pubblico nelle tante proiezioni festivaliere. Grazie al suo prezioso contributo Il Rabdomante uscirà il 7 settembre in una quarantina di sale italiane.

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