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Vita di una italiana: la storia di Claudia Cardinale

È in lavorazione un film tv di otto puntate scritto da Giordano Bruno Guerri e diretto da Pasquale Squitieri sulla figura di Claudia Cardinale, uno dei miti del cinema mondiale. Abbiamo incontrato gli autori e la protagonista di Vita di una italiana che ci hanno illuminato sul loro coraggioso progetto.
di Tirza Bonifazi Tognazzi

Come ha accolto il progetto del suo compagno Pasquale Squitieri e di Giordano Bruno Guerri di fare un film sulla sua vita?
Claudia Cardinale (Claude Joséphine Rose Cardinale) (86 anni) 15 aprile 1938, Tunisi (Tunisia) - Ariete.

giovedì 19 aprile 2007 - News

Come ha accolto il progetto del suo compagno Pasquale Squitieri e di Giordano Bruno Guerri di fare un film sulla sua vita?
Claudia Cardinale: Ho dato tutta la mia disponibilità. Ho avuto il privilegio di iniziare questo mestiere nel momento d'oro del cinema italiano, ho fatto più di 130 film, ho lavorato in tutto il mondo, dalla Russia all'Australia fino al Sud America, e ho conosciuto i più grandi artisti della settima arte. Attori straordinari come Sean Connery e Lee Marvin (il primo incontrato sul set de La tenda rossa, il secondo ne I professionisti, NdR) e registi che mi hanno insegnato tanto, sono stati dei veri e propri maestri che continuo a portare dentro di me.

Perché raccontare la Storia attraverso la figura di Claudia Cardinale?
Giordano Bruno Guerri: Uno dei vanti della mia vita è stato di recitare al suo fianco in Stupor mundi di Pasquale Squitieri. Di quell'esperienza mi è rimasto il ricordo della grazia di Claudia. Io sono uno storico. La storia si può fare con tutto, figurarsi con un patrimonio artistico così ricco. Attraverso la sua filmografia parleremo anche dell'Italia, dal dramma dell'emigrazione di Rocco e i suoi fratelli alla condizione femminile di La ragazza con la valigia, dalla tragedia ebrea de La storia alle problematiche unitarie irrisolte de Il Gattopardo, fino al dubbio esistenziale di 8 ½.

Su quali aspetti della Cardinale si farà luce?
Giordano Bruno Guerri: Mi interessa quello che Claudia ha pensato degli avvenimenti di questi anni, non solo cinematografici. Parleremo della sua esperienza al fianco dei grandi maestri del cinema ma anche della sua esperienza umana e personale. Una delle prime importanti recensioni scritte da Pier Paolo Pasolini era di un suo film ed è stata il soggetto di un libro intervista di Alberto Moravia, "Dialogo e fotografie". Non dimentichiamoci infine che è stata tra le prime personalità del mondo dello spettacolo a prendere un impegno sociale come ambasciatrice dell'Onu.

Questo progetto parte da una sua idea?
Pasquale Squitieri: Sì e abbiamo deciso di produrlo in maniera indipendente (producono Raimondo Lagostena e Augusto Caminito per la Oidé, NdR) perché da troppo tempo a questa parte il mercato ha vinto sulla qualità del prodotto. Ai nostri tempi non ci preoccupavamo se un film di Lino Banfi aveva successo, perché c'erano tanti grandissimi maestri che lavoravano indisturbati. Il problema è che oggi non c'è più Professione: reporter di Antonioni ma è rimasto Un medico in famiglia. Ho appreso con grande sgomento che la Rai ha rifiutato un progetto di Bernando Bertolucci e uno dei miei ultimi film, L'avvocato De Gregorio, che tra l'altro è stato prodotto proprio dalla Rai, non è ancora stato mandato in onda. Quando ho chiesto delucidazioni mi hanno detto che Giorgio Albertazzi, il protagonista del film, non fa audience…

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