Se dobbiamo dare a Cesare quel che è di Cesare, diamo allora a Josette Andriot, questa attrice il cui nome viene a stento riportato in qualche lexikon cinematografico, quello che le spetta di pieno diritto: la primogenitura dei film a serie, dei quali fu baldanzosa e spericolata protagonista, spesso con indosso un maillot nero, lo stesso che avrebbe poi reso famosa Musidora. Perché è vero, tutte le storie del cinema innalzano inni di gloria a Louis Feuillade, ma scarno e superficiale è il ricordo di Victorin Jasset che, prima del regista di Fantômas (1913) e dei Vampires (1915-16), aveva portato sullo schermo le avventure di Zigomar e di Protéa, film che, rispetto ai tormentoni di Feuillade, avevano il pregio di informare costantemente gli spettatori, attraverso abbondanti iniezioni di autoironia, che quanto stavano vedendo sullo schermo era pura fantasia, una gioiosa presa in giro delle misteriose avventure che invece Feuillade, con seriosa compunzione, gabellava come fossero reali.
Josette Andriot era stata scritturata dall'Eclair quando Jasset, che ne era il direttore artistico, aveva notato come la giovane avesse delle spiccate qualità sportive ed atletiche, dal nuoto all'equitazione, dal ciclismo all'acrobazia e subito era diventata una presenza fissa nei brevi film che la Casa sorta ad Epinay-sur-Seine sfornava a ritmo continuo. Jasset la volle quasi subito protagonista accanto ad Arquillière, un attore proveniente dal Théâtre Libre di Antoine, in Zigomar, un serial che si protrasse tra il 1912 ed il 1913 in vari episodi. Il film straripa di invenzioni narrative e di colpi di scena che lo rendono stravagantemente godibile. Subito dopo è la volta di Protéa, altro serial avventuroso, anche questo ricco di peripezie narrate con un ritmo incalzante e movimentato e rese con grande aderenza atletica e un sottile ma accattivante charme da Josette, qui presente da cima a fondo nelle più inenarrabili situazioni.
Durante tutta la prima metà degli anni Dieci, con questi due serial, ai quali va aggiunto anche quello sulle avventure del poliziotto William Tharps, girato tra il 1914 e il 1915, Josette Andriot conquistò legioni di spettatori, affascinati dalle sue eleganti acrobazie e dal suo seducente personale. Con lo scoppio della guerra, la stella dell'Eclair cominciò ad appannarsi e se pure le saette del suo marchio continuarono a folgorare nei titoli di testa di qualche film, si trattava ormai di un blasone glorioso ma decaduto.
Anche Josette andò lentamente incontro ad un ridimensionamento: lasciata l'Eclair, lavorò un po' alla Gaumont, nel 1919 riprese il ruolo di Protéa in una nuova versione, ma evidentemente il tempo non era passato invano. Piano piano la sua stella si spense ed i riverberi divennero sempre più labili, fino a scomparire del tutto.

Da Le dive del silenzio, Le Mani, Genova, 2001.